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17 dicembre 2011

CARBONE .......... BASTA CARBONE SUL FUTURO DEI NOSTRI TERRITORI!



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Protesta davanti alla Credit Suisse

Centrale a carbone, dalla Svizzera alla Calabria solo problemi per Repower

Da nord a sud i problemi della Repower aumentano sempre più.
Iniziando dalla Svizzera dove è sempre più diffusa la contrarietà al progetto della centrale a carbone di Saline Joniche, alla censurabile disinformazione sul progetto e alle bugie sulla sua pericolosità, all’acquisizione del consenso popolare attraverso il foraggiamento degli pseudo comitati del si, per i quali scriveva i comunicati stampa.
Tutto questo ha portato il presidente del Gran Consiglio Grigionese, azionista di maggioranza di Repower, Martin Schmid a dichiarare: “attività di disinformazione della popolazione e dei media non possono essere tollerate non è nemmeno compito dell’impresa versare soldi e offrire sostegno a gruppi coinvolti nella formazione dell’opinione pubblica e politica in Italia”...

Ma non è solo il fronte meridionale a rendere insonni le notti della dirigenza di Repower.
A Milano si è verificato un episodio di frode, si parla di cifre a sei zeri sottratte all’azienda, mentre il titolo in borsa crolla in borsa a ritmi vertiginosi.

E mentre nel Cantone dei Grigioni vengono raccolte oltre 4400 firme per bloccare la costruzione delle centrali a carbone sul territorio di Saline Joniche e Brunsbüttel in Germania, e le associazioni elvetiche protestano davanti alle banche per impedire il finanziamento alla Repower, ....
Promette la favola dei posti di lavoro e della centrale a carbone sicura per l’ambiente e per l’uomo, guardandosi bene dal confrontarsi con la popolazione che con forza e determinazione rigetta lo scellerato progetto della SEI-Repower. Le sue parole irreali cozzano con la concretezza delle ricerche mediche, come quella dell’ A.I.O.M. (Associazione Italiana di Oncologia Medica) che nelle sue conclusioni afferma:
“Gli studi condotti sulle popolazioni residenti nei pressi di centrali a carbone hanno dimostrato un aumento dell’incidenza di tumori di laringe, polmoni e vescica. Gli studi di stima di impatto ambientale dimostrano uno stretto rapporto fra livelli di emissioni, numero di persone esposte e danni sanitari, compreso il cancro. Sono inoltre segnalati aumenti dell’incidenza di cancro della cute non melanoma e di cancro dello stomaco.”
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Tratto da "Il Tempo"

Il carbone inquina e non serve all'Italia, bisogna fermarlo. Parola di Legambiente

Roma, 16 dic.- (Adnkronos) - Dopo il nucleare bisogna fermare il carbone. Parola di Legambiente che, dopo aver scongiurato il pericolo dell'atomo, si prepara ad una nuova stagione di mobilitazioni. "Oggi puntare sul carbone è una scelta energetica vecchia e incontro tendenza con gli accordi internazionali" commenta all'Adnkronos, Giorgio Zampetti dell'Ufficio Scientifico Nazionale di Legambiente, Ad oggi sono 13 le centrali a carbone in Italia, che, sottolinea l'associazione, emettono in totale circa 37 milioni di tonnellate di Co2 all'anno. "A fronte di una produzione del 14% di elettricità gli impianti a carbone hanno emesso il 30% dei gas serra del settore termoelettrico" e sforato i limiti europei per le emissioni di Co2: "nel 2009 il parco delle centrali a carbone ha sforato questi limiti di 3, 6 milioni di tonnellate". Secondo l'associazione ambientalista, inoltre, puntare sul carbone oltre ad essere dannoso per l'ambiente è anche inutile visto che "oggi il nostro paese ha più centrali di quelle che servono: ci sono impianti per 110 mila Mw, ma i picchi di consumo non sono mai andati oltre i 57 mila Mw". 
 Secondo Zampetti "l'Italia si deve prefissare al 2050 il 100% di produzione da fonti rinnovabili. E' un obiettivo realizzabile che si è posto anche la Germania". Bisogna mandare in pensione "la fonte fossile che emette più Co2". Quanto all'applicazione Quanto al cosiddetto carbone 'pulito', aggiunge Zampetti, "ad oggi la tecnologia Ccs (Carbon Capture and Storage), di confinamento dell'anidride carbonica nel sottosuolo, ancora non ha una valenza industriale. Quando sarà disponibile si potrà valutare. Ad oggi però non ci sono modelli applicati che ci possono garantire che il carbone sia una fonte pulita".

Tratto da  AdnKronos

Assocarboni, il carbone è pulito e non 'costa' quanto il gas e le energie rinnovabili.....

L'obiettivo da raggiungere, sottolinea il presidente di Assocarboni, "è il 20% da rinnovabili e il 20% da carbone. Ma se aspettiamo ancora, nessuno investirà più". Infatti, le autorizzazioni per la riconversione delle centrali di Vado Ligure, Porte Tolle e Rossano Calabro, sono attualmente bloccate.

I TIMORI DI ASSOCARBONI ..... CHE NESSUNO INVESTA PIU' NEL CARBONE SONO LA   NOSTRA SPERANZA DI  UN AVVENIRE MIGLIORE !

Infatti noi  cittadini cercheremo con tutte le nostre forze  e con le grandi  competenze attualmente disponibili  di Tecnici - Medici -Scienziati ed Avvocati ,  esigendo un corretto ,indispensabile e doveroso allineamento alle normative vigenti, di mantenerle bloccate il più a lungo possibile  e di allontanare la costruzione dai nostri territori  di nuove centrali a CARBONE; perchè siamo anche noi FERMAMENTE CONVINTI CHE SE ASPETTIAMO ANCORA ,NESSUNO INVESTIRA' PIU' IN CARBONE MA IN ENERGIE PIU' LUNGIMIRANTI CHE  DARANNO SICURAMENTE MINORI UTILI ALLE GRANDI INDUSTRIE ENERGETICHE MA  CHE SPALMERANNO UNA MIGLIOR  QUALITA' DELLA VITA SUI TERRITORI E GARANTIRANNO UNA MINOR SPESA  PER LA SANITA' PUBBLICA.

DANDO UNA MANO ANCHE AL NOSTRO MALTRATTATO PIANETA..DALLE LOBBY DEL CARBONE

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