Tratto da Il Fatto Quotidiano
di Maria Rita Dorsogna
Il giorno 9 Giugno più del 50% dell’energia elettrica della Gemania è arrivata dal fotovoltaico, mentre il 15 Maggio 2014 se si considerano assieme fotovoltaico ed eolico, il 74% dell’ elettricità del paese è arrivata da fonti rinnovabili. Si, quasi i tre quarti dell’energia per tutta la nazione.
La regione più a nord del paese, il Schleswig-Holstein, ha anticipato che se tutto va come dovrebbe il 100% della sua energia quest’anno sarà da rinnovabili, vento in primis.
E’ questa l’area più ventosa della Germania, e con una programmazione intelligente in otto anni sono passati dal 30% di produzione di energia elettrica dal vento alla quasi totalità. Sembra fantascienza, ma la regione dello Schleswig-Holstein addirittura progetta di generare il 300% della sua energia da fonti rinnovabili, con l’idea di cedere l’energia in eccesso al resto del paese.
Una recente analisi per conto della ditta Eclareon è giunta alla conclusione che siamo arrivati alla parità dei costi: se si conteggiano tutti i costi, il prezzo di energia dalle rinnovabili e uguale a quello dalle fonti convenzionali.
......Nessuno pensa di tornare indietro in Germania, ed anzi, si guarda al futuro con ottimismo. Ci si aspetta che i prezzi dell’energia presto scenderanno, allo scadere dei contratti stipulati in passato. Ed è indubbio che le scelte fatte hanno favorito l’industria tedesca che gode di prezzi di elettricità bassissimi rispetto ad altri paesi. Nel suo complesso la rivoluzione energetica tedesca – la Energiewende – è stata un successo.
E in Italia?
Beh, basta solo sfogliare le pagine del Wall Street Journal che ha appena mandato un non proprio lusinghiero articolo d’opinione su Matteo Renzi per il decreto “spalma incentivi” secondo il quale gli incentivi stessi in Italia saranno tagliati del 20% in modo retroattivo. Già i governi precedenti avevano cercato di penalizzare l’energia rinnovabile, facendo calare i profitti del 50% dal 2011 ad oggi. Adesso Renzi raddoppia l’accetta.
In Italia sono stati investiti circa 50 miliardi di euro nel reparto fotovoltaico, facendo passare l’Italia dal 20% di rinnovabili nel 2008 al 34% nel 2012, il maggior record europeo dell’epoca. Ad investire privati, banche e capitali stranieri. Ma come per tutti gli investimenti a lungo termine – non solo per l’energia – quello che l’investitore chiede è chiarezza legislativa e la possibilità di programmare in modo tale che l’investimento abbia un senso.
Il WSJ ricorda che in Italia i costi dell’elettricità – anche grazie ai nuovi impianti di energia rinnovabile -sono passati da 76 euro nel 2008 a 48 nel 2014, ma che questi cali dei costi non sono mai arrivati al consumatore. Perché?
Il WSJ fa notare che nel decreto non si attacchi minimanente l’inefficenza del sistema, la rete distributiva, o i costi stratosferici imposti dall’Enel, la quale – usando i soldi degli italiani – si prepara ad investire 9 miliardi di euro nei mercati emergenti.
Il WSJ ricorda che il testo è fatto ad arte per proteggere le banche da eventuali perdite, ma non l’investitore, e che se dovesse essere trasformato in legge questo decreto sarà un impedimento fortissimo ad altri investimenti in Italia, di qualsiasi genere.
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“Don’t forget what Germany is doing right now. It’s changing its power supply. The last time when an energy supply was changed was the industrial revolution; this is something that has never been done before.”
“Mr. Renzi may believe that the markets have short memories, and that this route is easier than reforming the blatant inefficiencies in the Italian energy sector or cutting horrendously high taxes on energy users. Maybe he’s right, but good luck in attracting foreign investors in the future. Don’t come knocking on my door.”
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