Tratto da Il Corriereweb.net
L’indagine di Rovigo per i danni ambientali causati dalla centrale di Porto Tolle
Le indagini su Scaroni e Tatò e altri 8 dirigenti Enel
per omissioni dolose di cautele di settembre, hanno portato al rinvio a
giudizio per l’inquinamento causato dalla centrale Enel di Porto Tolle a
inizio febbraio. L'ultima fase dell'inchiesta è partita a settembre
2011 a cura della Procura di Rovigo, coinvolgendo nomi illustri del top
management italiano: da Paolo Scaroni, ex amministratore delegato Enel a
Fulvio Conti, difeso per l’occasione dal sindaco- avvocato Giuliano
Pisapia, passando per gli ex dirigenti e funzionari Enel Francesco
Luigi Tatò , Leonardo Arrighi, Antonino Craparotta, Giuseppe Antonio
Potestio, Alfredo Inesi e Sandro Fontecedro


A inizio febbraio Alessandra Testoni, il
giudice per l’udienza preliminare di Rovigo, ha rinviato a giudizio ben
dieci persone tra i dirigenti e tecnici dell’Enel coinvolti dall’accusa.
Nella richiesta di rinvio a giudizio si precisa infatti che gli
indagati hanno omesso di collocare e far collocare impianti e apparecchi
destinati a prevenire disastri e/o infortuni sul lavoro per il pericolo
dell’insorgenza o nell’aggravamento di malattie respiratorie a causa
dell’inalazione e ingestione di sostanze inquinanti come il So2, Nox,
polveri, particolato, metalli tra cui vanadio, emesse in atmosfera dal
1998 al 31.12.2004 in ingenti quantità dalla centrale termoelettrica di
Porto Tolle.
L’inchiesta è supportata da uno studio commissionato dalla procura di Rovigo agli esperti Paolo Crosignani e Teresa Magnani che hanno analizzato gli effetti sulla salute nella popolazione dei comuni limitrofi alla centrale di Porto Tolle.
Lo studio ha messo in luce profili di rischio per la popolazione considerevoli, specialmente in relazione ad alcuni indicatori biologici strettamente correlati con l’attività della centrale, denotando un incremento di ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie che hanno interessato soprattutto la fascia di età tra i 0 e i 14 anni.
Le associazioni ambientaliste si sono scagliate a più riprese contro la centrale di Porto Tolle. Greenpeace, Legambiente e WWF si sono costituiti parte civile nel processo contro i dirigenti Enel denunciando gravi danni sanitari e ambientali dovuti alle emissioni inquinanti della centrale termoelettrica a olio combustibile di Porto Tolle. Come si legge nel comunicato stampa di Greenpeace, apparso nei giorni del grande freddo, in cui l’emergenza gas aveva allarmato non poco la politica energetica del Paese: “la centrale Enel di Porto Tolle è stata gestita in modo illegale con conseguenze ambientali e sanitarie gravi, ed è per questo che ci appare invece sconsiderata la volontà di riattivare questa centrale altamente inquinante per fronteggiare l’emergenza energetica di questi giorni. La gestione miope e conservativa della risorse energetiche di cui il Paese dispone e che importa non può determinare la riattivazione di un impianto estremamente dannoso, sul quale sono in corso procedimenti penali della massima gravità”.
Le
associazioni ricordano anche il progetto di conversione a carbone della
centrale in questione, bocciato dal Consiglio di Stato, che, se andasse
a buon fine sarebbe capace di emettere solo nel primo anno 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica –
che rappresentano quattro volte le emissioni della città di Milano -,
insieme a ben 2800 tonnellate di ossidi di azoto (equivalente alle
emissioni di 3,5 milioni di nuovi veicoli) e altre 3700 tonnellate di
ossidi di zolfo, superando i livelli raggiunti da tutte le auto
circolante in Italia.
La riattivazione della centrale è un tema che assume toni paradossali quando si parla di “centrale a costo zero” o dello stoccaggio del Porto Tolle project dell’ENEL.
Il direttore generale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) Stefano Laporta, ha infatti ammonito gli operatori che parlano di centrale a costo zero, commettendo l’eterno errore di non conteggiare il danno ambientale (anche in termini economici) che questa centrale comporta.....
L’inchiesta è supportata da uno studio commissionato dalla procura di Rovigo agli esperti Paolo Crosignani e Teresa Magnani che hanno analizzato gli effetti sulla salute nella popolazione dei comuni limitrofi alla centrale di Porto Tolle.
Lo studio ha messo in luce profili di rischio per la popolazione considerevoli, specialmente in relazione ad alcuni indicatori biologici strettamente correlati con l’attività della centrale, denotando un incremento di ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie che hanno interessato soprattutto la fascia di età tra i 0 e i 14 anni.
Le associazioni ambientaliste si sono scagliate a più riprese contro la centrale di Porto Tolle. Greenpeace, Legambiente e WWF si sono costituiti parte civile nel processo contro i dirigenti Enel denunciando gravi danni sanitari e ambientali dovuti alle emissioni inquinanti della centrale termoelettrica a olio combustibile di Porto Tolle. Come si legge nel comunicato stampa di Greenpeace, apparso nei giorni del grande freddo, in cui l’emergenza gas aveva allarmato non poco la politica energetica del Paese: “la centrale Enel di Porto Tolle è stata gestita in modo illegale con conseguenze ambientali e sanitarie gravi, ed è per questo che ci appare invece sconsiderata la volontà di riattivare questa centrale altamente inquinante per fronteggiare l’emergenza energetica di questi giorni. La gestione miope e conservativa della risorse energetiche di cui il Paese dispone e che importa non può determinare la riattivazione di un impianto estremamente dannoso, sul quale sono in corso procedimenti penali della massima gravità”.

La riattivazione della centrale è un tema che assume toni paradossali quando si parla di “centrale a costo zero” o dello stoccaggio del Porto Tolle project dell’ENEL.
Il direttore generale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) Stefano Laporta, ha infatti ammonito gli operatori che parlano di centrale a costo zero, commettendo l’eterno errore di non conteggiare il danno ambientale (anche in termini economici) che questa centrale comporta.....
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