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22 luglio 2012

Gianfranco Bologna:Le scienza vuole la sostenibilità, ma è ignorata dall’(in)azione politica

 Tratto da Greenreport

Le scienza vuole la sostenibilità, ma è ignorata dall’(in)azione politica


 di Gianfranco Bologna

Siamo in una situazione sempre più grave, ma non solo per gli effetti della crisi economico-finanziaria e per quelli, ancora più pesanti , che derivano dal deficit ecologico che continuiamo drammaticamente ad accumulare e che sarà sempre più difficile ripristinare, ma soprattutto per il livello delle risposte che l'establishment politico economico fornisce per cercare di risolvere i problemi del mondo odierni.
La situazione globale che stiamo attraversando dimostra palesemente come i modelli e le impostazioni, anche culturali, del nostro sviluppo socio economico sin qui perseguiti siano oggettivamente impossibili da perseguire ancora per il futuro: sono infatti totalmente insostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.
 Ed è quindi ancor più singolare e sorprendente che ad un incremento della conoscenza scientifica sugli effetti delle nostre pressioni nei confronti dei sistemi naturali corrisponda un penoso livello di inazione politica.

La realtà è che la nostra cultura della crescita economica continua e dei modelli consumistici dominanti fatica moltissimo a comprendere come la vera grande sfida che abbiamo tutti noi, abitanti di questa meravigliosa Terra, è quella di imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta.

La cultura scientifica che sta alla base delle conoscenze sulla sostenibilità e che è costituita soprattutto delle scienze del sistema Terra che cercano di analizzare le interrelazioni tra i grandi sistemi del nostro pianeta (il sistema dell'acqua, l'idrosfera, quello del suolo e di ciò che esiste sotto la "crosta" terrestre, la pedosfera e la geosfera, quello dell'aria, l'atmosfera, quello della vita, la biosfera) e i sistemi umani, l'antroposfera, ci dice chiaramente, che l'azione umana sui sistemi naturali è oggi equivalente a quella delle grandi forze che hanno plasmato il nostro pianeta in tutta la sua storia di oltre 4,5 miliardi di anni.

Non è un caso che i grandi programmi di ricerca sul cambiamento globale strutturati nell'Earth System Science Partneship hanno lanciato proprio quest'anno - con il patrocinio dell'International Council for Science (ICSU) - il grande programma di ricerca "Future Earth. Research for Global Sustainability" che, dopo essere stato presentato alla grande conferenza internazionale scientifica di Londra del marzo scorso, "Planet Under Pressure", è stato presentato anche alla recente Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile.

Purtroppo il mondo politico ed economico non sembra aver familiarità con  le conoscenze delle scienze del sistema Terra ed anche con le paleoscienze che cercano di comprendere come si è modificato il nostro pianeta da quando esiste ad oggi per cercare di comprendere, tra l'altro, quali paragoni possono essere ammissibili tra la situazione attuale e quelle che si sono verificate nel passato.
La cosa più singolare è che il mondo politico ed economico sembra completamente ignorare che gli straordinari stravolgimenti che si sono verificati nel passato della storia della Terra e che la scienza sta documentando con sempre maggiore accuratezza, non hanno mai avuto luogo con una popolazione umana di più di 7 miliardi di persone (avviate a superare i 9 miliardi entro il 2050) e con una civilizzazione umana che ha colonizzato ormai in maniera fisicamente osservabile, attraverso i satelliti, quasi la metà della superficie delle terre emerse.

E' molto interessante seguire tra i tanti affascinanti programmi delle ricerche sul cambiamento globale quelli relativi ai cambiamenti globali del passato, perché proprio queste ricerche possono fornirci straordinarie chiavi di lettura sulla similitudine con situazioni e fenomeni che si stanno verificando anche adesso............

Sono gli studiosi che hanno condotto queste ricerche, come il grande climatologo Jim Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA e professore alla Columbia University, a ritenere come "confine planetario" che non dovremo superare, pena effetti devastanti per le società umane, della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera quella di 350 parti per milione (ppm); oggi, a giugno 2012, siamo già a 393 ppm (secondo il famoso Mauna Loa Observatory). 

Ecco perché è sempre più intollerabile il gap che esiste tra conoscenza scientifica e azione politica.

Data

The complete Mauna Loa CO2 records described on this page are available.

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