Tratto da Greenreport
Le scienza vuole la sostenibilità, ma è ignorata dall’(in)azione politica
di Gianfranco Bologna
Siamo in una situazione sempre più grave, ma non solo per gli effetti della crisi economico-finanziaria e per quelli, ancora più pesanti , che derivano dal deficit ecologico che continuiamo drammaticamente ad accumulare e che sarà sempre più difficile ripristinare, ma soprattutto per il livello delle risposte che l'establishment politico economico fornisce per cercare di risolvere i problemi del mondo odierni.
La
situazione globale che stiamo attraversando dimostra palesemente come i
modelli e le impostazioni, anche culturali, del nostro sviluppo socio
economico sin qui perseguiti siano oggettivamente impossibili da
perseguire ancora per il futuro: sono infatti totalmente insostenibili
dal punto di vista ambientale e sociale.
Ed è quindi ancor più singolare e sorprendente che ad un incremento della conoscenza scientifica sugli effetti delle nostre pressioni nei confronti dei sistemi naturali corrisponda un penoso livello di inazione politica.
La realtà è
che la nostra cultura della crescita economica continua e dei modelli
consumistici dominanti fatica moltissimo a comprendere come la vera
grande sfida che abbiamo tutti noi, abitanti di questa meravigliosa
Terra, è quella di imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta.
La
cultura scientifica che sta alla base delle conoscenze sulla
sostenibilità e che è costituita soprattutto delle scienze del sistema
Terra che cercano di analizzare le interrelazioni tra i grandi sistemi
del nostro pianeta (il sistema dell'acqua, l'idrosfera, quello del suolo
e di ciò che esiste sotto la "crosta" terrestre, la pedosfera e la
geosfera, quello dell'aria, l'atmosfera, quello della vita, la biosfera)
e i sistemi umani, l'antroposfera, ci dice chiaramente, che l'azione umana
sui sistemi naturali è oggi equivalente a quella delle grandi forze che
hanno plasmato il nostro pianeta in tutta la sua storia di oltre 4,5
miliardi di anni.
Non è un caso che i grandi programmi di ricerca sul cambiamento globale strutturati nell'Earth System Science Partneship
hanno lanciato proprio quest'anno - con il patrocinio
dell'International Council for Science (ICSU) - il grande programma di
ricerca "Future Earth. Research for Global Sustainability" che, dopo
essere stato presentato alla grande conferenza internazionale
scientifica di Londra del marzo scorso, "Planet Under Pressure", è stato presentato anche alla recente Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile.
Purtroppo
il mondo politico ed economico non sembra aver familiarità con le
conoscenze delle scienze del sistema Terra ed anche con le paleoscienze
che cercano di comprendere come si è modificato il nostro pianeta da
quando esiste ad oggi per cercare di comprendere, tra l'altro, quali
paragoni possono essere ammissibili tra la situazione attuale e quelle
che si sono verificate nel passato.
La cosa più singolare è che
il mondo politico ed economico sembra completamente ignorare che gli
straordinari stravolgimenti che si sono verificati nel passato della
storia della Terra e che la scienza sta documentando con sempre maggiore
accuratezza, non hanno mai avuto luogo con una popolazione umana di più
di 7 miliardi di persone (avviate a superare i 9 miliardi entro il
2050) e con una civilizzazione umana che ha colonizzato ormai in maniera
fisicamente osservabile, attraverso i satelliti, quasi la metà della
superficie delle terre emerse.
E' molto interessante seguire tra i tanti affascinanti programmi delle ricerche sul cambiamento globale quelli relativi ai cambiamenti globali del passato, perché proprio queste ricerche possono fornirci straordinarie chiavi di lettura sulla similitudine con situazioni e fenomeni che si stanno verificando anche adesso............
Sono gli studiosi che hanno
condotto queste ricerche, come il grande climatologo Jim Hansen,
direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA e
professore alla Columbia University, a ritenere come "confine
planetario" che non dovremo superare, pena effetti devastanti per le
società umane, della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera
quella di 350 parti per milione (ppm); oggi, a giugno 2012, siamo già a
393 ppm (secondo il famoso Mauna Loa Observatory).
Ecco perché è sempre più intollerabile il gap che esiste tra conoscenza scientifica e azione politica.
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Data
The complete Mauna Loa CO2 records described on this page are available.
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