Tratto da Trucioli Savonesi
L’ETICA IN OSTAGGIO
Abbiamo visitato la sede dell'Arpal savonese
| L’ARPAL, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure per la giornata Mondiale dell'Ambiente 2012, apriva le porte alla cittadinanza che poteva visitare e conoscere l’Agenzia per l’Ambiente, visitarne i laboratori e apprendere in prima persona le condizioni di monitoraggio ambientale e le analisi... |
| Arpal, è l'Ente pubblico di riferimento in materia ambientale, che dal 1998 agisce a supporto di Regione, Province, Comuni e Comunità Montane per: . la protezione dell’ambiente e della natura, . la tutela delle risorse idriche, . la difesa del suolo, . la protezione civile, la prevenzione e promozione della salute collettiva e della sicurezza. Consci di questi presupposti, come gruppo di cittadini, ci siamo recati puntuali per sapere di più e con maggiori dettagli come l’Arpal di Savona opera a protezione dell’ambiente, cosa fa per tutelare e difendere le risorse e soprattutto come opera per la prevenzione della salute collettiva, ma non si può affermare che, a conclusione dell’incontro, i dubbi sui dati rilevati dallo scarso numero di centraline la cui manutenzione è in carico a privati, che spesso sono invalidati e omessi dalla pubblicazione senza dichiararne la causa, sono rimasti....... |
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E i costi sanitari
da sostenere per l’incidenza aumentata negli anni di tumori, malattie
respiratorie e cardio- vascolari chi li quantifica? Così a causa di decreti legislativi che indicano cosa Arpal deve monitorare in fatto di inquinanti, e che demandano alla Provincia la responsabilità delle indicazioni di monitoraggio e alla Regione le decisioni in merito alla validazione e alla pubblicizzazione dei dati, solo dal 2010 vengono evidenziati alcuni inquinanti , elaborati grafici giornalieri e collocate 14 postazioni sul territorio savonese. |
| Solo 14 centraline
per un raggio di 48 chilometri dai camini della centrale, ritenuti da
tutti, anche dal Governatore Burlando, ad altissima pericolosità
ambientale. Ma la risposta del responsabile è stata che è la Provincia a decidere e che Arpal non tutela la salute dei cittadini ma è l’Usl a farlo, cioè i medici. Qualcuno aggiunge che sono loro a dover dichiarare quali sono i danni reali delle emissioni da combustione del carbone in modo da incidere sulle decisioni degli Enti. Affermazione paradossale,a Savona, dove da troppo tempo è in atto una battaglia impostata proprio su questo fronte e condivisa proprio dall’Ordine dei Medici di Savona.. I comitati e in particolare Uniti per la salute, si battono da tempo con l’appoggio di esperti, scienziati e medici specialistici per mettere a conoscenza tutta la popolazione e gli Enti preposti, che la letteratura scientifica mondiale documenta ormai da tempo e con pubblicazioni di dati, come l’inquinamento causato dai combustibili fossili sia causa di gravi patologie umane . Le centrali a carbone emettono sostanze pericolosissime in grado di minacciare la salute non solo a livello locale, ma in grado di diffondersi su aree molto più ampie e come alcuni contaminanti resistano nel tempo per un periodo molto lungo. Dalle ciminiere della centrale a carbone Tirreno Power di Vado, come da quelle di Porto Tolle, Civitavecchia e da tutte le altre di Enel, escono le più svariate sostanze tossiche: metalli pesanti come arsenico e mercurio, polveri sottili e ultrasottili, anidride solforosa e biossido di azoto, che si sommano a quelle prodotte dal traffico veicolare e dalle altre fonti industriali.
Sarebbe
utile, quindi, che Arpal dichiarasse con forza la necessità di altre
centraline, su precise zone del territorio che misurino il particolato fine e ultrafine,
PM2.5, PM0.1, ancora più pericolosi del PM10 e difficilmente
catturabili dai filtri installati nelle centrali anche quelle cosiddette
di futura generazione.
Il
particolato ultrafine è in grado di penetrare molto in profondità nei
polmoni, supera, infatti, la barriera polmonare ed entra direttamente
nel flusso sanguigno. A essere colpiti sono, soprattutto, il sistema
respiratorio e quello cardiocircolatorio, ma molti studi documentano il
potenziale effetto cancerogeno delle polveri fini e ultrafini. E’
stata dimostrata una correlazione significativa tra aumento delle
emissioni di particolato e l’incremento di incidenza dei tumori al
polmone, facilmente misurabile anche a Savona e provincia.
