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Nella puntata di PresaDiretta su Sblocca Italia e sfruttamento delle risorse degli idrocarburi in Basilicata e Sicilia.......
I governi in Italia, come altrove del resto, sono la mano operativa delle élite e delle lobby, di quelle veramente forti. Quando non vengono esplicitamente indirizzati, i politici, spesso cedono alla grande multinazionale di turno per sudditanza oppure per incassare benefici economici di breve periodo. La sfiducia nella politica nasce spesso anche da questo fattore incontrovertibile. Non è certo una novità epocale.
Chi ne fa le spese sono i cittadini e i più impotenti. Anche chi si occupa di energia e di ambiente lo sa e ieri se ne è avuta un’ennesima riprova, grazie ad una vera trasmissione giornalistica di Rai3, PresaDiretta (vedi sotto video), che ha raccontato le serie implicazioni ambientali negative del decreto Sblocca Italia su alcune aree del paese.
Per fortuna ci sono due voci illuminanti nel servizio. Quella di Don Palmiro, prete di Augusta che fa l’elenco dei morti della sua zona: “Ad Augusta lo Stato è come una madre assassina. Le industrie hanno portato il pane ma è avvelenato”. E quella di Balzani e Armaroli, in rappresentanza di 22 docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di Ricerca di Bologna (la loro lettera a Renzi) che spiegano come i nostri governi ignorino sistematicamente le richieste di ascolto della comunità scientifica: “in Italia, a differenza di altri paesi, c’è un vuoto incolmabile tra la conoscenza e la decisione”, hanno detto.
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Tratto da ENERGIA PER L' ITALIA
.........Ogni giorno di più ci rendiamo conto della fragilità del mondo in cui viviamo
e possiamo dire, con Hans Jonas che
e possiamo dire, con Hans Jonas che
è lo smisurato potere che ci siamo dati, su noi stessi e sull’ambiente, ad imporci di sapere cosa stiamo facendo e di scegliere in quale direzione vogliamo inoltrarci.
In questa nuova era, quindi, gli scienziati non possono chiudersi in torri d’avorio per dilettarsi con le loro ricerche, senza curarsi dei problemi della società in cui operano e di quelli dell’intero pianeta.
Uno dei problemi più delicati e più difficili che il nostro Paese ed il mondo intero hanno oggi di fronte è quello dell’energia. Le decisioni che verranno prese riguardo il problema energetico condizioneranno non solo la nostra vita, ma ancor più quella dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori che sentono la responsabilità di dare il massimo contributo per superare le difficoltà poste dal problema energetico, attraverso la condivisione di conoscenze e informazioni scientificamente corrette.
Per prendere decisioni sagge su un tema così complesso è infatti necessaria una stretta collaborazione fra scienza e politica, con forte coinvolgimento dell’opinione pubblica.
Per questo motivo abbiamo deciso di inviare una lettera al governo con spirito di leale e piena collaborazione. Abbiamo anche deciso di attivare questo sito per lanciare un appello agli scienziati e ai cittadini affinché il problema energetico non venga affrontato solo in una stretta visione economica, ma in una ampia prospettiva che comprenda gli aspetti scientifici, sociali, ambientali e culturali.
Firma l'Appello qui
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“Agisci come se quello che fai facesse la differenza. Lo fa.” William James
Pubblichiamo uno stralcio della lettera
La Strategia Energetica Nazionale
Caro Presidente,
siamo un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna. In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale, sentiamo il dovere di esprimere la nostra opinione sulla crisi energetica e sul modo di uscirne. Definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale.
I punti fondamentali dai quali non si può prescindere sono i seguenti:
1) E’ necessario ridurre il consumo di energia, obiettivo che deve essere perseguito mediante un aumento dell’efficienza energetica e, ancor più, con la creazione di una cultura della parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha risorse limitate.
2) La fine dell’era dei combustibili fossili è inevitabile e ridurne l’uso è urgente per limitare l’inquinamento dell’ambiente e per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici. Ridurre il consumo dei combustibili fossili, che importiamo per il 90%, significa anche ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.
3) E’ necessario promuovere, mediante scelte politiche appropriate, l’uso di fonti energetiche alternative che siano, per quanto possibile, abbondanti, inesauribili, distribuite su tutto il pianeta, non pericolose per l’uomo e per l’ambiente, capaci di colmare le disuguaglianze e di favorire la pace.
4) Le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22% dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari.
5) La transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sta già avvenendo in tutti i Paesi del mondo. In particolare, l’Unione Europea ha messo in atto una strategia basata sui punti sopra elencati (il Pacchetto Clima Energia 20 20 20, l’Energy Roadmap 2050).Continua qui
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