......A Taranto è in atto una partita dalle implicazioni rilevanti: si contrappone la concezione di coloro che credono negli individui , nello Stato e nella sacralità del mercato a chi crede nelle persone, nella società e nella comunità. La ragionevole follia della tutela dei beni comuni e della prevalenza su tutto del diritto alla salute e della tutela dell’ambiente è la bandiera dietro la quale spero possa riconoscersi e lottare la gran parte del popolo italiano.
Tratto da Agora magazine
Taranto :Ecco l’Aia per l’ILVA, la numero tre!
di Erasmo Venosi
L’annunciata Aia “sprint”, promessa dal Ministro dell’Ambiente, è la
versione numero tre di Aia. Ogni versione sembra presentare
un’impostazione diversa. Il Ministro Prestigiacomo utilizzò alcuni
documenti che contenevano osservazioni al primo parere di Aia per
respingerla, rimettendola alla Commissione il 12 gennaio 2010.
Nell’agosto dello scorso anno fu concessa l’Aia (autorizzazione
integrata ambientale) numero due che, il Ministro attuale sembra
confutare a causa delle numerose prescrizioni. Da notare che le
prescrizioni sono quasi tutte, MTD (migliori tecnologie disponibili) per
ridurre e prevenire, in maniera integrata l’inquinamento che è proprio
la finalità dell’Aia
Ora è annunciata l’Aia sprint e
sembra che, l’attenzione debba concentrarsi su “monitoraggio, emissioni
fuggitive ossia non convogliate degli impianti a caldo e il
parcogeominerario” (intervista Ministro del 21 agosto). Riguardo alle
emissioni non convogliate nulla di nuovo perché, bisogna adempiere
quanto disposto dall’art 7 testo su Aia e all’art 268 comma 1 Codice
Ambiente.
Acquisito che la Puglia è la regione italiana dove
maggiore è l’impatto ambientale sulla matrice aria, prodotto da attività
industriali.
Altresì acquisito che al settore industriale è imputabile, nella Provincia di Taranto il 90% delle emissioni di monossido di carbonio, il 18% delle emissioni di Composti Organici Volatili , il 60% delle emissioni di ossidi di azoto , il 65% delle emissioni di ossidi di zolfo e oltre l’80% delle emissioni di polveri totali sospese e il 40% delle emissioni di anidride carbonica. La sola Ilva ha generato nello scorso anno più di 8,5 milioni di tonnellate di biossido di carbonio. Importantissimo diventa in una situazione di criticità ambientale come quella di Taranto, un nuovo Piano di Risanamento della Qualità del’Aria (PRQA) e di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Puglia e i Piani di Monitoraggio (impianti sottoposti Aia statale che sono 5 nella sola Taranto su 11 di tutta la Puglia) ma soprattutto il controllo, da parte della pubblica amministrazione.
Altresì acquisito che al settore industriale è imputabile, nella Provincia di Taranto il 90% delle emissioni di monossido di carbonio, il 18% delle emissioni di Composti Organici Volatili , il 60% delle emissioni di ossidi di azoto , il 65% delle emissioni di ossidi di zolfo e oltre l’80% delle emissioni di polveri totali sospese e il 40% delle emissioni di anidride carbonica. La sola Ilva ha generato nello scorso anno più di 8,5 milioni di tonnellate di biossido di carbonio. Importantissimo diventa in una situazione di criticità ambientale come quella di Taranto, un nuovo Piano di Risanamento della Qualità del’Aria (PRQA) e di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Puglia e i Piani di Monitoraggio (impianti sottoposti Aia statale che sono 5 nella sola Taranto su 11 di tutta la Puglia) ma soprattutto il controllo, da parte della pubblica amministrazione.
