Tratto da Qualenergia
I dinosauri che vogliono rallentare la svolta energetica
Anche in Germania c'è una forte opposizione
al cambio di paradigma energetico. Il cantiere “Energiewende”, la
svolta energetica tedesca, è un duro campo di battaglia tra i grandi
gruppi dell'energia, da una parte, e gli imprenditori delle rinnovabili e
dell'efficienza, dall'altra.
La Germania è il primo Paese industriale che vuole riorganizzare in pochi decenni il suo sistema energetico senza nucleare e senza carbone. Il discorso parte da lontano. Esce nel 1980 il rapporto dell’ecoistituto di Freiburg, “Energiewende-Svolta energetica. Crescita e Benessere senza Petrolio e Uranio”.
In un libro di 230 pagine fitte fitte con tabelle su tabelle e scritto
per gli addetti ai lavori, gli autori smontano gli scenari ufficiali
della politica e dell’industria sui futuri fabbisogni energetici della
Germania, descrivendoli come ricerca scadente nel caso migliore e più
plausibilmente come bugie per spingere alla costruzione di più centrali
termoelettriche e nucleari.
Il libro diventa un bestseller e l’idea di poter fare senza il fossile e il nucleare ha un nome: Energiewende.....
Il cantiere “Energiewende” è stato un campo di battaglia fin dall’inizio e oggi, quando i “grandi quattro”
nel settore energetico (E.ON, RWE, Vattenfall, EnBW) cominciano a
sentire la concorrenza dei tanti piccoli produttori, la lotta comincia a
farsi dura. Per capire meglio la dinamica del percorso che fin
dall’inizio è sempre stato anche conflittuale occorre guardare i
contendenti.
La Energiewende parte con il “conto energia”
del Governo democristiano-liberale di Helmut Kohl, una legge del 1990
che non è nata alle scrivanie di qualche ministero ma “dal basso”, opera
di alcuni deputati illuminati (Hermann Scheer e altri)
e di un gruppo sempre più grande di esperti delle rinnovabili, del
quale l’ecoistituto di Freiburg era solo un inizio, sostenuti da un
ampio movimento contro il nucleare e a favore delle rinnovabili con
radici in scuole, aziende, chiese, sindacati, quartieri.
Si affianca un gruppo crescente di imprenditori delle rinnovabili
che creano posti di lavoro, garantiscono crescita e tirano
l’esportazione.
.......
Perché attualmente l’energia elettrica da fonti rinnovabili ha la precedenza assoluta
a sfavore di quella da carbone, da metano e da nucleare con la
conseguenza che il boom delle rinnovabili ha fatto scendere il prezzo
dell’energia elettrica alla Borsa e abbassato il grado di sfruttamento
delle centrali termoelettriche e nucleari. Le quattro giganti hanno
subìto riduzioni dei loro guadagni, in passato
giganteschi; per esempio E.ON ha dovuto accontentarsi nella prima metà
del 2013 di 5,7 miliardi di euro, un 15% in meno dell’anno precedente.
RWE ha cominciato ad abbassare i costi attuando profonde
ristrutturazioni con 2.400 posti di lavoro in meno o dislocati in
Polonia.
.....La palla è nel cortile del nuovo Governo democristiano-socialdemocratico,
o meglio, nei cortili dei due partiti che portano avanti i negoziati
sulla politica energetica del nuovo Governo per il 2013-2017. .........
I dinosauri nella politica e nell’industria vogliono rallentare la svolta energetica,
adattarla ai tempi di ammortamento delle grandi centrali
termoelettriche e portarla avanti in un sistema energetico
centralizzato.
Si vedrà fino a che punto le forze delle rinnovabili e
dell’industria dell’efficienza, che puntano su un sistema decentrato di
produzione dove rimarrebbe poco spazio per i grandi produttori, si sono
consolidate per contrastare il revisionismo dei dinosauri che muoiono,
come si sa, molto lentamente.
L'articolo è stato pubblicato sul n.5/2013 della rivista bimestrale Qualenergia, con il titolo "L'energia dei dinosauri".
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