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24 maggio 2016

LEFT : Gli azionisti pressano le Big oil per affrontare i cambiamenti climatici

TRATTO DA LEFT 

Gli azionisti pressano le Big oil per affrontare i cambiamenti climatici

Dove non arrivano ceo e amministratori delegati, arrivano azionisti e investitori. L’allarme climatico ribadito lo scorso dicembre alla Cop21 di Parigi fatica a tramutarsi in politiche attive e scelte imprenditoriali, ma c’è chi guarda con lucidità al futuro – anche a quello dei propri risparmi – e sta con il fiato sul collo a Big oil e operatori dell’industria fossile
Nei giorni scorsi gli azionisti della multinazionale anglo-elvetica Glencore hanno votato una mozione affiché la dirigenza fornisca maggiori informazioni sull’impatto che le proprie attività hanno sui cambiamenti climatici.
Nella classifica dei 500 peggiori “emettitori” di gas serra, Glencore è al terzo posto dopo Gazprom (1.260 milioni di tonnellate di gas climalteranti rilasciate nel 2013) e Coal India. Sotto accusa soprattutto i loro affari attorno al carbone, la più inquinante delle fonti energetiche fossili, bersaglio prioritario delle campagne con l’hashtag #keepitintheground.
A poca distanza da Glencore, nella lista nera dei nemici del clima, c’è ExxonMobil, che durante l’assemblea annuale della prossima settimana dovrà affrontare una vera e propria rivolta degli azionisti più influenti, decisi a ottenere che la Big oil – coinvolta peraltro in un’inchiesta con l’accusa di aver nascosto agli azionisti le informazioni sui rischi climatici – pubblichi annualmente i dati del proprio impatto sul riscaldamento del Pianeta. A proporre la mozione, lo Stato di New York, una fiduciaria del New York State Common Retirement Fund, il terzo più grande fondo pensione degli Usa, e la Chiesa anglicana.

Un investitore specializzato nel pressing alle aziende più inquinanti è Calpers, il fondo previdenziale dello Stato della California che gestisce asset per 294 miliardi di dollari e che ha fatto la voce grossa sia con Glencore sia con ExxonMobil. «Siamo molto soddisfatti per il fatto che il management di Glencore sostenga questa risoluzione» ha dichiarato in una nota a commento della relativa mozione Anna Simpson, direttore degli investimenti di Calpers. «Si comprende che gli investitori hanno bisogno di un reporting ambientale per comprendere meglio i rischi e le opportunità». ...
Anche altre Big oil, tra cui Chevron, Royal Dutch Shell, Bp e Total hanno annunciato provvedimenti per mitigare i rischi ambientali correndo ai ripari dopo le pressioni degli investitori. D’altro canto, già da tempo l’International Energy Agency ha lanciato l’allarme alle imprese del gas, del petrolio e del carbone: se non intervengono per tempo subiranno danni per diversi miliardi di dollari. 

Intanto, un rapporto del Wwf con Natural Resources Defense Council e Oil Change International evidenzia come i Paesi del G7 proseguano imprerterriti a finanziare centrali ed estrazione di carbone all’estero.

16 luglio 2015

BANK TRACK: L' appello perché le banche finanzino la transizione energetica e non l’economia fossile

Tratto da Greenreport
Quit Coal
Un appello perché le banche finanzino la transizione energetica e non l’economia fossile

Cambiamenti climatici, l’industria del carbone (e le banche) all’assalto del 
Summit di Parigi
Il 20% dei soldi necessari per organizzare la Conferenza arrivano da multinazionali che vendono o utilizzano abbondantemente combustibili fossili
[16 luglio 2015]

L’industria del carbone è la più grande fonte di emissioni di CO2, il gas serra che sta cambiando il clima del nostro pianeta  e che rischia di innescare una serie di impatti devastanti per la vita della Terra così come la conosciamo.  Secondo BankTrack e gli altri promotori dell’appello/petizione “Banks, do the Paris pledge to quit coal”, «Siamo in grado di porre fine alla nostra dipendenza dal carbone, ma dobbiamo farlo in fretta.
 Un modo per raggiungere questo obiettivo è che le banche la smettano di finanziare questa industria. Facciamo appello a tutte le banche perché si impegnino  pubblicamente ad  eliminare gradualmente i finanziamenti per l’industria del carbone e che lo facciano prima del prossimo vertice sul clima di Parigi.

