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11 marzo 2015

Tirreno Power di Vado Ligure , un anno dopo il sequestro e le indagini di un procuratore contro i "poteri trasversali".

Tratto da Savona News
Tirreno Power, un anno dopo il sequestro e le indagini di un procuratore contro i "poteri trasversali".
L’11 marzo 2014 venivano posti i sigilli alla centrale termoelettrica di Vado Ligure. Il gip Giorgi aveva disposto il sequestro preventivo dei due gruppi a carbone, ponendo così un freno all’attività


Precisamente un anno fa, l’11 marzo 2014, venivano posti i sigilli alla centrale termoelettrica di Vado Ligure. Il giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi aveva disposto il sequestro preventivo dei due gruppi a carbone della Tirreno Power, ponendo così un freno all’attività della centrale. lntanto, proprio ieri il gip ha accolto l’istanza presentata dai legali di Tirreno Power nella quale si chiedeva l’autorizzazione a svolgere “attività finalizzate alla conservazione dei gruppi VL3 e Vl4”. 

La centrale ripartirà quindi solo per le attività di manutenzione richieste dall'azienda, si tratta di attività di conservazione che non avranno alcun riferimento a possibili riprese anche parziali delle attività e non ci saranno fuoriuscite di fumi a camino.

Dal giorno del sequestro, in esecuzione dell’ordinanza del gip, si è aperta un’inchiesta giudiziaria per disastro ambientale ed omicidio colposo che, ancora in corso, non lascia scampo a nessuno. Nella vicenda giudiziaria sono coinvolti infatti amministratori locali e dirigenti dell’azienda. Oltre ai vertici di Tirreno Power, tra i quali Giovanni Gosio, ex direttore generale, Pasquale D’Elia ex direttore dello stabilimento e Massimiliano Salvi attuale direttore, ad essere iscritte nel registro degli indagati risultano 47 persone tra cui il presidente della Regione Claudio Burlando, l’assessore regionale Renzo Guccinelli e i funzionari regionali responsabili dei procedimenti dell’Aia che hanno partecipato alle delibere con cui l’ente ha dato il suo via libera per fare operare i gruppi a carbone prima e dopo il 2012. 
Nella lista ci sono anche i sindaci di Vado Ligure, Monica Giuliano e di Quiliano, Alberto Ferrando. Secondo la procura della Repubblica di Savona, "avrebbero permesso di inquinare e provocare danni alla salute e all'ambiente".
Tutti gli amministratori e gli enti locali sono coinvolti. 
Lo stesso procuratore ha affermato alla commissione parlamentare sugli illeciti ambientali lo scorso 22 gennaio: "La vera controparte sono diventati la Regione, i Comuni, la Provincia. Io non mi meraviglio che l'amministratore delegato di Tirreno Power ce la metta tutta per dimostrare la sua innocenza, ma anche per riaprire l'azienda. Se, invece, questo lo fanno le Istituzioni, mi crea un certo imbarazzo".

Un’inchiesta destinata ad andare avanti tra luci ed ombre. Lo stesso procuratore capo della Repubblica di Savona che coordina le indagini è stato “soggetto a pressioni di tutti i tipi, come ricatti e pedinamenti. Come ha affermato Francantonio Granero alla commissione parlamentare sugli illeciti ambientali: Se si vanno a toccare determinati interessi, succede questo".
Infatti il magistrato, tornato dopo trent’anni a Savona, non ha trovato molti cambiamenti dai tempi del Caso Teardo da lui affrontato negli anni Ottanta: "Sono tornato esattamente dopo trent’anni e ho trovato la stessa situazione che avevo trovato allora, ossia una struttura di poteri trasversali, priva di qualunque colore partitico, composta da poche persone, che domina tutta l’attività economica e finanziaria del territorio. 
Non è un bel quadro quello che vi ho fatto, lo so, ma, o diciamo delle cose vere, o è inutile parlare".

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