Proprio dall’attuale Governo invece del potenziamento
delle strutture e delle norme addette al controllo è arrivata la
“semplificazione”! Nel decreto legge n. 5 del 9 febbraio 2012, entrato
in vigore il 10 febbraio, ci sono tre terribili articoli (proposti ed
elaborati dal Ministero dell’Ambiente o da quello dello Sviluppo con il
silenzio inconcepibile del Ministero dell’Ambiente e la compiacenza
incomprensibile dei cosiddetti ecologisti presenti in Parlamento?) il
14, il 23 e il 24 di semplificazione della normativa ambientale .
Esiziale è l’art. 14, intitolato “Semplificazione dei
controlli sulle imprese”, la cui ratio dichiarata è di limitare al
massimo i controlli sulle imprese al fine di recare alle stesse “il
minore intralcio” possibile. Addirittura si aggiunge che i controllori
devono adeguarsi al principio di “collaborazione amichevole con i
soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni
d’irregolarità”. Amichevole? Quindi collaborazione tra controllore
controllato che vuol dire che impropriamente i controllori danno
consigli all’impresa su quello che deve fare per prevenire rischi e
situazioni d’irregolarità?
Poiché l’organismo deputato al controllo tecnico è
l’Arpa e che i suoi funzionari sono responsabili ai fini della denuncia
di attività illecite che, possono derivare danni appare davvero
incredibile la portata di questi articoli che, incrementano
ulteriormente le riserve dei cittadini su quanto, è detto
sull’inquinamento dell’ambiente.
Nell’Aia concessa sono richiamate nel frontespizio e nel
decreto del Ministro numerose leggi, tranne due di estrema importanza
la “Raccomandazione del Parlamento Europeo 2001/331/Ce” che, stabilisce i
criteri minimi per le ispezioni ambientali e il Regolamento 793/93
dell’UE sulla valutazione il controllo dei rischi presenti nelle
sostanze chimiche
Nell’aia concessa ci sono questioni rilevanti che
dovrebbero essere oggetto di approfondimenti e ne rilevo solo tre :
- la difformità di dati tra quanto comunicato nel registro Ines e quanto riportato in domanda aia ,
- le emissioni non convogliate
- l’uso del pet coke in sostituzione di una parte di fossili.
Riguardo al famigerato benzene sui dati delle emissioni
“non convogliate” sono pari a 13,7 tonnellate (anno 2005), 219,2 tra
convogliate e non convogliate registro Ines (inventario nazionale delle
emissioni e loro sorgenti) anno 2005......
Se a tutto questo aggiungiamo l’assurda e irresponsabile decisione di autorizzare in sostituzione di una parte del carbone (5% ? 10%?) con il pet coke (e’ l’ultimo prodotto delle attività’ di trasformazione del petrolio ed è considerato lo scarto dello scarto tanto da guadagnarsi il nome di "feccia del petrolio) che sarà stoccato nel parco e che , rappresenta una delle sostanze più inquinanti a causa delle sue caratteristiche (contiene contaminanti come arsenico, molibdeno, nichel, zolfo ,vanadio e IPA in particolare benzopirene e va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri respirabili) non si può non concludere che questo assenso , aggraverà ulteriormente la situazione di criticità ambientale.....
Se a tutto questo aggiungiamo l’assurda e irresponsabile decisione di autorizzare in sostituzione di una parte del carbone (5% ? 10%?) con il pet coke (e’ l’ultimo prodotto delle attività’ di trasformazione del petrolio ed è considerato lo scarto dello scarto tanto da guadagnarsi il nome di "feccia del petrolio) che sarà stoccato nel parco e che , rappresenta una delle sostanze più inquinanti a causa delle sue caratteristiche (contiene contaminanti come arsenico, molibdeno, nichel, zolfo ,vanadio e IPA in particolare benzopirene e va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri respirabili) non si può non concludere che questo assenso , aggraverà ulteriormente la situazione di criticità ambientale.....
