Tratto da qn.quotidiano.net
Durissimo attacco dei vescovi contro quanti violano l'armonia del Creato
Richiamo ai cristiani a farsi guardiani del giardino che fu affidato all'uomo. "Chi ha tristemente inquinato deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto". Messaggio in vista della Giornata mondiale della "custodia" di inizio settembre
Roma, 15 giugno 2014 - Serve "una chiara denuncia nei confronti di chi viola l'armonia del Creato", che oggi "spesso parte da persone che si fanno sentinelle dell'intero territorio, talvolta pagando di persona". Lo affermano i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata della savaguardia del Creato che si celebrerà il primo settembre.
"Siamo loro profondamente grati - scrivono i presuli con chiaro riferimento all'impegno delle comunità ecclesiali in Campania riguardo alle discariche abusive - perché ci hanno insegnato un metodo: ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto".
Secondo i vescovi, "in particolare va bloccata la criminalità che ha speculato sui rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte, distruggendo la salubrità dell'ambiente". Il messaggio è a firma della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo ed è pubblicato integralmente oggi dal quotidiano cattolico Avvenire.
Si intitola "Educare alla custodia del creato per la salute dei nostri paesi e delle nostre città" ed inizia con la citazione di un tremendo passo del libro di Osea che risulta molto attuale per denunciare il degrado ambientale dell'Italia di oggi: a causa del peccato "è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono". "Viviamo con terrore - confidano i vescovi - l'inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. Non sempre le attività produttive sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante. La sete del profitto, infatti, spinge a violare tale armonia, fino alla diffusione nell'ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di tumori. Non sempre ci accorgiamo subito di questa violenza contro il territorio. Anzi, spesso è mistificata ed altre volte viene addirittura giustificata".
"Di fatto - continua il testo - la consapevolezza davanti a questi comportamenti criminali richiede tempi lunghi. Matura sempre lentamente, spesso solo tramite la dedizione, eroica, di chi, facendo il proprio lavoro con serietà, è come se si immolasse per creare tra la gente una adeguata coscienza della gravità del problema".
Secondo i vescovi italiani, "pure molto gravi sono le conseguenze disastrose determinate da eventi meteorologici estremi", come "le inattese bombe d'acqua" che hanno provocato "morti, oltre a distruzioni immani di case, fabbriche e strade. Tutto un territorio è messo in ginocchio. E spesso le città colpite restano sole o avvolte da una solidarietà solo emotiva, superficiale. La cosa più grave è la carente consapevolezza da parte della comunità civile nazionale circa le vere cause che a monte determinano questi tristi eventi. Restiamo sì addolorati, ma poco riflettiamo ed ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in discussione il nostro stile di vita".
Per i vescovi italiani, "l'inquinamento, gli eventi meteorologici estremi e l'assenza di una vera cultura preventiva, sono la testimonianza di come 'il giardino in cui Dio ha collocato l'uomo' sia stato violato"."Ai cristiani - dunque - viene chiesto di porre come priorità l'impegno culturale per accrescere una coscienza ecologica, il coraggio della denuncia davanti ai disastri e la capacità di mettersi in rete per sostenere la speranza".
Tutti siamo responsabili della salvaguardia del Creato ed "anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle regole ecologiche", mentre "possiamo rilevare alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente, dove questa rottura dell'alleanza primitiva diventa devastante". "Spesso - concludono i vescovi - il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della vita". Da nove anni la Giornata per la custodia del Creato è un appuntamento fisso per la Chiesa italiana all'inizio di settembre
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