Tratto da Zeroemission
Carbone nel Sulcis: il "Dl Fare2" incentiverà nuova centrale
In Italia, mentre diverse centrali a carbone saranno costrette a chiudere per eccesso di produzione elettrica, il Governo, nel nuovo Decreto del Fare intende incentivarne una nuova. Realacci: "Sembra di stare su Scherzi a parte"
All'interno del cosiddetto "Decreto del Fare 2" è stata presentata infatti una gara per la realizzazione di una centrale a carbone nel Sulcis in Sardegna, con stoccaggio di CO2, al vincitore della quale sarà concesso un incentivo per 20 anni pari a 30 euro a MWh con gli oneri a carico del sistema elettrico tramite prelievo in tariffa.
“E’ da 'Scherzi a parte', come sembra voler fare il governo nel Decreto del Fare 2, incentivare nel 2013 una nuova centrale a carbone quando tante dovranno essere chiuse per eccesso di produzione termoelettrica tradizionale”, ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.
“E’ da 'Scherzi a parte', come sembra voler fare il governo nel Decreto del Fare 2, incentivare nel 2013 una nuova centrale a carbone quando tante dovranno essere chiuse per eccesso di produzione termoelettrica tradizionale”, ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.
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Tratto da Il Fatto Quotidiano
Energie rinnovabili, chi l’ha detto che fanno crescere il costo delle bollette?
........chi l’ha detto che il sostegno alle rinnovabili debba essere pagato dagli utenti e non piuttosto da chi inquina e ha finora scaricato sulla società tutte le esternalità che non hanno mai pagato?
Dall’inizio del 2013 è stato sferrato un attacco pesantissimo alle rinnovabili da parte delle più grandi testate giornalistiche nazionali, ispirate ai comunicati delle lobby energetiche.
Queste continuano a guardare di traverso e con insofferenza
all’influenza ormai rilevantissima del solare, dell’eolico e del
mini-idroelettrico, sulla struttura di produzione e di distribuzione
elettrica nazionale. Evidentemente Enel, Eni e Assoelettrica hanno fatto
male i loro conti quando hanno investito sull’esclusiva predominanza dei fossili.
I loro manager poi, così abituati ad avere ai loro piedi
l’establishment politico che li designa, hanno chiesto ai politici e ai
media di coprire loro le spalle influenzando l’opinione pubblica........
Forte di questa campagna mediatica, il ministro Zanonato, dopo un colossale infortunio sulla necessità di tornare al nucleare, si è gettato a testa bassa contro il caro bollette. Cosa ragionevole, se si ragionasse a 360 gradi, non imputando alle rinnovabili tutte le colpe dell’incremento dei prezzi dell’energia in Italia. L’obiettivo del ministro, a quanto emerso dalle sue dichiarazioni, è di tagliare di 3 miliardi il costo delle bollette spalmando su più anni i pagamenti in favore di chi ha diritto agli incentivi, o facendo pagare gli oneri di sistema per ridurre il peso della componente A3 in bolletta.
Il prof. Ragazzi e l’onere della prova: chi l’ha detto che le rinnovabili fanno crescere il costo delle bollette?
È vero che il costo elettrico cresce ”perché abbiamo molti incentivi sulle rinnovabili”? Certamente c’è un effetto, ma ci sono molti vantaggi. Ad esempio, lo studio di Althesys stima un “peak shaving” netto di 838 milioni di euro, grazie al fatto che con l’avvento delle rinnovabili il picco di prezzo non coincide più con la massima domanda di energia elettrica.
Soprattutto, Ragazzi mette nell’oblio il problema della dipendenza del nostro paese dalle fonti fossili e la crescita continua dei loro prezzi. Negli ultimi dieci anni la bolletta media degli italiani è cresciuta nella voce “energia e approvvigionamento”, passando da 106 a 293 euro (+177% per famiglia).
Per non parlare poi dei sussidi alle fonti fossili, gli oneri impropri, gli sconti ai grandi consumatori di energia elettrica, che ammontano a circa 6 milardi di euro (che il nostro mette in un unico mucchio con gli incentivi per Pv).
Il decreto Fare2: difendere la proprietà, incentivare il carbone e destrutturare il sistema delle rinnovabili
Che dire allora degli incentivi per il “carbone pulito”, dell’idea di caricare sugli autoproduttori i costi per aggiornare la rete, proprio mentre le “larghe intese” patteggiano il taglio dell’Imu? Non si può sorvolare sul fatto che, proprio per finanziare la cancellazione dell’Imu, è stato deciso un prelievo (300 milioni di euro) dai fondi destinati a efficienza e rinnovabili.
È come se questi 300 milioni fossero presi dagli oneri di sistema che tutti paghiamo nelle bollette e, quindi, come se fossimo costretti ad aumentare il peso del prelievo con la voce A3. Ma non basta.
Nel decreto del Fare2 (articolo 3) si prevedono finanziamenti fino a 63 milioni di euro l’anno per venti anni per realizzare una centrale elettrica a carbone con cattura di CO2 nell’area del Sulcis, con un incentivo ventennale di 30 euro a megawattora prodotto (più degli scandalosi 28 euro/MWh per il biogas!).
E chi pagherà? Il sistema elettrico nazionale, ancora con un prelievo in tariffa. Ovvero altri soldi a carico delle famiglie .
Se questa è la logica adottata, chi l’ha detto che il sostegno alle rinnovabili debba essere pagato dagli utenti e non piuttosto da chi inquina e ha finora scaricato sulla società tutte le esternalità che non hanno mai pagato?
(ha collaborato Giovanni Carrosio)
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