Tratto da Asca
Calabria: Regione impugna decreto su costruzione centrale a carbone
07 Settembre 2012 - 12:25
(ASCA) - Catanzaro, 7 set - Il Presidente della Regione
Calabria, Giuseppe Scopelliti - informa una nota dell'Ufficio
stampa della Giunta regionale - ha dato mandato agli avvocati
Paolo Arillotta e Benito Spanti di impugnare il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno scorso
con il quale e' stata decretata la compatibilita' ambientale
e l'autorizzazione all'utilizzo del progetto della societa'
S.E.I. (Saline Energie Ioniche) spa per la costruzione di una
centrale termoelettrica a carbone a Saline Ioniche. Valutata,
attraverso l'avvocatura regionale, l'esperibilita'
tecnico-giuridica dell'azione - spiega un comunicato - si e'
dato cosi' seguito alle determinazioni assunte dal Consiglio
Regionale che, nella seduta del 23 luglio scorso aveva
approvato un ordine del giorno in cui, dopo avere richiamato
gli atti prodotti dalla Regione nella materia della
produzione dell'energia, della tutela dell'ambiente, e di
vocazione del territorio di Saline Ioniche, aveva dato
mandato al Presidente ed alla Giunta di verificare la
possibilita' di un contrasto anche sul piano giudiziario
dell'iniziativa assunta dal Governo.
La realizzazione dell'impianto si pone infatti in insanabile contrasto con tutti gli atti di programmazione che la Regione ha approvato dal 2005 ad oggi ed in basi ai quali e' fatto divieto in Calabria, la cui produzione energetica e' in esubero rispetto al fabbisogno regionale e contribuisce attivamente alle necessita' del sistema energetico nazionale, di installare altre centrali oltre quelle gia' assentite.
Negli stessi atti, e' formulata opzione a vantaggio dei sistemi di produzione di produzione energetica attraverso l'utilizzazione delle fonti rinnovabili, in assoluta coerenza alle politiche nazionali di recepimento delle direttive comunitarie.
Inoltre, la valutazione operata dal Governo contrasta con le ulteriori scelte di politica regionale e che hanno portato a formulare richiesta di finanziamento per la bonifica del sito ex LiquiChimica per la sua utilizzazione turistica, sicuramente piu' aderente alla vocazione naturale del territorio.
Tutte queste questioni sono state sempre espresse dalla Regione nelle sedi istituzionali, comprese quelle che si sono tenute all'interno del procedimento che ha portato all'emanazione del decreto del 15 giugno scorso.
In ogni caso, se pure il Ministero, sulla base della legislazione vigente, avrebbe potuto, entro certi limiti e con determinate modalita', discostarsi dalle scelte di politica ambientale operate dalla Regione e dalle formali dichiarazioni rese dai competenti organi regionali nelle sedi proprie, avrebbe dovuto darne adeguata motivazione. Tutto cio' non e' stato fatto.
Questa grave ed insanabile carenza, sul piano politico, istituzionale e giuridico, costituisce il nucleo dell'azione della Regione, nella convinzione che non vi sia ragione che possa sotto alcun aspetto giustificare o motivare la realizzazione di una centrale a carbone.
La realizzazione dell'impianto si pone infatti in insanabile contrasto con tutti gli atti di programmazione che la Regione ha approvato dal 2005 ad oggi ed in basi ai quali e' fatto divieto in Calabria, la cui produzione energetica e' in esubero rispetto al fabbisogno regionale e contribuisce attivamente alle necessita' del sistema energetico nazionale, di installare altre centrali oltre quelle gia' assentite.
Negli stessi atti, e' formulata opzione a vantaggio dei sistemi di produzione di produzione energetica attraverso l'utilizzazione delle fonti rinnovabili, in assoluta coerenza alle politiche nazionali di recepimento delle direttive comunitarie.
Inoltre, la valutazione operata dal Governo contrasta con le ulteriori scelte di politica regionale e che hanno portato a formulare richiesta di finanziamento per la bonifica del sito ex LiquiChimica per la sua utilizzazione turistica, sicuramente piu' aderente alla vocazione naturale del territorio.
Tutte queste questioni sono state sempre espresse dalla Regione nelle sedi istituzionali, comprese quelle che si sono tenute all'interno del procedimento che ha portato all'emanazione del decreto del 15 giugno scorso.
In ogni caso, se pure il Ministero, sulla base della legislazione vigente, avrebbe potuto, entro certi limiti e con determinate modalita', discostarsi dalle scelte di politica ambientale operate dalla Regione e dalle formali dichiarazioni rese dai competenti organi regionali nelle sedi proprie, avrebbe dovuto darne adeguata motivazione. Tutto cio' non e' stato fatto.
Questa grave ed insanabile carenza, sul piano politico, istituzionale e giuridico, costituisce il nucleo dell'azione della Regione, nella convinzione che non vi sia ragione che possa sotto alcun aspetto giustificare o motivare la realizzazione di una centrale a carbone.
E' il caso di
ricordare, inoltre, che pure il Ministero dei Beni Culturali
ha espresso parere negativo e che l'area di Saline e'
classificata come sito di interesse comunitario per le sue
caratteristiche ambientali, che fanno del laghetto una zona
unica per la sosta e la nidificazione di numerose specie di
uccelli.
''Cosi' come avevamo piu' volte evidenziato, la Regione
Calabria procede sulla linea tracciata dalla maggioranza e
dal consiglio regionale. Il territorio in questione - ha
dichiarato il Presidente Scopelliti - e' gia' stato nel tempo
emblema di una beffa perpetrata dal Governo nazionale.
Il
Consiglio regionale aveva votato all'unanimita' un ordine del
giorno in cui mi investiva ufficialmente e formalmente del
problema. Il ricorso rafforza la nostra volonta' di dare una
prospettiva all'area''.
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