Tratto da Ecoblog
Il gelo negli USA dovuto alle fluttuazioni del vortice polare: la colpa è sempre del global warming
Il global warming causa un indebolimento del polar vortex, con formazione di meandri di aria fredda che si insinua nelle zone temperate; è ciò che accade nel nord est degli USA, con temperature calate decine di gradi sotto lo zero.
Questo inizio 2014 verrà ricordato per le temperature estremamente basse registrate nel nord est degli USA: -12 a Chicago, -23 a Minneapolis fino al record di -56 °C a Duluth, Minnesota.
Come al solito, la causa va ricercata nel global warming,
per quanto la cosa possa apparire paradossale a prima vista. Il freddo
estremo è infatti dovuto ad uno spostamento verso sud dei meandri della
corrente a getto polare (nota anche come onda di Rossby), come si può vedere dal grafico in alto generato dal sito di previsioni ECMWF (1). E’ da notare che si sono registrate zone di freddo intenso fino a latitudini di 40 °C
A grandi linee
questo significa che la minore copertura di neve sulla terra e di
ghiaccio sul mare determina un maggiore assorbimento di energia nelle
zone artiche con conseguente maggiore evaporazione e alterazione dei
gradienti di temperatura e pressione del vortice polare, causandone un indebolimento.
Crescono così i meandri del vortice verso sud e
verso nord, con l’effetto di avere temporaneamente zone fredde nelle
temperate e zone calde in quelle artiche, come si vede nello schema qui
sotto.La situazione europea è al momento diversa, perchè ci troviamo in un “meandro caldo”, ma non possiamo escludere che la morsa del gelo non arrivi prima o poi anche qui.
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