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04 dicembre 2011

Svizzera: tassare i combustibili fossili per finanziare le rinnovabili 2)Mario Monti e lo spread ambientale3)Lezioni Ecuadoriane: se il debito è illegittimo non si paga.


Tratto da Ecologiae

Eco tasse in Svizzera: tassare i combustibili fossili per finanziare le rinnovabili

Come fare per dare una spinta al mercato delle rinnovabili senza dover per forza svuotare le casse dello Stato? Semplice, basta tassare chi rinnovabile non è. E’ questa l’idea del Governo svizzero che già qualche mese fa aveva deciso di uscire dal nucleare, senza però vedere aumentare la propria quota di emissioni. Il Paese elvetico infatti, dopo l’incidente di Fukushima, aveva deciso di chiudere le sue 5 centrali nucleari entro il 2035. Ma il rischio era di ritrovarsi con centrali a carbone e petrolio che avrebbero inquinato tantissimo.
E così ecco la soluzione: aumentare la tassazione per le centrali elettriche che sfruttano i combustibili fossili e, con il ricavato, finanziare le centrali ad energia rinnovabile, le quali ovviamente otterrano una detassazione. Immediatamente la proposta ha scatenato l’ira di molti partiti di opposizione, che parlano di ingerenze esterne, ed anche di tasse troppo alte, mentre non sono d’accordo i promotori della legge, ed in particolare il ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf che ha spiegato:
Un’imposta sull’energia comporta una vera e propria rivoluzione del sistema fiscale. Dalla quale deriverà una diminuzione delle altre imposte, comprese quelle che toccano i redditi dei cittadini, gli introiti delle aziende, come pure un’eventuale riduzione dell’Iva.
Certamente un’ottima proposta in un momento di crisi, peraltro in una nazione come la Svizzera che notoriamente ha le tasse più basse del mondo. Fanno salti di gioia i Verdi che hanno cominciato subito a fare calcoli e chiesto persino di cominciare a calcolare piani con scadenze già prefissate come una al 2020, una al 2035 ed una al 2050. Dopotutto ci tengono a sottolineare che dall’uscita dal nucleare non si torna indietro, e quindi una soluzione va trovata. In effetti l’idea è di ottenere almeno il 40% del fabbisogno energetico nazionale dalle rinnovabili, proprio quanto oggi garantisce l’atomo. Ci riusciranno? Lo speriamo proprio, così magari la stessa soluzione potrebbe essere presa anche da noi.
[Fonte: Repubblica]
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Tratto da Il Fatto Quotidiano

Mario Monti e lo spread ambientale

In questi giorni lo sport nazionale è diventato lanciare proposte e idee al nuovo presidente del Consiglio Mario Monti.......

Anche la “mia” proposta non ha certo la pretesa di essere particolarmente innovativa, né tantomeno originale, ma semplicemente non è mai stata presa in considerazione su scala nazionale. Ovunque proposta, sperimentata e realizzata ha sempre consentito ai “governi” locali di raggiungere importanti risultati: creazione di nuovi posti di lavoro, risparmio di denaro pubblico, miglioramento della qualità della vita, riduzione delle tasse e tariffe locali, riduzione dell’impatto ambientale.

Si dirà: ecco le solite proposte minimaliste dei Comuni Virtuosi, ecco il modo errato di guardare all’Italia e ai suoi problemi con le lenti sbagliate… Forse non ci consentiranno, da sole, di uscire dal guado, ma perché diavolo non vengano applicate resta un mistero.

La proposta, già fatta in passato ai Governi Prodi e Berlusconi, è quella di estendere a tutti gli 8.101 comuni italiani il sistema di raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti, con l’eliminazione dei cassonetti stradali e il conferimento a tutti i cittadini dei bidoncini per la raccolta domiciliare, sul modello del Comune di Ponte nelle Alpi (Belluno), oggi stabilmente al 90% di differenziata, con una produzione pro-capite ormai sotto i 30 Kg/anno, quando la media nazionale è fissa a 600 Kg…

Si calcola che un progetto nazionale di implementazione del porta a porta consentirebbe di creare, di punto in bianco, qualcosa come 250 mila nuovi posti di lavoro, senza considerare tutto l’indotto a livello locale e la filiera del recupero e riutilizzo dei materiali post consumo.

Se a tutto ciò aggiungessimo che questa proposta consentirebbe alla pubblica amministrazione, e quindi allo Stato, di spegnere quei maledetti forni inceneritori attivi e di bloccare la costruzione di ogni nuovo impianto (che costa un sacco di soldi, inquina e non risolve il problema dei rifiuti!) raggiungeremmo in un colpo solo l’eccellenza a livello europeo nel campo della gestione dei rifiuti, e il nostro spread ambientale farebbe un balzo in avanti, positivo!

Chissà se il suo ministro dell’Ambiente conosce l’esperienza di Ponte nelle Alpi, o più in generale dei Comuni Virtuosi. Chissà se anche questo Governo farà finta di non vederci. Noi rimaniamo fiduciosi, per statuto!
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QUELLO CHE IN ITALIA NON CI DICONO............

Leggi su Il Cambiamento 

Lezioni Ecuadoriane: se il debito è illegittimo non si paga

Lontano dai riflettori Come accaduto in Islanda, anche in Ecuador il popolo, guidato dal presidente Rafael Correa, si è rifiutato di pagare il debito. Una commissione appositamente istituita l'ha dichiarato illegittimo in quanto si trattava di un prestito che faceva gli interessi esclusivi di banche e multinazionali e non del paese che avrebbe dovuto aiutare. 
Un'altra lezione di cui tenere conto.
“L'Ecuador non pagherà il proprio debito estero, in quanto è stato contratto in maniera illegittima”, dichiarò davanti al mondo intero. Come poteva fare un'affermazione così forte? Perché nel frattempo egli aveva istituito una commissione d'inchiesta che srotolasse il bandolo della matassa del debito, che negli anni era andato crescendo e ingarbugliandosi sempre più. Dalla relazione di tale commissione sono emerse tutte le alterne vicende che hanno portato alla creazione e alla crescita del debito ....... Ed una serie di dati interessanti.
È emerso, ad esempio, che oltre l'80% del debito è servito a re-finanziare il debito stesso, mentre solo il 20% è stato  destinato a progetti di sviluppo. Si è reso così lampante che il sistema dell'indebitamento è un modo per fare gli interessi di banche e multinazionali, non certo dei paesi che lo subiscono. La Commissione è quindi giunta alla conclusione che il debito estero dell'Ecuador è illegittimo e dunque non verrà pagato.
Leggi l'interessante articolo integrale su Il Cambiamento
 

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