Tratto da facebook del Medico Isde dell' Alto Lazio Giovanni Ghirga che ringraziamo per gli importantissimi e preziosi studi medici che da sempre diffonde .
LO STUDIO CONFERMA CIO' CHE GIA' SI SAPEVA |
30 marzo 2015. L’ESPOSIZIONE PRENATALE A INQUINANTI ATMOSFERICI SI ASSOCIA A DANNO CEREBRALE FETALE.
Da uno studio pubblicato su Jama psychiatry emerge che l'esposizione prenatale a inquinanti atmosferici tossici come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), generati soprattutto dalla combustione incompleta di materiali organici come carbone, legna e motori degli autoveicoli, può essere nociva a livello cerebrale per i bambini e può contribuire al rallentamento delle velocità di elaborazione delle informazioni nonché alla comparsa di disturbi del comportamento come l'Adhd, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. «Gli idrocarburi policiclici aromatici possono attraversare la placenta arrivando a danneggiare il cervello del feto» esordisce Bradley Peterson del Children hospital di Los Angeles, spiegando che precedenti ricerche su modelli animali indicano che l'esposizione prenatale a queste sostanze può compromettere sia il comportamento sia l'apprendimento. Tant'è che Peterson e colleghi hanno voluto approfondire gli eventuali legami tra danni cerebrali fetali e idrocarburi policiclici aromatici con uno studio di imaging cui hanno preso parte 40 bambini in età scolare provenienti da minoranze latino-americane e afro-americane. «I bambini sono stati seguiti nel periodo fetale e tra i sette e i nove anni di età, e le loro madri sono state sottoposte al monitoraggio degli idrocarburi policiclici aromatici durante la gestazione compilando appositi questionari» dicono gli autori. E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto un'associazione significativa tra esposizione prenatale agli idrocarburi policiclici aromatici e riduzione della sostanza bianca cerebrale localizzata quasi esclusivamente all'emisfero sinistro. «Tale riduzione monolaterale è strettamente legata a un rallentamento dell'elaborazione delle informazioni risultante ai test di intelligenza e alla comparsa di disturbi del comportamento tra cui sintomi di Adhd».
JAMA Psychiatry 2015. doi:10.1001/jamapsychiatry.2015.57
Da uno studio pubblicato su Jama psychiatry emerge che l'esposizione prenatale a inquinanti atmosferici tossici come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), generati soprattutto dalla combustione incompleta di materiali organici come carbone, legna e motori degli autoveicoli, può essere nociva a livello cerebrale per i bambini e può contribuire al rallentamento delle velocità di elaborazione delle informazioni nonché alla comparsa di disturbi del comportamento come l'Adhd, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. «Gli idrocarburi policiclici aromatici possono attraversare la placenta arrivando a danneggiare il cervello del feto» esordisce Bradley Peterson del Children hospital di Los Angeles, spiegando che precedenti ricerche su modelli animali indicano che l'esposizione prenatale a queste sostanze può compromettere sia il comportamento sia l'apprendimento. Tant'è che Peterson e colleghi hanno voluto approfondire gli eventuali legami tra danni cerebrali fetali e idrocarburi policiclici aromatici con uno studio di imaging cui hanno preso parte 40 bambini in età scolare provenienti da minoranze latino-americane e afro-americane. «I bambini sono stati seguiti nel periodo fetale e tra i sette e i nove anni di età, e le loro madri sono state sottoposte al monitoraggio degli idrocarburi policiclici aromatici durante la gestazione compilando appositi questionari» dicono gli autori. E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto un'associazione significativa tra esposizione prenatale agli idrocarburi policiclici aromatici e riduzione della sostanza bianca cerebrale localizzata quasi esclusivamente all'emisfero sinistro. «Tale riduzione monolaterale è strettamente legata a un rallentamento dell'elaborazione delle informazioni risultante ai test di intelligenza e alla comparsa di disturbi del comportamento tra cui sintomi di Adhd».
ORMAI E' UN'EMERGENZA DI SALUTE PUBBLICA
JAMA Psychiatry 2015. doi:10.1001/jamapsychiatry.2015.57
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