Riportiamo una "importante lettera", pubblicata integralmente su Savona News,molto significativa per chi come noi da quasi 5 anni si batte contro il potenziamento a carbone della centrale in mezzo alle nostre case
, da leggere con attenzione poichè è un riassunto molto concreto della nostra problematica ambientale........Ne pubblichiamo alcuni stralci
Leggi su Savona News
Tirreno Power: Lettera da un Giornalista savonese emigrato
Gentile Ministro Corrado Passera, gentile Ministro Corrado Clini e gentile Ministro “savonese” Francesco Profumo, mi chiamo Matteo Ciangherotti e sono un giornalista.
Sono nato a Savona dove ho collaborato con la redazione locale del
Secolo XIX e da oltre un anno passo un po’ del mio tempo a Trento dove
sono corrispondente per il quotidiano L’Adige.
Mi sono laureato in comunicazione e giornalismo a Torino e ho fatto
un master in comunicazione scientifica e ambientale all’università La
Sapienza di Roma. Ho pubblicato la mia tesi del master sul tema energia e
ambiente. Una vera e propria inchiesta energetica con la lettura di
testi della letteratura scientifica mondiale, l’interrogazione di
numerosi esperti in materia, nel tentativo complesso di vederci un po’ più chiaro.
Ho vissuto per trent’anni a pochi chilometri da una grande centrale
elettrica, la Tirreno Power di Vado Ligure, sul cui progetto di
ampliamento a carbone il precedente governo si è espresso a favore.
Ritengo che oggi scegliere di costruire nuovi gruppi
termoelettrici per bruciare nuovo carbone in una centrale collocata in
pieno centro abitato rappresenti una scelta assurda nell’economia
energetica mondiale.
A Londra in quella che fu un’imponente centrale a carbone ora si
contano quadri, rassegne ed installazioni video. L’imponente ciminiera
del Tate Modem apre le porte ai visitatori di una delle più belle
gallerie d’arte moderna al mondo.
Laddove c’era carbone, oggi c’è arte.
Nei fumi di Londra solo dopo anni si cominciarono a contare i morti con un’incidenza catastrofica di malattie tumorali....
Decidere di ampliare una centrale a carbone situata in pieno centro
abitato fra Vado Ligure, Quiliano e Valleggia, rappresentata una scelta
ai limiti dell’assurdo......
Si vuole costruire una centrale già morta in partenza perché l’unico
ragionamento concesso agli amministratori delegati delle aziende e ad
alcuni governanti locali è quello che si fonda sul breve periodo e sul
profitto che ne deriva.....
La Valle di Vado ha dato molto all’economia ligure e i segni sono
visibili nel dissesto di un’area sventrata tra discariche (due),
centrale elettrica, gasdotto, industrie chimiche e ora si vorrebbe
perfino la piattaforma (progetto Maersk).
A pochi metri dal porto di
Vado, girando l’angolo e i container si trova uno dei litorali più belli
della Liguria intera con un fondale marino che fa invidia alle spiagge
della Sardegna: che ne sarà del parco naturale dell’Isola di Bergeggi
tra fumi di carbone e navi di venti metri che stravolgerebbero i
fondali, privandoli di fauna e flora?
Che lo dica la Provincia di Savona, la Regione Liguria o l’ingegner Gosio, amministratore delegato di Tirreno Power – curiosamente seduto al tavolo dell’Unione Industriali di Savona – il carbone “pulito” non esiste perché ad affermarlo è tutta la comunità scientifica internazionale.
Allo stato odierno dell’arte non esistono filtri in grado di
contrastare l’emissione nell’aria delle polveri sottili fini e ultrafini
(le Pm 2,5 e 1), le più pericolose per la salute umana perché capaci di
penetrare in profondità nell’albero polmonare.
I due gruppi a carbone ora in funzione continuano a produrre da anni
nonostante siano in mancanza della certificazione ambientale Aia, di
fatto come dei fuorilegge qualunque. La Procura di Savona ha aperto un’inchiesta e
affidato a esperti medici locali e nazionali un’indagine epidemiologica
per i cui risultati, però, bisognerà aspettare qualche anno.
In questo
contesto assurdo, privo di dati, chiarezza e competenza, con due gruppi a
carbone vecchi, inquinanti e che la legge avrebbe già dovuto far
spegnere, è stato dato comunque il via libera all’ampliamento a carbone
della centrale Tirreno Power di Vado Ligure.
Vi chiedo soltanto una riflessione per un territorio la cui vocazione
turistica è alta e i cui danni ambientali, sulla salute umana e sulle
casse delle aziende operanti nel settore turistico e agricolo sono già
incalcolabili e destinati a crescere dopo l’ampliamento. Oggi abbiamo un
sapere sufficiente per arrestare un processo industriale che appartiene
ormai al passato (dove anche i posti di lavoro invece che essere forse
un centinaio erano almeno un migliaio), privo di crescita e di futuro.
Che si trovi, allora, una soluzione condivisa e che si ascoltino per
primi i cittadini e le loro volontà. Per accorgersene basta salire le
scale perfettamente mobili del nuovissimo molo 8.44 di Vado e di lì
osservare il panorama di una valle ferita e dilaniata tra discariche,
gasdotto e industrie, un lembo di terra che sembra pregarci “ora basta”.
Per accorgersene non servono i sondaggi, basta andare tra le
persone a rubare tra le loro storie condite da una sofferenza
difficilmente accettabile e poi risalire e scendere le scale di un molo
senza mare e a cui manca il sole sul bel vedere.
È questione di
democrazia.
Matteo Ciangherotti
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