Una
vasta letteratura scientifica documenta come l’esposizione al
particolato sia, nel brevissimo periodo, accompagnata da un consistente
incremento di casi di mortalità.
Chi
poi, come alcune forze politiche e sindacali del territorio, sta
giocando con la salute delle persone, ponendo l’accento sul ricatto
occupazionale, sta anche giocando con la salute degli stessi operai e
con quella delle loro famiglie. A tutela della salute dei lavoratori
della centrale Enel di Civitavecchia è stato fatto, qualche anno fa, un
esposto alla Comunità Europea, che evidenziava l’esposizione degli
operai, in particolare, all’arsenico.
I medici
dell’ambiente chiedevano, per tale motivo, che i lavoratori fossero
immediatamente e periodicamente sottoposti ad uno screening per
l'esposizione cronica mediante l'esame di un campione dei capelli,
preferibile ai test del sangue e delle urine, i cui risultati negativi
potrebbero falsamente rassicurare le persone a rischio.![]() |
| A
Savona, non solo l’occupazione sembra strettamente legata all’utilizzo
del carbone, senza il quale la Tirreno Power potrebbe chiudere i
battenti ( non si prende neppure in esame la metanizzazione visti i
costi appetibili del carbone e sembra che il gruppo a metano esistente
non sia sempre in funzione! ) ma sembra che le centinaia e centinaia di
lavoratori lasciati a casa dalle altre aziende savonesi debbano trovare
lavoro proprio in centrale o alla Maerks, la cura di tutti i problemi
economici, gli ultimi baluardi, gli ultimi simboli dello sviluppo e
della crescita savonese. L’ampliamento e le centrali di ultima generazione Si dice che l’ampliamento della centrale a carbone di Vado la renderà una centrale di ultima generazione, quelle dotate di tecnologie (filtri antiparticolato, desolforatori e denitrificatori) in grado di ridurre la concentrazione di sostanze nocive emesse in atmosfera. Malgrado ciò, la quantità d’inquinanti emessi saranno sempre molto superiori rispetto a quelli di una centrale a gas.
La quantità di
polveri sottili emesse è 70 volte superiore, le emissioni di anidride
solforosa sono circa 140 volte superiori mentre quelle di biossido di
azoto 4,5 volte superiori. Inoltre anche i filtri più efficaci ancora
non sono in grado di catturare il particolato ultrafine (PM 0.1), quello
più dannoso per l’uomo.
Con tutto ciò,
l’ulteriore paradosso è che per la centrale di Vado si stia ancora
aspettando che il Ministero dell’Ambiente rilasci
la certificazione AIA SUI VECCHI GRUPPI, quelli incriminati da più
fronti e non solo da chi si oppone all’ampliamento, quelli che sono
tutt’ora in finzione senza autorizzazione Ministeriale.
Si aspetta una decisione che sembra non arrivare.
Nessuna decisione è
stata presa dalla commissione AIA, neanche mercoledì a Roma, forse
perché quei gruppi non potranno mai ottenerla. Lo aveva già dichiarato
il Ministero riscontrando l’oggettiva impossibilità da parte di questi
ultimi ad adeguarsi alle migliori tecnologie BAT.Le emissioni a camino dichiarate dall’azienda stessa sono spropositate rispetto ai limiti di legge, e questo richiederebbe una chiusura di quei gruppi. Sono le leggi italiane ed europee a prescriverlo. I dati sono questi e a poco servono quelle delle 14 centraline ARPAL, poco utili alla tutela della salute e dell’ambiente e ininfluenti a contrastare i gravi danni alla salute dei cittadini del nostro territorio. ![]()
Perché non esigere
un’etica maggiore dalle forze politiche che si oppongono al carbone
solo in alcune realtà italiane, un’etica diversa dalle agenzie e dagli
enti preposti a tutelare l’ambiente e la salute, un’etica diversa da un
Ministero che sembra prendere tempo, lasciando i gruppi bruciare
carbone?
Perché non esigere
anche noi, una centrale come quella che il sig. De Benedetti ha
inaugurato a Lodi, e cioè una moderna centrale flessibile a turbogas
integrabile con le rinnovabili?
Non ce la meritiamo dopo quarant’anni di
malattie e di morti?
ANTONIA BRIUGLIA Leggi l'articolo integrale |








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