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20 maggio 2015

Ecoreati, buona legge o polpetta avvelenata?

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Ecoreati, ecco i delitti contro l’ambiente: dal disastro alla morte per inquinamento


LA SCHEDA - Il provvedimento approvato introduce nel codice penale il nuovo Titolo VI-bis, che comprende tra gli altri inquinamento ambientale (da due a sei anni di carcere), morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, disastro ambientale e omessa bonifica. Introdotta l'aggravante ambientale per i reati già esistenti

L’aula del Senato ha approvato in via definitiva la proposta di legge sugli ecoreati che introduce nel codice penale i delitti contro l’ambiente.
 In sintesi il provvedimento inserisce nel codice penale il nuovo Titolo VI-bis (dei delitti contro l’ambiente), che comprende i seguenti nuovi reati: inquinamento ambientale, morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, disastro ambientale, delitti colposi contro l’ambiente, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo, omessa bonifica....
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Tratto da International Business Time

Ecoreati, buona legge o polpetta avvelenata?

E’ attesa in settimana l’approvazione (definitiva) della legge sugli ecoreati, giunta ormai alla quarta lettura, in quel del Senato. Per una volta non c’è bisogno di far di conto sulle intenzioni delle minoranze o delle opposizioni: il DDL (il testo) dovrebbe passare a larga maggioranza, avendo annunciato il proprio sì anche il Movimento Cinque Stelle.
Ma se il fronte parlamentare si dimostra sostanzialmente e inaspettatamente unito, le polemiche e i no, numerosi, arrivano fuori dalle Camere. Non da Legambiente e Libera che sull’approvazione del testo, pur affermando che non si tratta della migliore legge possibile, insistono da tempo. Il secco no arriva da altri ambientalisti, come Angelo Bonelli (Verdi), il magistrato esperto in diritti ambientali Gianfranco Amendola o l’associazione Peacelink.

COSA PREVEDE LA LEGGE
Introduce nel nostro ordinamento nuove fattispecie di reato, tra cui l’omessa bonifica, l’impedimento al controllo ambientale, l’inquinamento e il disastro ambientale. Con il DDL molti reati fin qui contravvenzionali e/o puniti con pene massime molto basse, che non consentivano l’uso delle intercettazioni e si prescrivevano molto presto, vedono alzare questo limite.
Fin qui i punti principali, su cui il giudizio è pressoché unanime e positivo. “Le polemiche sollevate ci hanno consentito di confrontarci ancora di più con i magistrati, non da ultimi coloro che sono in  prima linea nella DDA, e abbiamo rafforzato la nostra convinzione sul testo” scrive Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera ed esponente di spicco del M5S.

COSA NON C’E’
Una lettura extra, con modifiche alla Camera votate due settimane fa, ha costretto ora il testo all’ultimo passaggio in Senato, essendo stato eliminato il divieto di airgun. E’ una tecnica che viene utilizzata per esplorare i fondali marini con l’aria compressa, alla ricerca di idrocarburi. Divieto contro cui si sono espressi Confindustria, l’associazione dei petrolieri e lo stesso Matteo Renzi. Da qui le modifiche a Montecitorio.
Un ‘cambia verso’ che ha raccolto il commento negativo di Legambiente: “Era la volta buona ma a pochi metri il traguardo il governo cambia idea e, dopo tante rassicurazioni e prese di posizione pubbliche da parte di diversi ministri, sostiene l'emendamento per togliere subito il comma sull'air gun dal disegno di legge sugli ecoreati e lo rispedisce al Senato dove rischia l'affossamento".
Perplessità anche sull’art. 452-quater (Delitti colposi contro l'ambiente). “Se taluno dei fatti di cui agli articoli 452-bis e 452-ter è commesso per colpa, le pene previste dai medesimi articoli sono diminuite da un terzo alla metà”. La pena massima del disastro ambientale colposo potrebbe scendere dunque fino a 5 anni.

COSA VIENE CONTESTATO
Una delle critiche più forti (nonché autorevole) è arrivata da Gianfranco Amendola. Sia per il reato di inquinamento ambientale che per il disastro, viene utilizzato l’avverbio abusivamente.“Chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativo e misurabile”. Secondo Amendola (e non solo) “mentre prima si richiedeva una condotta illecita per violazione di legge, adesso tutto dipende solo dalla presenza o meno di un'autorizzazione della P.A. Perché è questo che significa "abusivamente". Non a caso, si tratta dello stesso avverbio presente anche nella formulazione del primo delitto ambientale italiano. ….Mancanza di autorizzazione, dunque, che, se ha un senso per qualificare il delitto di traffico illecito, è totalmente inaccettabile per il disastro ambientale. 
Accettare questa modifica e punire solo chi cagiona abusivamente un disastro ambientale o un inquinamento rilevante, significherebbe, cioè, a contrario, accettare che possa essere lecito o, addirittura, autorizzato un disastro ambientale (con morti, devastazioni ecc.). Purchè non sia "abusivo" (qui la fonte).

Sulla stessa linea Angelo Bonelli dei Verdi: Con questa norma approvata l’inchiesta sull’Ilva, Ambiente Svenduto, e quindi il processo, non ci sarebbero mai stati. Non si potranno più svolgere i processi contro quelle grandi industrie che impunemente hanno inquinato e attentato alla salute dei cittadini, ma lo hanno fatto in nome di un’autorizzazione dello stato. E’ l’introduzione della norma del disastro ambientale abusivo previsto dal nuovo art.452 quater del codice penale e così appare chiaro che era altro che si voleva e che la scelta dell'"abusivamente" tende, in realtà, ad evitare, comunque, l'intervento giudiziario”.

Identici i rilievi mossi dal presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti: Il Ddl si presenta con buone intenzioni, ma è scritto male e in forma ambigua e mette a rischio i processi per disastro ambientale in atto, precludendo la possibilità di avviare nuovi processi a industrie e impianti inquinanti dotati di autorizzazione Aia”.
Chi sostiene la legge replica che sono critiche infondate. Legambiente e Libera lo fecero lo scorso marzo con una nota congiunta: ....
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