Leggi su "Il Sole 24ORE"
L'Enel congela il progetto Porto Tolle
di Cristina CasadeiWhere is Porto Tolle? La geografia dice che è un comune veneto, in provincia di Rovigo. Enel che è la sede di un suo grande progetto che prevederebbe un investimento da 2,5 miliardi di euro e mille posti di lavoro, a regime.Però, nel piano 2012-2016 che prevede investimenti di Enel in Italia per oltre 7 miliardi di euro non c'è più traccia di un budget per la conversione della centrale, il cui iter autorizzativo è iniziato nel lontano 2005. E, dopo 7 anni, non è ancora concluso: Enel è infatti in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci definitivamente, il 13 aprile. «Spero che questo sia un buon momento per cambiare – auspica l'a.d. e d.g. di Enel, Fulvio Conti –. Abbiamo tanti progetti nel paese, l'esempio per tutti è Porto Tolle dove viaggiamo tra alti e bassi con interventi di diversi livelli di amministrazione». Tutto questo rende «particolarmente difficile programmare il lavoro». E pianificare ulteriori investimenti, dopo che sono già stati spesi oltre 50 milioni di euro, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore.
Le previsioni di budget così scontano questo scenario e congelano Porto Tolle. Rimasta fuori dal piano 2012-2016.
.................
«L'iter autorizzativo è partito a maggio 2005 con la richiesta del rilascio del parere di compatibilità ambientale (VIA) e dell'autorizzazione alla conversione ed esercizio della centrale.
Il ministero dell'Ambiente e quello dei Beni culturali hanno impiegato 1.515 giorni, oltre 4 anni insomma, rilasciando nel luglio 2009 il decreto VIA, propedeutico al successivo decreto autorizzativo del ministero dello Sviluppo economico». Il ministero dello Sviluppo economico, una volta ricevuto il VIA convoca la Conferenza dei Servizi in cui vengono coinvolte tutte le amministrazioni, centrali e locali, interessate dal progetto: «La conferenza dà un parere positivo», dice Luzzio. Ma nel settembre del 2009 alcune associazioni ....... tra cui Wwf, Greenpeace, Italia Nostra e altre – fanno ricorso al Tar per l'annullamento del Decreto Via. A questo punto il Mise ha dovuto attendere l'esito del ricorso. La sentenza del Tar nel giugno del 2010 però, respinge i ricorsi e conferma il Decreto Via e a quel punto, in luglio, il Mise convoca la Conferenza dei servizi finale. Però in novembre del 2010 c'è l'appello delle associazioni al Consilio di Stato sulla sentenza del Tar che ripropone sostanzialmente gli stessi temi. Nel gennaio del 2011 intanto arriva il decreto autorizzativo del ministero dello Sviluppo economico, ma sei mesi dopo il Consiglio di Stato accoglie l'appello proposto dalle associazioni e annulla il Decreto Via.
Limitatamente a due punti: l'applicazione dell'articolo 30 della Legge del Parco del Delta del Po e poi la richiesta di esplicitare "le ragioni di tipo tecnico" che giustificano limiti di emissioni di monossido di carbonio rispetto ai valori espressi in base alle migliori tecnologie disponibili. A questo punto il ministero dell'Ambiente lo scorso agosto riapre la procedura di VIA per sanare i due punti censurati dalla sentenza del Consiglio di Stato. Nel frattempo la Regione Veneto «con grande efficienza ha modificato la norma regionale che dovrebbe consentire di superare il problema», spiega Luzzio.
E adesso? Il passaggio fondamentale di questa complessa vicenda, ....... sarà il pronunciamento del Consiglio di Stato del prossimo 13 aprile sulla ottemperanza da parte del Ministero dell'Ambiente alla sentenza: nel caso in cui si pronunciasse prendendo atto di questa nuova normativa regionale, la procedura potrebbe concludersi in tempi non lunghi. Nel caso in cui, invece, dovesse pronunciarsi per una riapertura di tutto l'iter, allora questo significherebbe ritornare a maggio del 2005. Sette anni e oltre 50 milioni di euro gettati al vento.
E allora chi può
dirlo, magari Porto Tolle goodbye.
Leggi tutto
Nessun commento:
Posta un commento