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13 marzo 2015

1)Generazione elettrica negli Usa. Nel 2015 su l’eolico e giù il carbone 2) Oxford University:Carbone, un impianto su 4 va chiuso entro 5 anni

  • Tratto da Assoelettrica
    Generazione elettrica negli Usa. Nel 2015 su l’eolico e giù il carbone  

  • Eia generation capacity adds 2015





  • Si è chiacchierato molto sulle dichiarazioni di politica energetica del presidente Obama o sull’adesione o meno degli Stati Uniti ai trattati internazionali su clima/energia. Ma per vedere in pratica come cambia il paniere di generazione elettrica degli Stati Uniti può essere utile verificare da quali fonti sarà composta secondo dati recentemente pubblicati da Eia (U.S. Energy Information Administration) la nuova potenza elettrica che verrà installata nel 2015 negli States. La Eia considera solo gli impianti utility scale, ovvero gli impianti di dimensioni rilevanti (1 MW o più) che entreranno in servizio entro il 31 dicembre 2015.

    I cambiamenti sono già evidenti dal grafico riportato in testa al post. Dall’ eolico arriverà la maggiore capacità netta installata (+9,8 GW), seguita da impianti alimentati a gas naturale (+4,3 GW), solare (+2,2 GW) e nucleare(+1,1 GW, unità Watts Bar 2 nel Tennessee). Nel corso del 2015 saranno invece dismessi quasi 13 GW di centrali a carbone.
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    Tratto da rinnovabili.it

    Uno studio della Oxford University censisce le 100 compagnie più inquinanti

  • Carbone: un impianto su 4 va chiuso entro 5 anni

Chi sono i 100 più grandi inquinatori da carbone al mondo? La Oxford University ha censito le compagnie elettriche che sono a rischio chiusura dei loro impianti più obsoleti e climalteranti in un rapporto uscito stamattina.
In testa alla classifica non era difficile notare la prevalenza di gruppi cinesi, ma non va sottovalutato il ruolo degli Stati Uniti. Anzi, 10 tra le prime 25 centrali a carbone più inquinanti sono proprio americane.

L’analisi, realizzata per aiutare gli investitori a valutare il rischio di gravi perdite finanziarie, ha anche rivelato che il colosso energetico francese GDF Suez occupa il terzo posto nella lista nera.
Il carbone fornisce, attualmente, il 40% dell’energia elettrica del mondo. Tre quarti di questa elettricità è prodotta da impianti vetusti, inquinanti e poco efficienti, che utilizzano la tecnologia a vapore subcritico. L’International Energy Agency (EIA) ha calcolato che una su quattro di queste centrali deve chiudere entro cinque anni, se i governi del mondo hanno intenzione di mantenere il loro impegno a limitare il riscaldamento globale ai fatidici 2°C......


«Le Centrali a carbone sono la prima cosa che dobbiamo togliere di mezzo se vogliamo affrontare il cambiamento climatico», ha detto Ben Caldecott, dell’Università di Oxford, principale autore del rapporto. Nell’analisi sono entrati come parametri di misurazione anche le emissioni di carbonio, l’inquinamento dell’aria e la pressione sulle risorse idriche.
Caldecott ha detto che alcuni impianti a carbone cinesi sono stati già chiusi a seguito del malcontento esploso nell’opinione pubblica riguardo all’inquinamento atmosferico...........

Il ruolo delle lobby

Le principali istituzioni finanziarie, tra cui la Bank of England, la Banca Mondiale, Citi, Goldman Sachs e HSBC, hanno avvertito che l’azione per affrontare i cambiamenti climatici potrebbero danneggiare gli investimenti nei combustibili fossili. Opinioni pesanti, quelle dei grandi istituti finanziari del mondo, che contribuiscono a tenere in vita la tecnologia insieme all’operato delle lobby nelle istituzioni politiche (leggi anche: “Le lobby del carbone scrivono la direttiva sulle emissioni industriali).

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