Il problema è che, come scriveva già a maggio Rinnovabilil.it il 20% dei 170 milioni di euro necessari per organizzare la Conferenza delle parti Unfccc di Parigi arriveranno da finanziamenti privati e che la Francia ha già stilato una prima lista di queste aziende partner “amiche” tra le quali ci sono  Engie (ex GDF Suez), EDF, Renault-Nissan, Suez Environment, Air France, FESR, Axa, BNP Paribas, Air France, LVMH, Ikea. 
Alcune di queste multinazionali vendono o utilizzano abbondantemente combustibili fossili, «Brand che negli anni sono diventati un simbolo dell’inquinamento e della violazione dei diritti – scrive Rinnovabilil.it . EDF è il maggior produttore mondiale di energia nucleare, Engie e BNP Paribas investono corposamente nel carbone,Suez Environnement ha intentato causa all’Argentina per 380 milioni di euro perché Buenos Aires aveva annullato il contratto di gestione privata dell’acqua, e oggi gestisce le acque reflue del fracking».
La petizione on-line “Banks, do the Paris pledge to quit coal”  riprende l’allarme di Ong come Friends of the Earth, Attac France, Corporate Europe Observatory, WECF, 350.org, Greenpeace sul nuovo greenwashing  delle  multinazionali alla Cop21 Unfccc e chiede alla banche di fare il “Giuramento di Parigi”.
Infatti sono proprio le banche a fornire un sostegno economico vitale all’industria del carbone in crisi. ««Proprio così – dicono quelli di BankTrackle banche che la maggioranza di noi utilizza ogni giorno stanno alimentando la crisi climatica canalizzando centinaia di miliardi di dollari per un settore che è ormai in crisi e ha i giorni contati!» Ecco perché la petizione chiede a tutte le banche di impegnarsi pubblicamente a disinvestire gradualmente dal carbone.
Se è vero che il carbone è in crisi in molti paesi, dal 2000 la sua produzione mondiale è cresciuta del 69%, 7,9 miliardi di tonnellate all’anno e questo ha portato anche ad un aumento dei finanziamenti (a volte nascosti) da parte delle banche. Nel recente rapporto “Boom and Bust  TRACKING THE GLOBAL COAL PLANT PIPELINE” ColaSwarm e Sierra Club, spiegano che dal gennaio 2010  nel mondo è stata proposta la costruzione di  2.177 impianti a carbone e molti sono in corso di progettazione o in fase di costruzione. Se queste centrali a carbone entreranno in servizio  grazie ai  finanziamenti bancari, la Cop21 Unfccc di Parigi è destinata al fallimento.

Secondo il rapporto “The End of Coal? – 2015 Coal Finance Report Card”, di  BankTrack,  Rainforest Action Network e Sierra Club, le banche private hanno un ruolo importante finanziando l’industria del carbone: «Tra il 2005 e l’aprile 2014, 93 banche di tutto il mondo, hanno fornito più di 500 miliardi di dollari di finanziamenti all’industria del carbone» e non c’è ancora alcun segno di calo «In realtà, tra il 2005 e il 2013 le banche hanno aumentato i loro finanziamenti al carbone». Dato che mobilitano enormi capitali nell’industria energetica, le banche stanno continuando a sostenere modelli energetici vecchi basati sui combustibili fossili, mentre potrebbero contribuire davvero molto a realizzare la necessaria transizione verso un’economia low carbon.

