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12 gennaio 2012

NESSUN ALTRA TERRA DIFENDIAMO QUESTA.......Il popolo delle Maldive sfrattato


Tratto da TelevideoRai

"NESSUN' ALTRA TERRA"...DIFENDIAMO QUESTA.  

E' il messaggio di uno spot di Greenpeace Italia.

di Emanuela Gialli
E’ andato in onda in questi giorni sulle reti Rai uno spot di Greenpeace Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della difesa del pianeta Terra.  
.......Quello che volevamo far emergere parlando delle caratteristiche degli altri pianeti del sistema solare era l’unicità del pianeta Terra.  Quello che a noi interessava dunque era far risaltare la condizione ideale del pianeta Terra, dove si è formata la vita e dove la stessa ha potuto raggiungere quel sofisticato livello che stiamo conoscendo. Nel fare questo abbiamo voluto e vogliamo ricordare come la vita sia un bene raro e prezioso.

E’ stato anche un modo per riportare a terra gli scienziati? No. Nel senso che è stato un modo per riportare a terra non solo gli scienziati, ma tutti noi, in particolare chi ci rappresenta. 

 Il problema che oggi stiamo vivendo, al di là della questione ambientale specifica, è che si ragiona sempre in termini di tempo molto, molto breve. Si cerca spesso un vantaggio immediato, un guadagno immediato, senza pensare alle conseguenze nel lungo termine.
E la problematica dei cambiamenti climatici, la più grossa che l’uomo si trovi ad affrontare in questi tempi, ne è la dimostrazione. ...


Secondo Greenpeace dunque i cambiamenti climatici vi sono e sono anche piuttosto visibili..........Qui non si tratta di discutere dell’eccezionalità o meno di eventi specifici, va invece sottolineato che l’origine di questi eventi, il fatto che si ripetano con maggiore frequenza, è qualcosa che è già stato previsto dai climatologi stessi. Partiamo da dati scientifici incontrovertibili 

. Il primo è che le temperature del pianeta sono aumentate in questi ultimi decenni. Il secondo fatto certo è che le concentrazioni di gas-serra, in particolare di anidride carbonica e metano, sono aumentate in maniera abnorme negli ultimi 50 anni. Questi dati non si possono mettere in discussione. 
Terzo elemento che conosciamo è che i gas-serra alterano l’effetto-serra, o meglio, più sono concentrati, più aumenta la capacità dell’atmosfera di catturare il calore.
Noi stiamo lottando affinché i cambiamenti climatici si fermino a quelli che abbiamo visto finora e che non vadano ancora avanti.
Che non si peggiori la situazione, insomma.
......... Possiamo permetterci che certe isole vadano sotto? Possiamo permetterci che le persone debbano abbandonare le loro case? Oppure ondate di caldo, con morti? Possiamo permetterci le migrazioni delle colture? Tutte cose queste che potrebbero avvenire nei prossimi 50 anni. Quindi noi chiediamo che sulla base della ricerca scientifica, non contro la ricerca scientifica, i politici, i responsabili delle aziende, chi prende decisioni in campo energetico, pensi a proteggere il pianeta.
Quanto ritenete utili allora come Greenpeace gli studi sull’esplorazione di Marte, considerato anche il loro costo? 
Non c’è competizione tra i viaggi su Marte e l’ambiente. Mentre c’è un vero contrasto tra la protezione dell’ambiente e tutti i soldi che sono stati dati, o che ancora vengono dati, ad aziende che non offrono soluzioni utili a tutelare l’ambiente e che anzi lo danneggiano. ......Io penso che sia necessaria una risoluzione di tipo ecologico del nostro sistema economico ed energetico. Non è più possibile che vengano non sanzionate, o addirittura finanziate, produzioni energetiche che contribuiscono a provocare il riscaldamento globale. 
Questa è la vera sostanza del problema...... .
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 Tratto da Ecologiae

Riscaldamento globale: il popolo delle Maldive sfrattato dall’innalzamento del mare


Nel giro di pochi anni le Maldive verranno cancellate dalla lista dei Paradisi tropicali. Non perché non siano più attraenti, ma perché rischiano di non esistere più. Quello che fino a qualche anno fa sembrava un sospetto, oggi è realtà: il livello del mare si è alzato talmente tanto da mettere a rischio la popolazione che lì ci vive. L’ufficializzazione è arrivata nei giorni scorsi direttamente dalla bocca del Presidente delle Maldive che sta cercando un accordo con il Governo australiano per far emigrare il suo popolo nel Paese oceanico prima che sia troppo tardi.
Purtroppo questa volta non si tratta di previsioni ma della dura realtà.
Alcune parti del Paese sono già rese inospitali, le spiagge sono state inghiottite dal mare e sempre meno terra è disponibile per la popolazione. Per avere un’idea di ciò che sta accadendo, basti leggere cosa scrive il Sydney Morning Herald:
Il presidente di quello che potrebbe essere il primo Paese al mondo perduto per i cambiamenti climatici ha esortato l’Australia a prepararsi ad una ondata di massa di rifugiati climatici alla ricerca di un nuovo posto dove vivere. Il presidente delle Maldive, Mohamed Nasheed, ha detto che il suo Governo sta considerando l’Australia come una casa nuova possibile se il minuscolo arcipelago scomparisse sotto i mari. ”E’ sempre più difficile mantenere le isole inalterate come sono sempre state”, ha detto in un’intervista all’Herald [...] Se le nazioni non faranno del bene a se stesse, devono cercare di fare del bene agli altri, semplicemente nel loro stesso interesse e penso che sia davvero necessario per gli australiani e per ogni Paese ricco capire che questo è diverso da qualsiasi altra cosa sia mai successa prima”.
Queste le tremende parole del Presidente maldiviano che sta preparando il mondo alla catastrofe da anni, da quando cioè chiede ai Paesi ricchi di fare qualcosa contro i mutamenti climatici, nel completo disinteresse generale. ......e per questo sta cercando un modo, seppur molto duro, per tentare di salvare il salvabile.
[Fonte: Treehugger]
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Leggi su Greenreport

La Corte dei diritti dell’Uomo condanna l'Italia per l'emergenza rifiuti in Campania.

 La Corte europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo  ha condannato il nostro Paese per «L'incapacità prolungata  delle autorità italiane di regolamentare  la crisi dei rifiuti in Campania che ha danneggiato i diritti dell'uomo e dei 18 richiedenti».Leggi tutto

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Leggi anche su "La Repubblica"

Il viaggio verso la legalità

E’ questa la montagna, più pesante di quella dei rifiuti, che blocca la soluzione del problema. Per superarla bisogna tornare alla ricetta europea che vede una precisa gerarchia di interventi: riduzione dell’uso dei materiali, riuso, riciclo, recupero energetico, discarica. Se non si guarda la strategia complessiva, litigare sul numero degli inceneritori e delle discariche non serve. Per legge la raccolta differenziata dovrà arrivare al 65 per cento per tutti gli urbani entro il 2012 e la quota di riciclo al 50 per cento entro il 2020, percentuali dalle quali siamo lontani annui luce. 
 E’ da qui che deve cominciare il viaggio verso la legalità.


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