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15 gennaio 2013

1)Centrale Enel di Genova sotto inchiesta :diffida della Magistratura 2)Brindisi:PROCESSO ENEL, ACCERTATO IL DANNO AMBIENTALE

 Tratto da La Repubblica Genova

Centrale Enel sotto inchiesta

In campo i giudici sulla Centrale Enel a carbone del porto. L'intervento della magistratura è una diffida, per imporre ad Enel di ottemperare agli obblighi ed evitare che sotto la Lanterna nasca un altro caso Taranto

GIUSEPPE FILETTO
 La magistratura apre un’inchiesta sulle emissioni di veleni nell’aria, sulle  prescrizioni imposte dal ministero dell’Ambiente con scadenza 31 dicembre 2012. Il fascicolo, affidato al pm Emilio Gatti, contiene già i nomi degli indagati, sui quali vide uno stretto riserbo. L’intervento della
magistratura è una diffida, per imporre ad Enel di ottemperare agli obblighi ed evitare che sotto la Lanterna nasca un altro caso Taranto. 

LA CENTRALE Enel a carbone, situata in porto, sarà completamente dismessa entro il 2017, ma dal 31 dicembre scorso è “fuorilegge”, non rispetta le prescizioni imposte dal ministero dell’Ambiente, tanto da spingere la magistratura ad intervenire.
 La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo con l’iscrizione dei reati per “violazioni di tipo ambientale”. Non l’aveva mai fatto prima d’ora.

L’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore Emilio Gatti, anche se per la delicatezza dell’argomento se ne occupano pure il procuratore capo Michele Di Lecce e l’aggiunto Vincenzo Calia.

 Secondo quanto trapela dal nono piano di Palazzo di Giustizia, ci sarebbero già degli indagati formali. .......L’apertura del fascicolo di fatto è una diffida, il primo passo compiuto dalla Procura, che ha affidato alla polizia giudiziaria (aliquota Arpal) l’approfondimento delle indagini. Gli investigatori, però, fanno capire che la vicenda potrebbe deflagrare da un momento all’altro. «Non siamo ancora in una situazione come quella dell’Ilva di Taranto,dello stabilimento sequestrato dal Gip — sottolineano a Palazzo di Giustizia — qui, a Genova, finora non abbiamo riscontrato elevati versamenti clandestini di sostanze inquinanti in mare, ma vi sono emissioni in atmosfera che vanno ridotte e prescrizioni ministeriali comunque da rispettare; non vorremmo che un giorno la magistratura, costretta ad intervenire, fosse accusata di sostituirsi alle istituzioni, di togliere il lavoro alla gente e di lasciare al buio mezza Italia». Alla Centrale Enel lavorano circa 200 persone (tra dipendenti diretti ed indotto) e l’impianto fornisce energia elettrica ad una parte del Nord Ovest.
Gli inquirenti ripetono che c’è un problema di carattere penale, soprattutto un impianto a carbone che continua a sputare veleni.  
«La magistratura non può rimanere inerte e l’opinione pubblica deve essere informata». 
Non solo questa: anche i ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Industria sono stati messi al corrente. Nel caso non lo fossero già....

Cosa è accaduto in questi ultimi mesi, se perfino le ispezioni di Ispra (si appoggia all’Arpal di Genova) hanno fatto scattare gli esposti alla magistratura? Evidentemente, la data del 31 dicembre 2012 è stato uno spartiacque fondamentale, entro il quale l’Enel avrebbe dovuto presentare un piano di rientro dalle emissioni, dalle più macroscopiche violazioni.
In ambienti portuali si vocifera che per queste ragioni la chiusura  potrebbe essere anticipata, appunto perché Enel non riuscirebbe ad ottemperare agli obblighi, il cui raggiungimento sarebbe troppo costoso dal punto di vista tecnologico. Sebbene l’ufficio stampa ieri abbia smentito categoricamente uno smantellamento anticipato.......
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Tratto da Noalcarbone

14 gennaio 2013

PROCESSO ENEL, ACCERTATO IL DANNO AMBIENTALE

ore 11, inizia la terza udienza del processo Enel

Appena iniziata e l'udienza è già sospesa per 30 min. causa il provvedimento d'urgenza da parte di Vendola che non avendo potuto convocare la giunta perché venisse adottata una decisione collegiale, ha firmato l'atto di conferimento dell'incarico all'avvocato Marcello Falcone, il quale ha richiesto la costituzione di parte civile per conto dell'ente regionale. 
Il collegio difensivo degli imputati ha rigettato subito la richiesta in quanto carente di legittimazione: è da mesi che si parla di questo processo e la Regione avrebbe avuto tutto il tempo necessario per una richiesta da sottoporre al vaglio dell'intero esecutivo.

Il secondo colpo di scena in aula sono state le dichiarazioni del giudice che sovvertendo tutte le premesse che gli avvocati dell'Enel avevano fatto all'avvio della seconda udienza del 7 gennaio, ha dichiarato: "la grande quantità di polveri sversate e la vasta area territoriale compromessa ed interessata non può non essere considerata come DANNO AMBIENTALE".  

 

Tra le associazioni riconosciute parti civili ci sono Greenpeace, Legambiente, Medicina Democratica e Salute Pubblica, mentre per i No al carbone nessun appunto è stato mosso in ordine alla costituzione di parte civile, ad esclusione della tardività della costituzione del comitato avvenuta nel novembre 2012, che però è sufficiente ad escludere il movimento dal processo. 
 Eravamo coscienti fin dall'inizio delle nostre difficolta avviando la campagna "Siamo tutti parte offesa" insieme a due associazioni a noi molto vicine quali Medicina Democratica e Salute Pubblica che oggi sono nel processo, quindi per noi oggi non c'è nessuna delusione e non faremo nessun passo indietro.  
I nostri obiettivi restano gli stessi: l'accertamento dei reati ambientali e il disastro colposo; il sequesto del carbonile, che ricordiamo ancora oggi, in questo momento è fonte di reato e responsabilità di Enel. ....
La partita è appena iniziata, si tornerà in aula il 29 aprile prossimo.

Il testo integrale dell'ordinanza della terza udienza del processo Enel.  
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