BankTrack ritiene che proprio per il ruolo centrale che hanno, le banche dovrebbero aiutare finanziariamente la transizione energetica, «spostando rapidamente il loro portafoglio energetico dai combustibili fossili al finanziamento dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. 

Questa  transizione deve iniziare con un impegno pubblico di smetterla con il carbone»

08 giugno 2015

Carbon Tracker : Segnali negativi per le centrali a carbone europee.


Segnali negativi per le centrali a carbone europee

Il valore delle prime cinque compagnie elettriche europee, E.ON, RWE, GDF Suez, EDF ed Enel, è crollato di 100 miliardi di euro tra il 2008 e il 2013, pari a circa il 37% delle loro azioni. Secondo il rapporto di Carbon Tracker Initiative una delle cause di questa perdita economica è legata alla crescita dei loro investimenti in centrali a carbone.
Il valore delle prime cinque compagnie elettriche europee, E.ON, RWE, GDF Suez, EDF ed Enel, è crollato di 100 miliardi di euro tra il 2008 e il 2013, pari a circa il 37% delle loro azioni (il mercato azionario in Germania è cresciuto invece del 18%). Una della ragioni, secondo il rapporto di Carbon Tracker Initiative (vedi allegato in basso), è dovuta agli investimenti di questi anni in centrali a carbone che hanno causato molte perdite economiche.
Calo della domanda elettrica (-3,3%) legislazione a favore delle fonti rinnovabili (nuova potenza da rinnovabili dal 2000 al 2013 pari a 203 GW) hanno portato in Europa, nel periodo considerato, ad una diminuzione dell’uso del carbone del 4,2%. Al contempo, invece, le cinque grandi utility (60% dell’offerta elettrica europea) hanno aumentato la loro quota complessiva di questa fonte di circa il 9%.
Valore del mercato azionario delle 5 compagnie elettriche (fonte: Bloomberg LP data)
Il rapporto, dal titolo “Coal: Caught in the EU Utility Death Spiral(33 pp.), spiega come nonostante fossero in programmazione più di 100 centrali termoelettriche a carbone, ne siano state realizzate solo 19. E, viste le dismissioni, la potenza di elettricità da carbone in Europa è calata di 19 GW.
Generazione da carbone (in GWh), lignite inclusa, dal 2008 al 2013 delle 5 compagnie (fonte: Bloomberg LP data)
Tra le 5 aziende elettriche, Enel ha retto al calo del mercato separando nel 2008 le attività nelle energie fossili da quelle nelle rinnovabili, la cui quota aziendale è aumentata dal 4 al 12% (vedi anche il suo attuale piano di dismissioni di centrali obsolete). Nel 2014 anche E.On ha seguito questa strategia. RWE, che offre più della metà della sua generazione elettrica con il carbone, si è mossa in direzione opposta e risulta essere quella con la peggiore performance relativamente al suo valore azionario.
Insomma, queste compagnie sembrano essere state sorprese dal calo della domanda e dall’ impetuosa crescita delle rinnovabili elettriche, quest’ultima però ben delineata dai target europei al 2020 che certo non potevano essere trascurati. Un po’ quello che è accaduto anche in Italia con la corsa ai cicli combinati a gas, che oggi lavorano in media meno di 2000 ore all’anno, contro le oltre 4mila ore previste dai business plan. Un vero fallimento del mercato.
Tornando al carbone europeo, vanno analizzati alcuni fattori che rendono le prospettive per questo settore non certamente luminose: gli obiettivi UE al 2030, una domanda che potrebbe mantenersi pressoché stabile e le prossime riforme sui limiti alle emissioni e per il prezzo della CO2 che, anche fossero moderate, lascerebbero intravedere un futuro grigio per questa fonte.
Il rapporto di Carbon Tracker Initiative avverte che proseguire in investimenti basandosi sull’ immutabilità del mix energetico può comportare ulteriori rischi economici per le aziende del settore. Per RWE e soprattutto per E.On i dati di bilancio sono stati molto negativi anche nel 2014.
Due sono le raccomandazioni indicate nello studio: gli azionisti di queste società dovrebbero opporsi a nuove centrali alimentate a carbone e le utility devonomutare il loro modelli di business adeguandoli alle differenti condizioni del mercato e del contesto energetico e climatico.

