Decreto salva-Ilva, la procura di Taranto lavora sul conflitto d’attribuzione
La decisione sarebbe stata presa dalle toghe tarantine nei giorni scorsi e avrebbe trovato ulteriore 'conforto' nelle ultime ore, dopo che il ministro dell'ambiente Clini ha presentato l'emendamento al decreto. Si aspetta che l'azienda faccia richiesta di dissequestro per chiamare in causa la Consulta.
L’apice dello scontro tra poteri sulla questione Ilva raggiunge il suo apice. La Procura di Taranto infatti starebbe lavorando per sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione agli interventi del governo sui provvedimenti della magistratura nei confronti dell’Ilva.
La decisione sarebbe stata presa dalla Procura nei giorni scorsi, e avrebbe trovato ulteriore “conforto” nelle ultime ore dopo che il ministro dell’ambiente Clini ha presentato l’emendamento al decreto “Salva Ilva” per superare il blocco dei prodotti finiti e semilavorati dell’azienda, sotto sequestro dal 26 novembre sulle banchine dell’area portuale. Il conflitto potrebbe essere sollevato dinanzi alla Consulta dopo che l’azienda, grazie dell’emendamento, avrà fatto nuova richiesta di dissequestro.
Oggi intanto il governo ha presentato un emendamento alla Camera che di fatto impedisce ai magistrati un’interpretazione restrittiva del decreto: “L’Ilva è autorizzata alla produzione ed alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all’entrata in vigore del presente decreto legge”, recita una parte della modifica proposta dall’esecutivo. Ieri rispetto al dissequestro chiesto dall’azienda, il gip di Taranto Patrizia Todisco ha deciso di respingere la richiesta perché nel decreto legge salva Ilva “trovano applicazione solo per l’avvenire, nel senso che l’attività consentita è solo quella di produzione e conseguente commercializzazione successiva all’entrata in vigore del decreto medesimo, fermo restando che l’attività con la relativa produzione avvenuta prima dell’emanazione del decreto non è soggetta alle regole ivi contenute, perché, nel caso contrario, un atto avente forza di legge avrebbe effetto retroattivo”.
Sullo sfondo rimane comunque la questione della salute e del garantire un livello di assistenza minimo in una città afflitta da malattie e tumori. ....Leggi l'articolo integrale
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