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30 novembre 2013

La Repubblica :Tirreno Power, le ceneri seppellite in Piemonte

Tratto da "la Repubblica "




Tirreno Power, le ceneri seppellite in Piemonte

La Dda indaga sullo smaltimento illecito. Indagati i titolari di ditte di trasporto e smaltimento con due dirigenti della centrale
I Tir, carichi di tonnellate di ceneri provenienti dalla Centrale Termoelettrica di Vado Ligure, avrebbero scaricato e smaltito i rifiuti speciali dentro enormi crateri, scavati a cinque, dieci metri di profondità, poi coperti da terra, in aperta campagna, nel Basso Piemonte. È l'ipotesi investigativa sulla quale lavora la Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, che sospetta il reato di "smaltimento illecito di rifiuti" ed ha indagato una decina di persone: due alti dirigenti della Centrale Tirreno Power, altrettanti titolari delle ditte specializzate nello smaltimento, più una mezza dozzina di autotrasportatori che facevano la spola tra Savona, il Cuneense e l'Astigiano.

Il fascicolo, affidato al pm Giovanni Arena della Dda, è stato aperto prima dell'estate, su indagini condotte dai carabinieri del Noe che di nascosto hanno seguito i tir. Anche se fonti investigative molto accreditate raccontano che già un anno fa la Guardia di Finanza di Savona si era presentata ai laboratori dell'Arpal con alcuni campioni di sostanze prelevate in Piemonte, chiedendo di analizzarle e verificare se fossero compatibili con le ceneri prodotte dalla Tirreno Power.

Il fascicolo della Dda sulla centrale termoelettrica si affianca ad una doppia inchiesta per disastro ambientale e omicidio colposo, aperta dalla Procura della Repubblica di Savona, nata dagli esposti dei comitati di residenti che denunciano un elevato indice di tumori e di mortalità nelle zone circostanti. Anche se i controlli di Arpal riferiscono che le emissioni di fumi sono nella norma.
Cosa c'è, però, dietro la vicenda sullo smaltimento degli scarti della centrale, sotto certi aspetti misteriosa, di cui si occupa l'Antimafia? Secondo quanto trapela dalla Procura della Repubblica di Genova, enormi quantitativi di ceneri "bianche" e "nere" sarebbero state "distrutte" illegalmente. Le "nere" provengono dalla combustione diretta del carbone. Le "bianche" sono il risultato dell'abbattimento dell'anidride solforosa e solforica mediante calce: si ottiene solfato di calcio (gesso comune).

Entrambe le sostanze sono considerate rifiuti speciali, non pericolosi, tantomeno tossiconocivi. Necessitano però di smaltimento autorizzato: trasferite in opportuni stabilimenti industriali, lavorate per la produzione di mattoni per pavimentazione. Il processo più sbrigativo e meno costoso, adottato dalla criminalità organizzata che fa affari con i rifiuti, è quello di interrarle, destinandole a cave abbandonate
nel Sud Italia, come scoperto in precedenti inchieste. Oppure, interrandole, come avrebbero scoperto i carabinieri del Noe di Genova.

Perché, però, se ne occupa la Dda, ancorché la vicenda non sia direttamente collegata alle ecomafie, a 'ndrangheta e camorra? "Nel caso di attività organizzata, è di nostra competenza", spiega il procuratore capo, Michele Di Lecce, che coordina il pool antimafia.

L'inchiesta su Tirreno Power è blindata, anche se Di Lecce conferma che è aperto un altro fronte investigativo, seguito dalla Dda di Torino. Inoltre, precisa che devono essere vagliate attentamente le diverse posizioni: accertare se lo smaltimento illecito sia stato compiuto con la connivenza dei dirigenti della centrale di Vado. Oppure, se loro pagassero, convinti che i rifiuti andassero negli stabilimenti per le lavorazioni industriali; ignari, invece, dell'interramento.





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...... In realtà i problemi sono più d’uno. Partiamo dalle ceneri. In più punti della relazione istruttoria pubblicata dalla regione si assicura che le ceneri el carbone rientrano nella categoria dei rifiuti non pericolosi. Ma sulla questione i pareri tecnici sono perlomeno discordanti.

Le ceneri da carbone sono identificate dal codice CER 100102 e classificate come rifiuto speciale non pericoloso in base al Decreto Ronchi che riporta in allegato il Catalogo Europeo dei Rifiuti. Inoltre il Decreto Ministeriale 05/02/98 indica la produzione di calcestruzzi e di manufatti prefabbricati in calcestruzzo fra i settori produttivi di riutilizzo delle ceneri. Alcuni studi però sembrano dimostrare che tali ceneri proprio innocue non siano.

Il carbone infatti contiene sostanze molto nocive per l’uomo come l’arsenico, il mercurio, il selenio, e persino elementi radioattivi come l’uranio, il torio e i prodotti del loro decadimento, radio e radon. Secondo uno studio di qualche anno fa pubblicato dalla rivista Scientific American le ceneri rilasciate dalle centrali a carbone sarebbero persino più radioattive di quelle delle centrali nucleari:
“I rifiuti prodotti da impianti di carbone sono in realtà più radioattivi di quelli generati dai loro omologhi nucleari. Infatti le ceneri volatili emesse da una centrale elettrica – come conseguenza della combustione del carbone per produrre l'energia elettrica – generano nell'ambiente circostante radiazioni 100 volte superiori rispetto ad una centrale nucleare che produca la stessa quantità di energia. […] Quando il carbone è bruciato in ceneri volanti, uranio e torio sono concentrati fino a 10 volte i loro livelli originali”.

.......La storia di Bassano è comune a molti piccoli centri limitrofi alla capitale, che pagano dazio per la vicinanza con un mostro urbano capace di divorare ogni giorno enormi quantità di energia e di produrre quantitativi di rifiuti che non riesce in alcun modo a smaltire. Che dunque succhia energia dalle zone circostanti e vi getta i propri scarti.

 .......Le amministrazioni locali non hanno generalmente la forza politica per opporsi a tali progetti, spinti dai colossi nazionali dell’energia e dei rifiuti, appoggiati dalla classe politica. Spesso sono costrette a piegare il capo e assistere al progressivo degrado del proprio territorio.
Al tempo stesso sono sempre più numerosi i gruppi e comitati di cittadini che si oppongono a questo genere di opere, dai vari comitati “No inceneritori”, alle reti “No Coke”. Tutti in lotta per non vedere il proprio futuro, letteralmente, andare in cenere.

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