06 febbraio 2015

In Cina miniere chiudono. Si brucia meno carbone


Tratto da Italiaoggi.it
Produzione giù del 2,5% e import da 260 a 215 mln di t. in un anno

Cina, miniere chiudono Si brucia meno carbone

A Yu County, zona montuosa nel Nord della Cina, nella provincia industriale di Hebei, famosa per i templi e per le miniere di carbone, se ne contano sempre meno.
Da 300 ora le miniere sono ridotte a 70. Margini di profitto sempre più ridotti e il mancato rispetto degli standard di sicurezza hanno portato molti a chiudere, come ha dichiarato Cheng, proprietario della società mineraria di medie dimensioni, Kanghe Coal Mining Co. che è stata inghiottita, l'anno scorso, da un concorrente statale, più grande, la Kailuan Group Co.
Quello che sta accadendo in Yu County illustra i tempi bui dell'industria mondiale del carbone. Norme ambientali più severe insieme alla contrazione della domanda hanno portato alla chiusura delle miniere in tutta la Cina e fatto scendere i prezzi al livello più basso degli ultimi sei anni.
La produzione di carbone della Cina è scesa del 2,5% nel 2014, per la prima volta da 14 anni a questa parte, ha affermato l'associazione cinese dell'industria del carbone, la settimana scorsa. E mentre i dati per l'intero anno non sono ancora disponibili, le statistiche ufficiali dimostrano che la Cina ha consumato 1,1% in meno del carbone nei primi tre trimestri del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013.
L'import di carbone, in un anno è diminuito da 260 milioni (2013) a 215 milioni di tonnellate (2014), secondo i dati dell'Agenzia delle dogane.
Il carbone dovrebbe rimanere una parte importante della fornitura globale di energia, anche se i cinesi ritengono che stia perdendo terreno come combustibile a livello globale. La Cina rappresenta la metà del consumo mondiale di carbone e utilizza il carbone per produrre elettricità e acciaio, due elementi chiave della rapida urbanizzazione del paese.
Ora, il rallentamento della domanda di energia elettrica e l'aumento di fonti alternative di energia stanno riducendo la posizione dominante del carbone in Cina. Il calo è diffuso. Anche gli Usa, secondo più grande produttore mondiale di carbone, hanno dato un giro di vite a causa delle emissioni inquinanti.
Di questo calo ne hanno risentito i mercati globali. L'import di carbone termico in Cina è sceso del 15% lo scorso anno. E quello di carbone utilizzato per la produzione di acciaio, è calato del 17%.
Pechino ha deciso che l'utilizzo del carbone per la produzione di energia dovrà scendere al 65%, dal 70%, entro il 2017, e poi al 60% entro il 2020. Per raggiungere questo obiettivo, il governo obbliga le piccole miniere a chiudere o a venire assorbite dalle società statali. Lo scorso anno, quasi mille hanno chiuso, ben oltre l'obiettivo del governo di 800. Inoltre, per scongiurare le perdite dei produttori cinesi di carbone, già penalizzati da una produzione superiore alla domanda, è stato necessario tenere sotto controllo le importazioni con politiche dimagranti in maniera da limitare la capacità in eccesso.

19 agosto 2014

Provvedimenti per interrompere le esportazioni di carbone! Vittoria! Coal Export Permesso negato!

Tratto da Columbiariverkeeper.org

Vittoria! Coal Export 

Permesso negato!


Il Governatore Kitzhaber e del Dipartimento di Stato e il   direttore Maria Abrams  hanno detto finalmente "no" alle esportazioni di carbone. Il Dipartimento dell'Oregon  per le di Terre di Stato (DSL) ha negato il  permesso chiave necessario per la  proposta di esportazione di carbone di Ambre Energy.  
Il Progetto a carbone sporco di Ambre avrebbe inviato centinaia di treni di carbone attraverso la regione, migliaia di chiatte di carbone lungo il fiume Columbia, e in seguito danneggiato il nostro clima con l'inquinamento di carbonio pericoloso. La decisione di DSL è una vittoria determinante per l'acqua pulita, per i salmoni , e per  le nostre comunità.
La decisione assesta un duro colpo per la proposta  di Ambre Energy. La decisione segna anche la prima volta che un ente statale  del Pacific Northwest formalmente ha  respinto un impianto di esportazione di carbone. La smentita arriva sulla scia dei ripetuti fallimenti di Ambre Energy di fornire informazioni a DSL sulla portata e sugli impatti del progetto. Ambre Energy avrebbe usato il terminale per  spedire oltre 8 milioni di tonnellate di carbone ogni anno attraverso il Columbia River nella Gorge National Scenic Area....
Nel corso degli ultimi mesi, più di 20.000 cittadini hanno contattato il governatore Kitzhaber per richiedere che respinga tale permesso. Nel mese di maggio, 86 funzionari eletti dell' Oregon,del  Montana, Idaho e Washington hanno a esortato il governatore Kitzhaber e DSL a  proteggere le loro comunità in prima linea in tutto il nord-ovest respingendo il  permesso per il progetto proposto da Morrow Pacifico per esportazione di carbone di Ambre Energy.  600 Imprese del Nord Ovest e dirigenti d'azienda hanno inoltre espresso preoccupazione o opposizione a titolo definitivo per l'esportazione di carbone.
Più di 3.000 medici professionisti e sostenitori della salute pubblica hanno chiesto una negazione del permesso del progetto . Il carbone contiene tossine come il piombo e l'arsenico noti per danneggiare la salute umana. Oltre ai  gas di scarico  pericoloso da treni, chiatte e navi, la  polvere di carbone tossico minaccerà la qualità dell'aria e  farà peggiorare l'asma, le  malattie respiratorie e altri problemi di salute. ...

16 maggio 2014

Petizione on line di 350.ORG :BASTA TRAGEDIE CON IL CARBONE .

Riceviamo da 350.org e pubblichiamo
BASTA TRAGEDIE CON IL CARBONE 

PETIZIONE ON LINE
Vorrei non aver dovuto  inviare  questo messaggio oggi, ma non ho altra scelta - qui in Turchia, 
 l' esplosione e incendio in una miniera di carbone  ha ucciso 283 minatori, tra cui almeno un lavoratore bambino ed ne  ha lasciato centinaia intrappolati sottoterra. Inutile dire che siamo tutti molto tristi e scossi. Ma questa non è la prima volta che questo accade, e se il governo continua a sfruttare i combustibili fossili come il carbone, questo potrebbe non essere l'ultimo. E 'tempo che noi chiediamo  al governo della Turchia di  uscire  dal carbone:
Dite al governo turco di assumersi la responsabilità di  smetterla con le tragedie dovute al carbone.



La morte nelle miniere di carbone è un evento così comune nel nostro paese che il nostro attuale Primo Ministro è andato così lontano da etichettarlo come " destino " . Ma se o nei pozzi minerari o attraverso il cambiamento climatico , la morte causata dal carbone non è un  destino . E 'il  risultato diretto di una scelta di una  fonte energetica terribilmente sbagliata  .....

In questo momento , la Turchia prevede di costruire qualcosa come 50-80 nuove centrali a carbone , che richiederebbero  più estrazione di carbone .
Potete immaginare quante vite ci potrebbero essere a rischio nelle  in miniere di carbone se questi piani procedono ?

Diciamo al governo della Turchia di  fermare lo sfruttamento e la sovvenzione dei combustibili fossili e dell'energia sporca e di  migliorare l'efficienza energetica e iniziare ad investire in sicurezza , energia pulita ,in modo che  eventi tragici come  quello che abbiamo visto questa settimana non possano accadere di nuovo :

Dite al governo turco di  fermare tali rischi per le vite umane  e di  chiudere con  il carbone .

