COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

07 dicembre 2012

Alcune news da Taranto :Lunedì 10 dicembre si celebra il 'Funerale di Taranto. Giorgio Assennato: a Taranto effetto Sarajevo...


 Tratto da Giornale di Puglia.com

Ilva: lunedì  10 dicembre si celebra il 'Funerale di Taranto' 


 
TARANTO. Un corteo per celebrare il 'funerale di Taranto'. Lo sta organizzando per lunedì prossimo 10 dicembre il comitato 'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti' che protesta contro il decreto legge sull'Ilva. Il corteo 'funebre' partirà da piazza Castello e giungerà a Palazzo di città "per un commosso saluto. Non fiori - osservano gli organizzatori - ma tanta partecipazione". 
________________

Tratto dal Blog del Comitato per Taranto

Assennato: a Taranto effetto Sarajevo

I tarantini sono «circondati da serbi armati contro di loro». Lo afferma in un'intervista all' Espresso - che ne dà un'anticipazione - il direttore dell' Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell' ambiente Puglia (Arpa), Giorgio Assennato, che parla di un «effetto Sarajevo» in seguito al decreto legge in vigore.
«Questo decreto - dice il dirigente - farà saltare completamente la coesione sociale a Taranto perchè contiene nuovi elementi di frattura fra le istituzioni». «Ci mancava solo il commissario - aggiunge - il premier Monti, i giornali, tutti parlano di "assenza di controlli" negli anni passati. Assenza un cavolo! È dal 2006 che monitoriamo più di quanto saremmo tenuti a fare. I nostri dati sono addirittura più severi di quelli dei pm. Ma noi non siamo che un organo tecnico: la Regione chiede e l'Arpa esegue. Sono le amministrazioni a decidere se dare retta ai nostri consigli oppure no. E l'arrivo del garante è un altro colpo alla credibilità della nostra agenzia».

Il problema - rileva Assennato - è «nelle decisioni politiche. 

Noi dell'Arpa diciamo dal 2008 che gli impianti dell'Ilva emettono nell'aria quantità eccessive di un sicuro cancerogeno, il benzo(a)pirene. Lo rileviamo ogni giorno con sette centraline. Ma nell'agosto del 2010 il Parlamento ha approvato una legge che rimanda al 2013 il rispetto dei limiti per questo inquinante. 
 Cosa possiamo fare noi? 
 Solo raccogliere dati, per dare a chi decide una pistola fumante contro l'azienda.
 Nel rilasciare un'autorizzazione ambientale - afferma - non si considera mai l'impatto sanitario della produzione, ma solo il rispetto di alcune soglie di emissione.  
Sull'Ilva la magistratura ha provato che esiste un pericolo attuale e permanente per la salute delle persone. Per risponderle non è sufficiente quindi firmare una nuova Aia, che si basa solo sui limiti di legge: bisogna dimostrare che non esiste un rischio sanitario per gli abitanti di Taranto. 
Il ministero - conclude - avrebbe potuto e dovuto riprendere in mano la questione ad agosto, quando glielo chiesi io stesso. In quel caso l'Arpa avrebbe avuto tempo per definire la tipologia di produzione più nociva e stabilirne i limiti, basandosi  sulle conseguenze per i cittadini, non su dei parametri teorici».
 
  ______________________________
STRALCIO da Peacelink

Non e' il momento di proporre dall'alto soluzioni di poche righe........

Questo e' il momento di difendere la Costituzione violata e di sostenere tutti i comitati italiani che si battono per la salute e le loro citta'

6 dicembre 2012 - Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink) 

....... Mi limito solo a sottolineare che l'area a caldo - lo dimostra l'esperienza di Genova - e' incompatibile con la presenza di una centro abitato a poca distanza. Sono proprio autorevoli studi scientifici e le stesse perizie della magistratura che rendono quanto mai azzardato sostenere una proposta di "ritorno all'acciaio" come la tua. Non e' tecnicamente fattibile e non ci sono i margini economici per fare una simile operazione.
 L'area a caldo viene chiusa ovunque nel mondo civile se essa e' accanto alle case.
Ci sono cose che prima o poi vanno fatte e lo stesso Regio decreto del 1934 - bada bene - imponeva di confinare le industrie insalubri (fra cui classificava quelle di produzione di ghisa e acciaio) isolate nelle campagne e lontane dai centri abitati.


Negli anni del boom economico - e non solo a Taranto - si sono fatte scelte assurde che oggi vanno radicalmente riviste. Nazionalizzare non basta e non serve. Un errore rimane un errore, anche se nazionalizzi.

A te, di cui apprezzo lo slancio sincero, e al tuo movimento chiedo di sostenere la nostra lotta per dare a Taranto un futuro completamente diverso, senza ciminiere e senza veleni, bonificando ambientalmente e moralmente una citta martoriata dai veleni e dalla malapolitica.
 

Questo e' il momento di lanciare una grande campagna nazionale perche' il decreto Monti-Clini-Napolitano sull'Ilva di Taranto non venga convertito il legge in quanto intende fermare non solo la Procura di Taranto ma tutte le procure d'Italia che indagano sui disastri ambientali e possono porre sotto sequestro impianti pericolosi per la salute pubblica.

Questo e' il momento di difendere la Costituzione violata e di sostenere tutti i comitati italiani che si battono per la salute e le loro citta'.  

Un decreto che tolga alla magistratura il potere di sequestrare e bloccate impianti cancerogeni e velenosi e' li', in Parlamento. Va bloccato.
 Subito. In nome del diritto alla vita e alla salute. In nome delle speranze e delle proposte dell'Italia pulita, moralmente pulita.....

Articolo di  Alessandro Marescotti tratto da Peacelink

Nessun commento: