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03 dicembre 2013

Tratto da "La Stampa:il TAR Lazio il 13 febbraio 2014 discute i ricorsi relativi a " Tirreno Power"

Tratto  da La Stampa on line

 

Tirreno Power, il Tar Lazio a febbraio discute i ricorsi




MARCO RAFFA

Quattro giorni di audizioni  a Roma per acquisire elementi ai fini delle indagini in corso per disastro ambientale sulla centrale Tirreno Power di Vado-Quiliano. Il procuratore Francantonio Granero è tornato ieri nel suo ufficio di Savona dopo la «missione» romana che l’ha visto impegnato con la collega Chiara Maria Paolucci.  

Consueto «no comment» sul contenuto e anche sulla natura delle audizioni che hanno comunque coinvolto tecnici e funzionari degli organismi che, a vari livelli, hanno partecipato sia all’istruttoria dell’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) «transitoria» del settembre 2012 per l’ampliamento della centrale, sia negli anni precedenti alla concessione delle autorizzazioni alla centrale. E quindi Ministero dell’Ambiente e Ispra, l’organismo di certificazione ambientale che ancora nell’autunno 2012 aveva dato parere favorevole alla procedura di concessione dell’Aia. 

A fronte delle continue segnalazioni di ambientalisti ed esperti anti-carbone circa presunti sforamenti dei parametri di legge sulle emissioni della centrale (puntualmente smentiti da Tirreno Power alla luce delle certificazioni ottenute) la Procura di Savona, in parallelo con gli esiti della maxiperizia sugli effetti su ambiente e salute, vuole capire «chi ha ragione». E cioè se davvero Tirreno Power opera nel più rigoroso rispetto dei valori di legge, come l’azienda ribadisce ogni volta, o se invece ci sono «zone d’ombra» proprio nella quantificazione di questi valori. Un compito, quello di Granero e Paolucci, non proprio facilissimo visto che si tratta di mettere in dubbio «certezze» che a tutti i livelli, da Roma alla Regione Liguria, si davano finora per acquisite. 

Intanto c’è attesa per l’udienza del Tar Lazio che il 13 febbraio 2014 esaminerà per la prima volta i ricorsi presentati da Comuni e ambientalisti. 
Il Comune di Vado era stato tra i primi ad attivarsi nel marzo 2012, parecchi mesi prima dell’ok del Ministero dell’Ambiente all’Aia. All’indomani del quale, però (settembre 2012) le dichiarazioni dei sindaci Caviglia (Vado) e Ferrando (Quiliano) erano state di cauta soddisfazione. Salvo pochi mesi dopo (marzo 2013) presentare un esposto di entrambe le amministrazioni motivato, avevano dichiarato i due sindaci, «dal mancato accoglimento delle richieste che i Comuni hanno avanzato in sede di conferenza dei servizi». 

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  Oggi 3 dicembre 2013  IN ATTESA DEL 13 FEBBRAIO 2014 e della discussione dei ricorsi   un po' di Storia del 2012  .......

ANCHE L'ORDINE DEI MEDICI BOCCIA L' AIA.

COMUNICATO DELLA RETE SAVONESE FERMIAMO IL CARBONE del 16 settembre 2012

Il Comune di Quiliano, nella delibera di giunta del 15 settembre 2012 esprime “parere contrario interlocutorio” con riferimento, non già al merito dell’adeguamento degli impianti esistenti dovuto per legge ormai da anni, ma avente come precisa indicazione il progetto di potenziamento.
 

Ribadiamo che la procedura di AIA per i vecchi gruppi deve essere distinta da altre procedure e prevedere l'adeguamento immediato alle migliori tecnologie dovute ormai da troppi anni: nella nostra diffida dello 12 settembre scorso abbiamo già chiesto e ribadiamo oggi lo scrupoloso rispetto delle normative di legge italiane ed europee rifuggendo qualsiasi ipotesi di AIA più o meno transitoria, che riteniamo un’inaccettabile scorciatoia che, lungi dall’assicurare la tutela dei cittadini e del territorio, ci appare come un incomprensibile ed enorme vantaggio nell’esclusivo interesse economico di Tirreno Power.
 
Gli amministratori e i funzionari che non pretendano, come dovuto, il rispetto delle normative AIA, anche attraverso più o meno sottili distinguo, evidentemente sono consapevoli di assumersi tutte le responsabilità, anche penali, conseguenti.

 
Ribadiamo che la nostra diffida non è uno sterile esercizio dialettico ma che è nostra fermissima intenzione, nei casi evidenziati nella stessa, darvi concreto seguito in tutte le sedi e con tutte le azioni legalmente consentite, a tutela della salute e del territorio.
 

                     
Rete Savonese Fermiamo il Carbone

Ripubblichiamo anche il  comunicato del  17settembre 2012

Comunicato

Abbiamo appreso della concessione dell’AIA ai vecchi gruppi a carbone della centrale.

In attesa di conoscere i dettagli, ribadiamo la ferma intenzione di procedere con la massima decisione con la Rete Savonese Fermiamo il Carbone affinché la cittadinanza non sia costretta a subire ancora per molti anni gli effetti inquinanti di impianti che non siano adeguati come legge; oggi ci è stato ribadito il massimo sostegno delle associazioni nazionali Greenpeace, Legambiente e WWF che oggi sono state al nostro fianco nella audizione alla conferenza dei servizi.

Se sono vere le prime notizie, la nostra battaglia a difesa dei valori della salute e del rispetto delle leggi continuerà con più determinazione che mai nei riguardi di tutti coloro che risulteranno aver avallato decisioni che riteniamo indifendibili.


Di seguito un breve resoconto dei nostri interventi che parrebbero essere stati assolutamente inascoltati.

Oggi 17 settembre 2012 alcuni rappresentanti della nostra associazione sono stati ascoltati dai componenti della Commissione prima dell’inizio dei lavori della Conferenza stessa alla Conferenza dei Servizi per l’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa alla centrale termoelettrica di Vado Ligure Quiliano.
Seduti al Tavolo, oltre ai Componenti designati dal Ministero Ambiente, abbiano notato le delegazioni di Regione Liguria e  dei comuni di Vado e Quiliano.
Seduti al nostro fianco  i rappresentanti a livello nazionale di Greenpeace, Legambiente e WWF che appoggiano fermamente la nostra azione a tutela della salute e del territorio.
Abbiamo sinteticamente illustrato le nostre ultime osservazioni presentate alla conferenza che in ogni caso alleghiamo in versione integrale.


  1. nel merito della possibilità dei due gruppi a carbone di essere adeguati alle migliori tecnologie e quindi di ottenere l’AIA abbiamo ribadito che la stessa Società proprietaria della centrale    ,a proposito dei sistemi dei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 , afferma “non permettono ulteriori improvement tecnologici”. Abbiamo ricordato quanto affermato dai sindaci di Vado e Quiliano in un documento ufficiale del 2009 “Mancano quindi i presupposti per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per quanto riguarda gli esistenti gruppi 3 e 4Nel ribadire quindi l’opposizione di queste Amministrazioni al rilascio di una nuova autorizzazione per nuovi impianti, si chiede che quella relativa all’esistente sia subordinata alla cessazione della attività dei gruppi 3 e 4"  e quindi che  a noi appare  con tutta evidenza come i gruppi a carbone 3 e 4 non siano in grado di essere adeguati alle migliori tecnologie previste dalle norme che regolano l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Tutti i punti evidenziati (ipotesi, progetti, commistioni tra procedimenti ex 55/2002 per il nuovo gruppo  e procedimenti AIA per i vecchi gruppi a carbone) ci inducono infatti a ritenere che dal lontano 2007 si sia cercato di creare le condizioni per superare lo scoglio della dichiarata (dalla stessa azienda) impossibilità di “improvement tecnologico” dei vecchi impianti a carbone. Inoltre abbiamo evidenziato i preoccupanti dati del biomonitoraggio  lichenico  invitando la commissione a tenere conto delle considerazioni  dell’illustre Prof Tamino che abbiamo presentato e che concludono  “Tutto ciò, fermo restando la necessità di ulteriori approfondimenti e di ulteriori indagini, indica un forte inquinamento antropico della zona, causato, se non esclusivamente, sicuramente in parte rilevante dalla centrale di Vado Ligure.”
·         Le indebite e reiterate commistioni della procedura AIA con la procedura di autorizzazione nuovo gruppo da 460 MW.
·         La inaccettabilità di ipotesi di “Funzionamento su scala ridotta che con una indicazione di emissioni massiche annuali, manterrebbe comunque le emissioni specifiche a livelli di molto superiori al limiti  BAT andando direttamente ad interferire  con gli aspetti di impatto ambientale e impatto sanitario che, come noto, si basano su dati di concentrazione “dose-effetto
·         Legge Seveso e effetto domino con stabilimenti a rischio incidente rilevante nelle immediate vicinanze .
Abbiamo poi concluso con le affermazioni ufficiali dell’Ordine dei Medici  sottolineando che la commissione sta decidendo se  e come mantenere in funzione i vecchi gruppi a carbone a proposito dei quali  l’Ordine  ha parlato di minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona”.

Sono intervenuti poi i rappresentanti delle Associazioni Nazionali: Greenpeace, Legambiente e WWF.Confermando il loro pieno e totale  appoggio  alla azione della Rete Savonese Fermiamo il carbone anche e soprattutto nelle azioni concrete.
E’ stato sottolineato come siano anacronistici progetti come quelli che puntano sul carbone: non possiamo basare il nostro futuro energetico ancora sul carbone.  
Greenpeace ha presentato e consegnato un documento che costituisce una anteprima assoluta  di una serie di campionamenti su alcuni pesci nel mar Ligure . Dalle analisi finora effettuate  non si rilevano superamenti dei limiti con l’unica eccezione del sito di Vado Ligure: sebbene sia impossibile una corrispondenza univoca tra la centrale a carbone e valori di mercurio e piombo in alcune specie ittiche nello specchio acqueo a sud della centrale, questo è un campanello d’allarme piuttosto serio.

Abbiamo concluso l’intervento ricordando a nome della Rete Fermiamo il Carbone che non avremmo accettato alcun tipo di concessione AIA qualora fosse ancora consentito ai vecchi gruppi di funzionare in modo non conforme alle normative in vigore e , con il convinto sostegno delle associazioni nazionali, la nostra ferma intenzione a intraprendere tutte le azioni legalmente consentite.
 
Abbiamo presentato infine eccezione sulla regolarità e validità della conferenza.

Uniti per salute onlus

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