Tratto da Savona News
“Bormida” La vera storia della lotta contro l’Acna
C’era una volta l’acqua del fiume Bormida, nera, coperta di schiuma.
C’era il popolo di una vallata da 117 anni in lotta per il diritto alla
salute e ad un lavoro sostenibile. E poi c’è stato un piccolo grande
quindicinale, Valle Bormida Pulita, diretto dall’ex giornalista
dell’Unità Renzo Fontana e scritto da volontari, diventato il portavoce
di un movimento.
Oggi che l’Acna è chiusa, la storia è ricostruita nel romanzo
“Bormida” della scrittrice francese Patricia Dao...
Il libro ripercorre gli anni della battaglia ambientalista, e
affronta con lucidità e forza la tragedia dell’inquinamento, il diritto
alla salute e il diritto al lavoro che sono al centro di vive polemiche
sia nel Mondo che in Italia (vedi la lotta dei savonesi contro la
centrale a carbone), con da un lato le popolazioni vittime di gravi
problemi di salute in un ambiente degradato che non lascia speranze a
nessun altro tipo di sviluppo economico, e dall’altro lato le “lobbies”
industriali, politiche e sindacali unite nella difesa di interessi
spesso privati che utilizzano lo scudo della difesa dei posti di lavoro.
Il libro, pubblicato in italiano e in francese dalla casa
editrice francese “Oxybia Editions”, è stato selezionato dal Comune di
Parigi per il premio “Città di Parigi”.
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Cina, il Governo ammette l'esistenza dei "villaggi del cancro"
Di Giovanni Tortoriello | 23.02.2013 17:54
Dopo anni di censura, il governo cinese ha finalmente ammesso
l'esistenza dei famigerati "villaggi del cancro". In un documento
redatto dal ministro della Protezione Ambientale di Pechino e allegato
al nuovo piano quinquennale di lotta all'inquinamento si legge: "Negli
ultimi anni il rilascio di sostanze chimiche, tossiche e pericolose ha
causato parecchi disastri ambientali e l'interruzione delle forniture di
acqua potabile, potando a gravi danni alla salute e problemi sociali
come i villaggi del cancro".
Secondo Wang Canfa, avvocato
specializzato in tematiche ambientali che dirige a Pechino un centro per
le vittime dell'inquinamento (Enviromental and Natural Resources Law
Research Institute della China
University of Political Science and Law), questa è la prima volta che
in documento ufficiale viene utilizzato il termine "villaggi del
cancro".
L'espressione è nata in Cina a seguito dell'inchiesta del
giornalista Deng Fei che nel 2009, utilizzando Google Maps, ha tracciato una prima mappa delle zone del paese con il maggior tasso di malattie tumorali.
Negli ultimi decenni l'industrializzazione ha causato in Cina un
aumento vertiginoso dell'inquinamento di acqua, aria e suolo. Molte
fabbriche sono state costruite nei pressi dei fiumi e, secondo il sito
TheLeafNation, oltre metà delle falde acquifere è compromessa.
Il Governo di Pechino, inoltre, è stato costretto ad ammettere che in
Cina vengono utilizzate sostanze chimiche velenose vietate nei Paesi
occidentali. Come ricorda la ricercatrice Shelley Yang, negli ultimi trent'anni la mortalità da cancro è cresciuta dell'80% e oggi è la prima causa di morte del Paese
Mentre l'attivista cinese Ma Jung ha parlato di uno "sviluppo positivo" perchè "il riconoscimento dell'esistenza dei problemi è il primo passo e il presupposto per iniziare davvero a risolverli",
Wang Canfa ha ricordato come il principale problema da affrontare sia
l'inadeguatezza delle misure legislative attualmente vigenti nel Paese.
"Per esempio- ha dichiarato Canfa- accade che le persone
giudicate responsabili dell'inquinamento delle falde acquifere con
rifiuti tossici ricevono solo una multa, ma non affrontano cause penali,
in quanto non abbiamo le leggi in materia.
Quindi lo scarico illecito è
più economico per le aziende, rispetto al costoso trattamento chimico
dei rifiuti".
[Via: Agi]
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