Non una  vita di  più deve essere essere sacrificata in quei pericolosi pozzi neri .

Mahir

350.org is building a global climate 
movement.

06 maggio 2014

Lo Sporco US Coal vorrebbe trovare una casa in Europa...........

Tratto da WallStreetJournal

Lo Sporco US Coal trova una casa in Europa.

Drax, Inghilterra-Anche se deve combattere con un maggiore controllo sulle emissioni  a casa, il carbone sporco e indesiderato in America viene abbracciato in uno dei mercati energetici più puliti del mondo: l' Unione europea .
Presso la centrale più grande del Regno Unito, gestita dal Drax Group , una piccola montagna nera di un milione di tonnellate di carbone si trova alla base di una dozzina di torri di raffreddamento  .
Gran parte di essa è carbone ad alto tenore di zolfo proveniente  dall'Illinois e dall'Indiana, esattamente il tipo ad alta emissione, il  combustibile delle centrali elettriche  che ha ricevuto una regolamentazione  più attenta e riduttiva per le emissioni  dai tribunali degli Stati Uniti. La settimana scorsa, la Corte Suprema ha deliberato in favore di far rispettare  i regolamenti che richiedono alle centrali elettriche in 28 Stati di ridurre le emissioni da carbone che soffiano attraverso  e oltre i confini di stato.
Molte centrali elettriche statunitensi stanno  già riducendo le emissioni in previsione di più  severe norme  della Environmental Protection Agency che entreranno  in vigore nel 2015. Ora, la sentenza della Corte Suprema potrebbe influenzare 1.000 centrali elettriche negli Stati Uniti orientali, che potrebbe aver bisogno di installare  controlli dell'inquinamento aggiuntivi o tagliare sul  consumo di carbone.
Questi sono tempi duri per l'industria del carbone a livello mondiale, che è stato martoriata negli ultimi anni da nuovi regolamenti, dal boom degli Stati Uniti per l'estrazione di  shale-gas, e da prezzi più bassi del carbone proveniente dalla Cina causati dalla diminuzione della   domanda . Il carbone produce ora circa il 39% di energia elettrica negli Stati Uniti, era il  55% nel 1990....
....."Prima della crisi finanziaria, l'Europa era felice di favorire l'ambiente, ma quando l'economia ha iniziato a non funzionare più  bene,  i consumatori di energia tornarono al carbone, dice Daniel Rohr, un analista per Morningstar, Inc.
Anche se le vendite di carbone sono  diminuite  gradualmente nelle ultime settimane a causa di elevati livelli di inventario, l'industria del carbone degli Stati Uniti si aspetta che l'Unione europea sia una buona scommessa a lungo termine.....
Tara Connolly, un attivista di Greenpeace a Bruxelles, dice che il carbone sporco non deve essere bruciato, non importa quanto a buon mercato sia ....
Le quotazioni del carbone  hanno permesso agli Stati Uniti "di  esportare le proprie emissioni in Europa", dice la signora Connolly. Lei dice che un approccio migliore sarebbe un divieto assoluto per il  carbone sporco a favore delle fonti pulite di energia alternative come l'eolico, il solare e le biomasse.

"Vogliamo porre fine alla Age of Coal", dice.
 I Funzionari dell'UE sono consapevoli della crescita verso l' alto tenore di zolfo  delle importazioni di carbone dall'  Illinois Basin e sono preoccupati, dice Joe Hennon, un portavoce della Commissione europea, braccio esecutivo dell'UE. "Abbiamo visto l'aumento del gas di scisto negli Stati Uniti e più carbone dagli Stati Uniti venire in Europa," dice.
Molti paesi europei sono in violazione delle norme sulle emissioni della comunità europea , e 19 sono stati oggetto di reclami formali da parte della Commissione europea.

