Tratto da QualEnergia
Quei 160 milioni di euro pubblici che finiranno agli impianti inquinanti costruiti negli ultimi 4 anni.
Circa 160 milioni di euro di fondi pubblici che sarebbero dovuti servire a ridurre le emissioni di CO2 paradossalmente finiranno come rimborsi agli impianti inquinanti entrati in esercizio negli ultimi quattro anni.
Oltre 51 milioni andranno alla sola centrale a carbone Enel di Torrevaldadiga Nord, a Civitavecchia, tra i maggiori emettitori di CO2 in Italia...
All'Ilva di Taranto di milioni ne andranno oltre 3, e la lista dei beneficiati continua (comprendendo anche impianti meno impattanti, come i cicli combinati a gas): Sorgenia riceverà 25 milioni spalmati su 3 impianti, Ergosud 9 milioni, Eni Power quasi 7 milioni, Tirreno Power 4,4 milioni e decine di altre aziende avranno somme minori.
Gli importi, stabiliti con due delibere emesse dall'Autorità per l'energia lo scorso 25 luglio (vedi allegati in basso), si riferiscono ai rimborsi dovuti ai cosiddetti nuovi entranti italiani nel sistema ETS, il meccanismo europeo di scambio delle emissioni. Soldi che sono garantiti agli impianti entrati in esercizio negli ultimi anni nonostante la riserva loro destinata fosse esaurita: grazie a un intervento del governo Berlusconi del 2010, infatti, i fondi verranno presi dai proventi della vendita all'asta dei permessi ad emettere. Proventi che, come anticipato, in teoria debbano essere destinati, oltre che a risanare le casse statali, a sostenere investimenti per ridurre la CO2.
Come commenta Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club: “In questo modo si è svuotato di significato un meccanismo nato per ridurre le emissioni. Lo si è trasformato in un incentivo al contrario che paradossalmente rimborsa i grandi emettitori.
Se si guarda al caso della centrale Enel di Civitavecchia non c'è bisogno di aggiungere altro”.
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