Tratto da La Stampa
Greenpeace: centrali carbone uccidono 2 persone all'ora.
Presentato oggi rapporto "Silent Killer"
Roma, 12 giu. (TMNews) - I fumi emessi dalle ciminiere delle centrali
elettriche a carbone, in Europa, uccidono più di due persone l'ora. È
questo il dato più allarmante del rapporto "Silent Killers", presentato
oggi da Greenpeace.
Lo studio, basato su una ricerca condotta dall'Università di Stoccarda,
evidenzia gli impatti sanitari dell'inquinamento prodotto dalla
combustione del carbone nei Paesi dell'UE: 22.300 morti premature - su
base annua - equivalenti alla perdita di 240.000 anni di vita. I fumi
delle centrali censite nella ricerca determinano inoltre la perdita
annua di 5 milioni di giornate lavorative.
Secondo il rapporto, nel 2010 il carbone ha causato in Italia 521 morti
premature, equivalenti a 5.560 anni di vita persi, e determinato la
perdita di 117 mila giornate di lavoro. Enel, la grande multinazionale
elettrica italiana, è la quinta peggior compagnia a livello europeo, in
termini di impatti sulla salute, se si includono anche le emissioni
delle centrali della Slovenské Elektrárne, controllata da Enel per il 66
per cento.
Alla produzione di Enel, nel 2010, secondo la ricerca dell'Università di
Stoccarda, è riferibile una stima, in tutta Europa, di 11.660 anni di
vita persi. Enel è anche la quarta peggior compagnia europea per quanto
riguarda il carbone "di domani", ovvero gli impatti sanitari che si
avrebbero dalle centrali in progettazione o in via di realizzazione.
Proprio agli impianti che potrebbero vedere la luce nei prossimi anni è
dedicato un capitolo dello studio dell'università tedesca: 52 progetti
di nuove centrali risultano attualmente in fase di realizzazione o di
autorizzazione.
Se entrassero in funzione, ogni anno in Europa si
avrebbero danni alla salute umana equivalenti alla perdita di ulteriori
32 mila anni di vita. Tenendo conto del fatto che una centrale opera
normalmente per un ciclo di vita di 40 anni, in prospettiva questi
progetti equivarrebbero alla perdita di 1,3 milioni di anni di vita.
TMNews
Il carbone uccide 22.300 europei ogni anno
Molte volte ci concentriamo sugli altri Paesi, criticando il livello di inquinamento
in cui vivono, dimenticandoci che in casa nostra la situazione non è
che sia delle migliori.
Lo dimostra un recente studio commissionato da Greenpeace che ha dimostrato che nella nostra vecchia cara Europa
l’inquinamento è pericoloso quanto in Cina, negli Stati Uniti o negli
altri Paesi che normalmente critichiamo.
Talmente pericoloso da costare 22.300 morti all’anno.
Numeri da paura, che probabilmente inquietano ancora di più
considerando che sono stimati prendendo in considerazione soltanto le
300 centrali a carbone principali del Continente
europeo.
Queste stragi si vanno poi a sommare ai danni provocati
all’ambiente, alle città, ma anche ai cittadini stessi che si devono far
curare, e costano così allo Stato miliardi di euro.
Secondo lo studio, realizzato dall’Università di Stoccarda, se il
piano previsto per i prossimi anni di aprire altre 50 centrali a
carbone dovesse davvero essere realizzato, si potranno aggiungere a
questi decessi altri 2700 morti, portando così il numero a 30 mila
decessi tondi ogni anno. Un aspetto che in pochi considerano è anche la
pericolosità sociale di questa fonte.
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I SOPRASTANTI ARTICOLI SONO DEDICATI
A CHI PER I NOSTRI TERRITORI DELIBERA ED AUTORIZZA ANCORA TANTO
CARBONE,OLTRETTUTTO CON ALCUNI LIMITI DI EMISSIONE INNALZATI.........
(Alla luce di queste importanti minacce alla salute pubblica causate dalla concessione dell’innalzamento dei limiti di emissione del CO, i Medici per l’Ambiente, come sempre, non possono che schierarsi strenuamente in difesa della popolazione )
LE ISTITUZIONI SI
SONO ASSUNTE E CONTINUANO AD ASSUMERSI UNA GRANDE RESPONSABILITA'
POICHE' LE LORO DECISIONI SCAVALCANCANO E POCO CONSIDERANO IL SACROSANTO
DIRITTO ALLA SALUTE DEI CITTADINI ,SANCITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE ,
MA IN REALTA' POCO........ TUTELATO NEI FATTI.
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