L'UE sta studiando eventuali nuove norme in materia di emissioni delle centrali elettriche a carbone.
Qui il lungo articolo integrale in traduzione simultanea

Tratto da  Imolaoggi

Le Centrali a carbone nella Ue provocano 20mila morti l’anno

centrale-a-carbone
8 mar. (TMNews) – Le emissioni inquinanti delle centrali elettriche a carbone sono responsabili di circa 20.000 decessi l’anno nella Ue. Lo denuncia un rapporto pubblicato oggi dall’Alleanza per la Sanità e l’ambiente (Heal) che condanna i progetti di realizzazioni di nuove unità di questo tipo.
Il nostro rapporto dà la dimostrazione scientifica della dannosità delle combusioni di carbone per la salute” ha detto Genon Jensen, direttrice di Heal.
Usando i dati forniti dalla Società per lo studio delle Malattie respiratorie (Ers) il rapporto oltre a denunciare i decessi fa notare come simili malattie costino nella Ue in termini di giornate di lavoro perso una cifra che si aggira sui 42,8 milioni di euro. Il caso è particolarmente grave in Polonia, Romania e Germania, i tre paesi che utilizzazano la combustione di carbone per produrre elettricità.
Nonostante gli impegni della Ue per una progressiva riduzione delle emissioni di gas efeftto serrà (meno 20% entro il 2010), il rapporto denuncia che nel territorio dell’Unione è “in programma la realizzazione di una cinquantina di nuove centrali elettriche a carbone”.

05 marzo 2014

COAL IS DIRTY- Gli ultimi minatori della Gran Bretagna di fronte a un futuro incerto

 Gli  ultimi minatori della Gran Bretagna di fronte a un futuro incerto 
 Tratto da The Guardian
Trenta anni dopo lo sciopero dei minatori, saranno i tributi ambientali per le emissioni di carbonio - le imposte ambientali - ad essere l'ultimo chiodo nella bara del carbone?

Per saperne di più guarda  su www.theguardian.com The Guardian , di 
  
Il carbone è innegabilmente un combustibile sporco. Esso emette il doppio di carbonio del  gas quando  viene bruciato nelle  centrali elettriche,ed  è il motivo per cui il carbone viene colpito da un tributo ambientale supplementare il prezzo del carbonio (CPF) - che è  un' esclusiva per il Regno Unito e opera come un top-up del prezzo del carbonio nel  sistema di scambio di emissioni. 
Sono particolarmente drastici per il carbone.
Qui l'articolo integrale

Dice John Pratt

Il carbone è innegabilmente un combustibile sporco.

E 'un assassino peggiore dell' amianto

 

________

 Tratto da  Coal is dirty

Il nuovo sito web americano  di GREENPEACE

Quit Coal - Partecipa al Movimento

Scopri  il  nuovo sito web di Greenpeace Coal Quit. Si tratta di un progetto a lungo termine e si inizia ora con voi.
 
Una delle funzioni principali del sito è Quit Coal Community Forum strumento che abbiamo sviluppato per consentire e permettere alle persone di tutti i giorni nella loro comunità di combattere contro le centrali a  sporco carbone .
Ci meritiamo un' energia sicura e pulita. 
  Registrati oggi e unisciti  al movimento 
Per dire STOP AL CARBONE.

BECAUSE WE DESERVE SAFE,CLEAN ENERGY.


30 dicembre 2013

Come la nostra dipendenza da una fonte di energia del 18 ° secolo ci sta uccidendo The Dirty Business of Coal

Come la nostra dipendenza da una fonte di energia del 18 ° secolo  ci sta uccidendo

