Tratto da La Repubblica
Città inquinate, sindaci colpevoli
Guglielmo Pepe
Tra i fattori scatenanti il tumore al polmone – una delle primissime cause di morte nei paesi occidentali, pertanto malattia molto grave – fino ad oggi si è individuato come nemico soprattutto il fumo da sigaretta. E certamente le campagne antifumo hanno portato a risultati incoraggianti. Ma è sempre stata una scelta parziale. E oggi grazie a Lancet comprendiamo perché. Lo studio fatto per 13 anni di fila su 300mila persone di 9 paesi europei è molto chiaro: la presenza delle polveri sottili tossiche nell’aria delle città fa aumentare il rischio di cancro polmonare. Più preoccupante il fatto che noi italiani stiamo peggio di altri, in base ai dati rilevati tra gli abitanti di Torino, Varese e Roma.
Questo significa che chi ha amministrato le tre città negli ultimi 13 anni ha sottovalutato le conseguenze dell’inquinamento atmosferico, oppure non ha preso misure sufficienti per ridurre l’impatto delle polveri sottili. È vero che queste polveri sono prodotte dai gas di scarico dei motori, dalle emissioni degli impianti di riscaldamento e delle attività idustriali, e quindi le “colpe” ricadono anche sugli amministratori regionali, sui ministri dell’ambiente, sulle industrie private.
Tuttavia la vita metropolitana, e quel che produce di aria malsana, riguarda un numero maggiore di persone. Per questa ragione i sindaci sono, o dovrebbero essere, in prima fila nella salvaguardia della salute pubblica.
La ricerca fa riflettere sull’importanza che viene attribuita alle lotte dei cittadini contro l’inquinamento atmosferico. Lancet ci fa capire che le proteste non sono motivate da atteggiamenti ideologi o pregiudizi, ma da precise ragioni.
Purtroppo, e spesso, le richieste a difesa della salute delle persone e dell’ambiente, restano inascoltate dalla politica.
Che talvolta non solo è impotente, ma si lamenta se interviene la magistratura a tutela dei diritti delle persone (e la salute è un diritto sancito dalla Costituzione: articolo 32).
Pertanto i sindaci di Torino, Varese e Roma si leggano attentamente la ricerca di Lancet e agiscano di conseguenza.
Anche perché potrebbero innescarsi delle class action contro gli amministratori – locali e nazionali – che fanno poco contro il “mal d’aria”.
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