RAGIONIAMO SULLE POLVERI
Tornando alle polveri e soprattutto alle PM 10 (polveri
con diametro pari a 10 millesimi di millimetro) in particolare
osserverei che , la frazione di particolato con dimensioni superiori a
10 μm si ferma alle prime vie respiratorie, quella con dimensioni tra
2,5 e 10 μm raggiunge trachea e bronchi, quella sotto i 2,5 μm può
arrivare agli alveoli. La frazione dimensionale del particolato più
importante dal punto di vista degli effetti ambientali è la cosiddetta
frazione fine, diciamo da 2.5 μm in giù e che , tuttavia a livello
nazionale non esistono metodiche analitiche ufficiali per la
determinazione del particolato fine in emissione. Le affermazioni
“diversa polverosità dei cumuli stoccati” e di “selezione delle
coperture “ appare quindi riduttivistica e di grane superficialità.
Facciamo conti oculati ma il bene principale è la salute e l’ambiente.
Incredibile infine che possa essere consentito che
nell’uso delle MTD si dichiari tranquillamente che, “ non sono state
adottate misure di verifica dell’efficacia degli interventi di
adeguamento realizzati” ! . Altrettanto incredibile che possa essere
consentito a un impianto che, con un fabbisogno di energia equivalente a
38 miliardi di Kwh di potere affermare e il Ministero accettare che “
il gestore ha manifestato l’impegno a utilizzare l’energia in modo
efficace”.
Incredibile infine che il Ministro possa affermare in Parlamento che il 75% del PIL lordo della Provincia di Taranto è generato da Ilva facendo riferimento a uno studio di Banca Italia del 2008 ovvero considerando gli eventi occorsi a un’altra era geologica. Consigliamo al Ministro di pagarsi l’accesso al portale della siderurgia italiana “ siderweb” e leggere i dati 2010 di “ Bilancio d’Acciaio” scoprirebbe che sul PIL italiano Ilva incide per 500 euro su ogni milione di euro di valore aggiunto generato dall’economia italiana. ..
Critico infine il Ministro quando dichiara “Relativamente a questo aspetto (il danno ambientale ;ndr) , stiamo valutando queste settimane se è possibile avviare con l’Ilva un accordo per la bonifica del sito , che sostanzialmente supera anche la procedura di danno ambientale “
A Taranto è in atto una partita dalle implicazioni rilevanti: si contrappone la concezione di coloro che credono negli individui , nello Stato e nella sacralità del mercato a chi crede nelle persone, nella società e nella comunità. La ragionevole follia della tutela dei beni comuni e della prevalenza su tutto del diritto alla salute e della tutela dell’ambiente è la bandiera dietro la quale spero possa riconoscersi e lottare la gran parte del popolo italiano.
Incredibile infine che il Ministro possa affermare in Parlamento che il 75% del PIL lordo della Provincia di Taranto è generato da Ilva facendo riferimento a uno studio di Banca Italia del 2008 ovvero considerando gli eventi occorsi a un’altra era geologica. Consigliamo al Ministro di pagarsi l’accesso al portale della siderurgia italiana “ siderweb” e leggere i dati 2010 di “ Bilancio d’Acciaio” scoprirebbe che sul PIL italiano Ilva incide per 500 euro su ogni milione di euro di valore aggiunto generato dall’economia italiana. ..
Critico infine il Ministro quando dichiara “Relativamente a questo aspetto (il danno ambientale ;ndr) , stiamo valutando queste settimane se è possibile avviare con l’Ilva un accordo per la bonifica del sito , che sostanzialmente supera anche la procedura di danno ambientale “
A Taranto è in atto una partita dalle implicazioni rilevanti: si contrappone la concezione di coloro che credono negli individui , nello Stato e nella sacralità del mercato a chi crede nelle persone, nella società e nella comunità. La ragionevole follia della tutela dei beni comuni e della prevalenza su tutto del diritto alla salute e della tutela dell’ambiente è la bandiera dietro la quale spero possa riconoscersi e lottare la gran parte del popolo italiano.
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