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06 febbraio 2015

In Cina miniere chiudono. Si brucia meno carbone


Tratto da Italiaoggi.it
Produzione giù del 2,5% e import da 260 a 215 mln di t. in un anno

Cina, miniere chiudono Si brucia meno carbone

A Yu County, zona montuosa nel Nord della Cina, nella provincia industriale di Hebei, famosa per i templi e per le miniere di carbone, se ne contano sempre meno.
Da 300 ora le miniere sono ridotte a 70. Margini di profitto sempre più ridotti e il mancato rispetto degli standard di sicurezza hanno portato molti a chiudere, come ha dichiarato Cheng, proprietario della società mineraria di medie dimensioni, Kanghe Coal Mining Co. che è stata inghiottita, l'anno scorso, da un concorrente statale, più grande, la Kailuan Group Co.
Quello che sta accadendo in Yu County illustra i tempi bui dell'industria mondiale del carbone. Norme ambientali più severe insieme alla contrazione della domanda hanno portato alla chiusura delle miniere in tutta la Cina e fatto scendere i prezzi al livello più basso degli ultimi sei anni.
La produzione di carbone della Cina è scesa del 2,5% nel 2014, per la prima volta da 14 anni a questa parte, ha affermato l'associazione cinese dell'industria del carbone, la settimana scorsa. E mentre i dati per l'intero anno non sono ancora disponibili, le statistiche ufficiali dimostrano che la Cina ha consumato 1,1% in meno del carbone nei primi tre trimestri del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013.
L'import di carbone, in un anno è diminuito da 260 milioni (2013) a 215 milioni di tonnellate (2014), secondo i dati dell'Agenzia delle dogane.
Il carbone dovrebbe rimanere una parte importante della fornitura globale di energia, anche se i cinesi ritengono che stia perdendo terreno come combustibile a livello globale. La Cina rappresenta la metà del consumo mondiale di carbone e utilizza il carbone per produrre elettricità e acciaio, due elementi chiave della rapida urbanizzazione del paese.
Ora, il rallentamento della domanda di energia elettrica e l'aumento di fonti alternative di energia stanno riducendo la posizione dominante del carbone in Cina. Il calo è diffuso. Anche gli Usa, secondo più grande produttore mondiale di carbone, hanno dato un giro di vite a causa delle emissioni inquinanti.
Di questo calo ne hanno risentito i mercati globali. L'import di carbone termico in Cina è sceso del 15% lo scorso anno. E quello di carbone utilizzato per la produzione di acciaio, è calato del 17%.
Pechino ha deciso che l'utilizzo del carbone per la produzione di energia dovrà scendere al 65%, dal 70%, entro il 2017, e poi al 60% entro il 2020. Per raggiungere questo obiettivo, il governo obbliga le piccole miniere a chiudere o a venire assorbite dalle società statali. Lo scorso anno, quasi mille hanno chiuso, ben oltre l'obiettivo del governo di 800. Inoltre, per scongiurare le perdite dei produttori cinesi di carbone, già penalizzati da una produzione superiore alla domanda, è stato necessario tenere sotto controllo le importazioni con politiche dimagranti in maniera da limitare la capacità in eccesso.

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