COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

14 ottobre 2014

Cambiamenti climatici, i costi del non far nulla.Se però i Governi riuscissero a concentrarsi, ad affrontare seriamente il problema.......


Tratto da fotovoltaiconorditalia

Cambiamenti climatici, i costi del non far nulla.


Avevamo già parlato della presa di posizione di Obama sul tema dei cambiamenti climatici, dopo la lettura del dossier che gli era stato presentato a maggio sullo stato della Terra. Verrebbe da chiedersi cosa dirà ora, sul Rapporto “The cost of delaying action to stem climate change” realizzato direttamente dai Consulenti Economici della Casa Bianca, che dice quanto sia costoso il nascondere la testa sotto la sabbia.
Infatti, continuare a non fare nulla, restare in attesa di vedere se la Terra regge o meno il nostro scriteriato consumo di risorse, non solo mette a rischio l’esistenza di una specie (la nostra), ma è anche un costo effettivo non indifferente a carico della collettività! La Casa Bianca enuncia numeri tanto limpidi quanto pesanti. Queste le prospettive: ogni dieci anni in cui non verranno raggiunti gli obbiettivi programmati, si spenderà il 40% in più per ripianare i danni ulteriori.
Quindi non solo aumenta la temperatura globale, anche oltre la soglia di allarme di 2° per arrivare a quella catastrofica di 3 gradi, ma diminuisce il pil di quasi un 1%.Solo per gli Stati Uniti parliamo di una flessione di ben 150 miliardi di dollari all’anno. E se i gradi dovessero arrivare a 4? In quel caso il pil cala di 1,2%. In pratica è come se il clima ogni anno ci presenta il conto dei danni, a cui vengono aggiunti sempre gli interessi di quello che non riusciamo a smaltire.

i costi dei cambiamenti climatici
Senza contare poi tutte quelle catastrofi che rischiamo di vederci cadere addosso e che sono legate in maniera indissolubile ai cambiamenti climatici. 

Lo scioglimento delle calotte di ghiaccio in Antartide è senza dubbio uno dei più conosciuti... 
Di che portata saranno questi cambiamenti e come andranno a incidere sulla specie umana? È difficile dirlo. E’ difficile fare previsioni, ma in ogni caso la situazione si prospetterebbe decisamente drammatica.
Se però i Governi riuscissero a concentrarsi, ad affrontare seriamente il problema, si potrebbe agire velocemente per arginare i danni. 

Si dovrebbe far comprendere la portata di tutto questo ed iniziare ad investire per ridurre l’impatto sul pianeta lavorando sull’azzeramento delle emissioni e sullo sviluppo delle energie rinnovabili garantendo anche la tutela della biodiversità.
 In questo caso ci sarebbe qualche speranza, ma bisogna agire subito.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Alessandro F. blogger fotovoltaicoAlessandro F.

Energia, come sarebbe il mondo senza fonti fossili ma solo rinnovabili?


  Luana Galanti
Le fonti fossili, fino a che punto sono davvero necessarie? Uno studio della Stanford University simula cosa accadrebbe se la California abbandonasse completamente le fonti fossili a vantaggio di quelle rinnovabili entro il 2050. Lo studio fissa anche delle tappe intermedie, stabilendo il mix energetico ottimale per raggiungere l’obiettivo finale. Il risultato è piuttosto sorprendente e positivo, con la creazione di nuovi posti di lavoro, consumi ridotti, un ambiente e una popolazione più sani.

Lo studio della Stanford University


A coordinare lo studio che si è occupato di definire una roadmap per il passaggio all’energia pulita della California è stato il professor Mark Jacobson.
La ricerca portata avanti presso la Stanford University ha cercato di indagare sulla possibilità di soddisfare interamente il fabbisogno energetico della California tramite le fonti rinnovabili, creando un mix energetico basato su acqua, sole e vento. La prima risposta fornita dallo studio riguarda la fattibilità del progetto, sia dal punto di vista economico sia da quello tecnico.
Lo studio traccia il percorso da seguire per realizzare un’infrastruttura energetica completamente carbon-free e sostenibile. L’assunto da cui parte lo studio è che tutti i settori economici utilizzeranno esclusivamente energia elettrica entro il 2050. Se questa energia fosse prodotta da fonti naturali si otterrebbe una domanda energetica inferiore del 44% rispetto a quella che si avrebbe in mancanza del passaggio.

Il mix energetico ottimale

mix energie da fonti rinnovabili
Per soddisfare il fabbisogno energetico dello Stato della California sarebbe necessario installare e mettere a regime:
  • 25.000 turbine eoliche da 5MW
  • 1.200 impianti solari a concentrazione da 100MW
  • 15.000.000 impianti solari su tetto a uso residenziale da 5KW
  • 72.100 impianti geotermici da 100MW
  • 5.000 dispositivi da 0,75MW che trasformino in energia il movimento ondoso
  • 3.400 turbine da 1MW che sfruttino l’energia delle maree
In totale, il 55% dell’energia sarebbe prodotta dal fotovoltaico, il 35% dall’eolico e il resto dal settore geotermico, idroelettrico, dalle maree e dalle onde.
Il settore dei trasporti sarebbe interamente alimentato da batterie elettriche o da sistemi di combustione a idrogeno, mentre il fabbisogno energetico residenziale sarà soddisfatto tramite pompe di calore elettriche che sfruttano l’energia geotermica. Nell’industria si farebbe invece uso di elettricità e idrogeno.

Più lavoro, meno inquinamento e più salute


Le conclusioni a cui giunge lo studio guidato dal prof. Jacobson sono più che positive: se la California passasse all’energia rinnovabile ci guadagnerebbe in salute, qualità della vita e anche sul piano sociale.

Abbandonare le fonti fossili porterebbe innanzitutto alla creazione di oltre 220.000 posti di lavoro in più. 
Questo numero è stato calcolato per differenza a partire dai posti di lavoro riferibili al settore delle rinnovabili ai quali sono stati sottratti quelli persi a seguito del passaggio all’energia pulita. 
Il minore inquinamento atmosferico si tradurrebbe in migliori condizioni di salute della popolazione (si stimano oltre 12.000 vite salvate all’anno) e in notevoli risparmi per il sistema sanitariocaliforniano, superiori a 100 miliardi di dollari annui (circa il 5% del PIL del 2012).

Se a questi già ottimi risultati si somma anche il risparmio collettivo dovuto al contenimento degli effetti del riscaldamento globale, il passaggio alle fonti rinnovabili non solo appare sostenibile, ma del tutto auspicabile. La ricerca “A roadmap for repowering California for all purposes with wind, water and sunlight” dimostra dunque che affidarsi al 100% alle fonti rinnovabili è una scelta sostenibile sul lungo periodo che comporta numerosi effetti positivi.

Nessun commento: