Aggiornamento Centrale a carbone.....Da un paio di giorni la Centrale Tirreno Power di Vado Ligure pare non emetta più evidenti emissioni nè dai gruppi a carbone nè dal turbogas che sembrerebbero spenti.
Gruppo a turbogas spento?
Gruppi a carbone in manutenzione o comunque al minimo della potenza?
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Tratto da Sibarinet
LA SITUAZIONE ENERGETICA ITALIANA E’ CAMBIATA......... Partiamo da alcune dichiarazioni di pochi giorni fa del ministro dell’ambiente dott. Clini. Secondo i dati forniti da Terna spa, l’Italia, pur importando ancora molto petrolio, non è più in deficit energetico, anzi è in surplus, cioè oggi l’Italia produce più energia di quanta serva alla sua industria e società. Questo risultato è stato possibile grazie al fatto che negli ultimi cinque anni in molte regioni italiane, specie del Sud( Puglia, Sicilia, Calabria) sono stati costruiti moltissimi impianti eolici e pannelli solari che hanno notevolmente aumentato la disponibilità di corrente, con investimenti dello stato e dei privati cittadini aiutati dal conto energia. In altre parole non c’è più quel deficit di corrente che fino a cinque sei anni fa giustificava la costruzione di nuove centrali di energia( a gas, a carbone o nucleari che fossero) per evitare l’importazione di energia dall’estero . La realtà è andata più avanti di quanto la politica prevedesse: le energie alternative già oggi hanno coperto il fabbisogno mancante di energia. E investire mille o duemila miliardi per avere una centrale dopo dieci anni, quando in uno o due anni si può quasi ottenere lo stesso risultato spendendo molto di meno da parte dell’Enel, lo capisce chiunque, non conviene. ..... E’ evidente che lo scenario è cambiato rispetto ad alcuni anni fa: non ci sono più le grandi imprese energivore che richiedono tanta energia subito, la crisi ne ha spazzate via molte e le energie alternative fanno bene il loro dovere. Naturalmente ancora la bilancia dei pagamenti è in deficit, rispetto all’estero, perché importiamo molto gas e petrolio, ma ai ritmi attuali di costruzione di pale eoliche o di pannelli solari, praticamente la società italiana sta da sola avviandosi a risolvere il problema, dimostrandosi più matura di quanto i governi pensino. .....
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Su queste pagine per primi avevamo
denunciato la strana dinamica che si sta verificando sul mercato
elettrico italiano: un anomalo aumento del prezzo dell'elettricità nel
picco serale, che compensa la riduzione nelle fasce diurne prodotta dal
fotovoltaico. Ora finalmente l'Autorità per l'energia annuncia
un'indagine.
.......Quel che succede è che il fotovoltaico, assieme alle
altre rinnovabili, producendo a costi marginali nulli (non serve più
combustibile per dare un kWh in più), di giorno fa concorrenza alle centrali tradizionali e riesce a contenere il prezzo dell'energia (l'effetto peak shaving che
nel 2011 ha fatto risparmiare 400 milioni di euro). A rimetterci sono i
produttori da fonti tradizionali, specie chi ha investito in nuovi
impianti a ciclo combinato, che durante il giorno deve spesso tenere
ferme le centrali, con evidente danno economico. L'ipotesi di
Qualenergia.it è che dietro l'impennata del prezzo nel picco serale ci
possa essere un tentativo di questi operatori di rifarsi dei guadagni erosi nella
fascia diurna, cosa che sicuramente rende inefficiente il sistema
elettrico e che potrebbe anche nascondere pratiche di cartello......
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Tratto da mondoecoblog
Cosa c’è dietro gli ultimi attacchi alle rinnovabili
.......il decreto rinnovabili elettriche stanno mostrando che con ogni probabilità si sta sviluppando uno scontro tra questa forma di energia e quella fossile.
Al di là del fumo negli occhi che viene gettato, basta poco per capire le ragioni di questo scontro. In Italia ci sono stati investimenti in centrali che sfruttano l’energia fossile per circa 25 miliardi di euro.
Investimenti probabilmente eccessivi che hanno generato una sovracapacità produttiva acuita dalla presenza di circa 30 TWh di energia prodotta dalle rinnovabili – più o meno il 10% della produzione totale di energia.
Questo dato ha finito per incidere sul funzionamento di molti impianti – e in particolare di quelli più recenti. Per ripagare gli investimenti dovrebbero funzionare almeno 4-5.000 ore all’anno, mentre questi ora stanno funzionando non più di 3.000 ore l’anno.
Questa situazione ha anche portato ad una scissione in Assoeletrica, l’associazione dei produttori elettrici di Confidustria.
La nuova associazione comprende società come Sorgenia, GDF Suez,
Tirreno Power, EGL e RePower – sono state quelle più penalizzate
dall’ingresso delle energie rinnovabili, e per questo si sono riunite in
questa organizzazione.
Un altra forma di resistenza è rappresentata dal fatto che sia
necessario adeguare la rete elettrica. Prima o poi sarà ncessario un
cambiamento di paradigma che sposti gli investimenti, ma ogni
cambiamento rilevante richiede tempo e che si vincano delle resistenze
da parte di chi è penalizzato. Quanto è successo finora ha permesso di ridurre le emissioni a parità di energia prodotta, e ha anche un importante effetto a livello economico. Il nostro paese è fortemente dipendente dall’importazione di combustibili fossili, e lo sviluppo delle rinnovabili permette di ridurre la dipendenza dai paesi produttori di petrolio e gas naturale – tipo Iran per intenderci -, e migliorare la nostra bilancia dei pagamenti.
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