Tratto da Il Fatto Quotidiano
Cremona, le motivazioni dei giudici contro Tamoil: “Inquinò per calcolo”
In 409 pagine il giudice Guido Salvini descrive i motivi che nel luglio scorso hanno portato alla condanna dei vertici della raffineria. L'azienda avrebbe risparmiato denaro, mentre gli enti preposti alla vigilanza, in primis l'Arpa, risultavano "deboli" e "impreparati"
La Tamoil inquinava, tacendone gli effetti, per risparmiare. L’Arpa, l’Agenzia regione per l’ambiente, con il compito importante di sorvegliante e controllore, è risultata “impreparata”. Dal canto suo, il Comune di Cremona restava “passivo” davanti allo scempio ambientale perpetrato negli anni dall’azienda di raffinazione.
Le motivazione della sentenza di primo grado del processo Tamoil –il dispositivo è del luglio 2014 – sono racchiuse in un documento di 409 pagine, redatto dal giudice Guido Salvini. “Ritardi”, “vuoti”, “inadempienze”, “scarsa manutenzione”, “passività” degli enti preposti. E’ quanto si legge nel testo: un atto d’accusa contro enti e istituzioni, sotto i cui occhi “l’inquinamento non solo non veniva eliminato, ma in taluni casi aumentava”. Per il giudice, i dirigenti della raffineria ... non erano “per nulla all’oscuro del fatto che il terreno fosse intriso di idrocarburi”. Per Salvini c’è anche un ‘movente': “elevate somme da risparmiare” e un interesse “di immagine” di cui godeva l’azienda petrolifera.
Fondamentale, nelle motivazioni, il passaggio sull’attività degli enti di controllo: “Interlocutori impreparati”, la cui “debolezza” e “sostanziale passività” gli imputati “hanno sfruttato a loro vantaggio e a vantaggio della società”.
E ancora, secondo il magistrato “assume rilievo, sotto il profilo del danno non patrimoniale , la lesione al diritto soggettivo all’immagine e all’identità storica e culturale della città, salita un gran numero di volte alle cronache non più come una città ‘ben conservata’, ma come una città, sulle sponde del fiume non lontane dal centro, seriamente ‘inquinata’”......
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