Incidenti industriali: l'Ue rivede la direttiva Seveso.
A 36 anni dal disastro ecologico che nel 1976 investì la bassa Brianza, entra in vigore l'aggiornamento della normativa comunitaria sulla prevenzione dei rischi industriali, che da quel tragico incidente prende il nome, la direttiva Seveso. Negli stessi giorni in cui in Venezuela esplode la più grande raffineria del Paese.
.........La risposta europea arrivò nel 1982 e fu chiamata appunto direttiva Seveso. Per la prima volta, l'Europa si dotava di uno strumento di gestione dei rischi industriali, che si proponeva anche di garantire un'informazione trasparente ai cittadini sui potenziali problemi connessi alla vicinanza di uno stabilimento industriale, sui possibili incidenti e sulle relative misure di sicurezza. L'Italia la recepì solo nel 1988, due anni dopo il disastro di Černobyl'.
Oggi la Commissione
europea rivede quella normativa, già aggiornata nel 1996, per adeguarla
al nuovo regolamento sulla classificazione delle sostanze chimiche, che entrerà in vigore entro il 2015.
La nuova versione della direttiva rende
infatti più rigorose le norme per l'ispezione degli stabilimenti e
introduce una distanza 'di sicurezza' dall'abitato per i nuovi impianti.
In base al testo, inoltre, l'accesso ai dati sui rischi dovrebbe
essere garantito anche per via informatica e i cittadini dovrebbero
poter partecipare ai progetti di pianificazione del territorio e avviare
azioni legali nel caso in cui questi principi venissero violati.
Ma il condizionale è d'obbligo.
Le nuove norme
saranno operative a partire dal 1° giugno 2015. Quanto questa data
segnerà un effettivo miglioramento del grado di sicurezza di chi vive
nei pressi di stabilimenti industriali dipenderà da una serie di fattori
che vanno oltre l'impianto legislativo. - Dal rigore con cui queste regole saranno applicate e i controlli effettuati alla serietà di chi dovrà assumersi le proprie responsabilità, anziché cercare il cavillo giuridico dietro cui ripararsi.
- Dipenderà anche dall'onestà – dei tecnici e delle autorità pubbliche, della proprietà e dei sindacati - di riconoscere eventuali problemi, anche quando a sollevarli sarà la popolazione, anziché squalificare ogni protesta con l'ormai trita accusa di sindrome Nimby. Allora sì, qualcosa cambierebbe.
Ma per la proprietà le accuse erano 'assurde', le responsabilità altrove.
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