The Dirty Business of Coal

da JOSHUA FRANK
 I Poteri  del carbone in  America. Ma a quale costo per l'ambiente e la salute umana? Questa è la domanda  del documentarista Peter Bull e  il tentativo del Center for Investigative Report di affrontare nell'  ultimo documentario, Dirty Business: "Carbone pulito" e la battaglia per il nostro futuro energetico .
Il carbone ha prodotto  potere nel nostro Paese da oltre 100 anni. Ci ha condotti  attraverso la rivoluzione industriale e ha pompato energia elettrica nel cuore delle nostre città. Ed ha  anche causato  moltissima morte e  distruzione lungo la  sua strada, contribuendo per la  maggior parte  ai cambiamenti climatici,  all' inquinamento delle acque e  ai decessi dei lavoratori. 
Quindi, come possiamo sfidare una parte radicata della nostra cultura e avviare il processo di inversione di tali tendenze? Questa è la grande domanda.  
Dirty Business ci indica la via d'uscita dall' enigma dell'energia e del clima , abbiamo solo bisogno della volontà politica di invertire gli interessi particolari radicati dello status quo e ottenere importanti  nuove soluzioni alternative.

Ho raggiunto Peter Bull, .... Abbiamo discusso il suo ultimo documentario, che è ora disponibile in DVD presso il  sito .
Joshua Frank: Puoi parlarci un po 'sul perché si voleva fare questo film, ciò che dice sul  tema del carbone?
Peter Bull: .... è incentrato su come gli scienziati come James Hansen e politici come Tim Wirth e Al Gore hanno cercato di dare l'allarme e come la legislazione e il coinvolgimento degli Stati Uniti nel Protocollo di Kyoto è stato ostacolato da interessi particolari, in particolare la lobby del carbone e del petrolio, che  hanno montato una campagna di  disinformazione aggressiva per  mettere in dubbio  la scienza del cambiamento climatico ..........mentre la stragrande maggioranza  del vasto consenso scientifico internazionale  dicono  che il cambiamento climatico di origine antropica non è  solo reale, ma  sta accelerando a un tasso drammatico......
Perciò , abbiamo anche sentito la necessità di fare un film che non pone solo il problema - il legame tra il carbone e il clima e demistificare questa falsità  del 'carbone pulito' - ma anche fare un film che ha indicato soluzioni. 
JF: Per un sacco di persone, anche credenti, il riscaldamento globale rimane un enigma esoterico: è qualcosa che sta accadendo, ma a cui è difficile trovare soluzioni concrete. Eppure molte delle persone di cui   parli nel tuo film sottolineano che il carbone deve essere al centro dell' attenzione  per  coloro che lavorano per mettere un freno al cambiamento climatico. Perché è così? Perché rende il carbone così speciale?
PB:  Beh, sai, il carbone è davvero speciale, o meglio, è stato speciale - soprattutto perché era relativamente abbondante, soprattutto negli Stati Uniti, Russia e Cina, e credo che nel Regno Unito e in Europa durante le prime fasi della Rivoluzione Industriale. E 'anche facile da bruciare per creare vapore e far  girare una turbina in un generatore (sebbene centrali a carbone non sono molto efficienti - di solito nella gamma 30-35 per cento). Così è stato a portata di mano ed è un  combustibile, che  di solito si dice  che è anche a buon mercato. 
 Beh, si scopre che non è a buon mercato, se si conta l' impatto  del carbone sull'ambiente e sulla salute umana.
......quando si brucia il carbone in una centrale elettrica, ci sono le tossine rilasciate in aria, in particolare il mercurio; le centrali elettriche a carbone sono la principale fonte di emissioni di mercurio negli Stati Uniti - il 40 per cento nel 1999. Durante la combustione, la reazione tra il carbone e l'aria produce sostanze tossiche come acido cianidrico, nitrato di zolfo, altre cose spiacevoli, insieme con CO2, anidride solforosa ("sox") e ossidi di azoto (NOx). Questi sono responsabili dell'inquinamento da ozono e piogge acide (che è sostanzialmente acido solforico).  Il particolato sottile e ultrasottile  e le altre emissioni da impianti a carbone hanno contribuito a 24.000 morti premature ogni anno nei soli Stati Uniti, secondo l'American Lung Association. 
 Carbone e legna contribuiscono a 656.000 morti premature all'anno in Cina, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità..