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21 settembre 2014

Carbone, se lo conosci lo eviti.

Tratto da comune-info.net

CARBONE SE LO CONOSCI LO EVITI.

di Giorgio Nebbia

Io non amo il carbone, il peggiore di tutti i combustibili fossili. E’ pericoloso e nocivo per gli operai che lo estraggono in gallerie anche a migliaia di metri nel sottosuolo, in mezzo all’umidità, a polveri e a gas esplosivi come il grisou; la movimentazione del carbone per strada, per ferrovia, su navi, con nastri trasportatori, provoca l’immissione nell’aria di polveri; polveri si formano dai depositi di  carbone accanto alle centrali termoelettriche, alle industrie siderurgiche.
La combustione, anche con i migliori accorgimenti, provoca l’inquinamento dell’atmosfera ad opera, oltre che dell’anidride carbonica, di ossidi di azoto e zolfo, polveri, mercurio, idrocarburi aromatici policiclici, alcuni dei quali cancerogeni, tanto che proprio fra tali idrocarburi sono state scoperte, un secolo e mezzo fa, le prime sostanze sicuramente cancerogene. Dopo la combustione restano quantità rilevanti, anche oltre il 10 % del peso del carbone bruciato, di residui di sostanze inorganiche (ceneri) contenenti anche composti di metalli tossici e anche radioattivi; l’uso del carbone in siderurgia (ogni anno, nel mondo, circa un miliardo di tonnellate per produrre circa un miliardo e mezzo di tonnellate di acciaio) richiede la trasformazione del carbone fossile in carbone coke, con liberazione di circa il 30 %, rispetto al carbone trattato, di sostanze solide, liquide e gassose, molte delle quali tossiche; nell’agglomerazione del carbone coke con il minerale di ferro e calcare prima della produzione della ghisa, si formano, a causa della presenza inevitabile di composti contenenti cloro, benzodiossine e benzofurani clorurati tossici.
Come se non bastasse, fra tutti i combustibili fossili il carbone è quello che produce, per unità di calore liberato, la maggiore quantità del gas anidride carbonica CO2 che, finendo nell’atmosfera, contribuisce al riscaldamento planetario e alle modificazioni climatiche.
 Nelle centrali termoelettriche la emissione della CO2 è di 0,8 chili per ogni chilowattora di elettricità prodotta, rispetto a 0,5 chili di CO2 che si liberano quando si produce un chilowattora di elettricità con derivati petroliferi e quasi niente se si usa l’energia del Sole.

Eppure, nonostante questi inconvenienti, la produzione e il consumo annui di carbone nel mondo  hanno raggiunto nel 2013, 7,8 miliardi di tonnellate ....La stessa Italia importa e brucia ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di carbone, di cui circa 15 bruciati nelle centrali termoelettriche e circa 5 impiegati per la produzione dell’acciaio e la Puglia è in testa fra le regioni italiane per il consumo di carbone.......

Molte ricerche e innovazioni sono tentate per diminuire il contributo dell’uso del carbone ai mutamenti climatici. Sono state fatte varie proposte, alcune anche bizzarre, per nascondere “da qualche parte” la CO2 che si forma nella combustione: nell’acqua degli oceani, in caverne sotterranee lasciate libere dopo l’estrazione del petrolio o del gas.
Purtroppo la ricerca, l’insegnamento universitario e l’informazione sul carbone sono limitate, specialmente in Italia; eppure, anche per il carbone, se lo si conosce si evita.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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