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14 marzo 2015

Sul web l'atlante partecipato dei conflitti ambientali

Tratto da L' Espresso

Nasce sul web l'atlante partecipato dei conflitti ambientali

Varata la versione italiana di una mappa di giustizia ambientale che solo nel nostro Paese censisce oltre cento situazioni critiche raccolte grazie al lavoro di ricercatori e comitati.

Uno strumento di lotta ambientale. Una piattaforma di denuncia partecipativa. Una rete di ricercatori e associazioni. Dal Vajont a Casal Monferrato, da Taranto a Brescia, dalla Terra dei Fuochi alla Val di Susa, dalle zone di sfruttamento petrolifero della Basilicata ai poli industriali.

È l’atlante dei conflitti ambientali, la prima piattaforma web italiana geo referenziata di consultazione costruita insieme a dipartimenti universitari, esperti ambientali, giornalisti, attivisti e comitati territoriali.


Ambiente, gli impianti contestati e le proteste dei comitati.

Un Paese punteggiato di battaglie piccole e grandi: sono oltre cento in continua espansione. Uno strumento pensato per resistere all’attacco al territorio e ai beni comuni segnalati con schede descrittive delle più emblematiche vertenze.

Per inserire la propria segnalazione è sufficiente registrarsi come utenti e compilare un formulario. Le schede monografiche inerenti specifici conflitti ambientali inviate, dopo essere state verificate e convalidate dall’equipe di ricerca del Centro di documentazione conflitti ambientali (Cdca) entreranno a far parte della mappatura visibile sulla home page dell’atlante.

Una chiamata rivolta a quanti nella società civile si aggregano per difendere, il mare, la campagna, il paesaggio, la qualità della vita.

Unendo idee e persone e formando comitati spontanei, lontani dai partiti e dall’idea strumentale di politica.

......Racconta Marica Di Pierri, presidente del Cdca:«Abbiamo scelto i conflitti ambientali perché li riteniamo il segno dell'insostenibilità del sistema economico, ma anche uno straordinario e diffuso patrimonio di conoscenze ed esperienze virtuose e pratiche di cittadinanza attiva che hanno estremo bisogno di sostegno e visibilità».

L’atlante italiano è stato realizzato nell’ambito del progetto europeo di ricerca Ejolt , finanziato dalla Commissione europea

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