Le «torsioni motivazionali» di Claudio Burlando, le relazioni troppo amichevoli tra i vertici di Tirreno Power e un viceministro. Sono due degli aspetti che emergono dall'atto di conclusione indagine e che disegnano i contorni di una storia che secondo la procura è fortemente segnata da«pressioni» e distorsioni delle norme.
Proprio l'eccessiva confidenza di rappresentanti istituzionali con alcuni manager di Sorgenia Tirreno Power (Tp è controllata pariteticamente da Gdf-Gaz de France e da Energia Italiana, il cui azionista di riferimento è Sorgenia, società da cui, a marzo, è uscita la Cir della famiglia De Benedetti) viene messa in rilievo dalla procura di Savona.
Ad esempio quando riferisce delle azioni di due degli indagati, Massimiliano Salvi ex direttore generale Tp e Mariano Grillo direttore generale del settore Via al ministero dell'Ambiente. I due, secondo i pm avrebbero concordato una serie di attività ed esercitato pressioni su alcuni membri delle commissioni incaricate per ottenere rinnovi anticipati dell'Aia, di omettere alcune fasi al vaglio della Via (Valutazione impatto ambientale) o ancora di procrastinare uno dei nodi della vicenda, la costruzione di un carbonile, in sostanza una copertura per i depositi di carbone per evitare la dispersione di polveri.
Proprio per raggiungere questo obiettivo avrebbero architettato una serie di manovre «come risulta dalle intercettazioni, anche con interventi diretti dell'azionista di riferimento per la parte italiana (Sorgenia, ndr), del direttore Mariano Grillo nei confronti di dirigenti del ministero dello Sviluppo economico e dello stesso vice ministro Claudio De Vincenti».Continua a leggere su La Repubblica
Proprio l'eccessiva confidenza di rappresentanti istituzionali con alcuni manager di Sorgenia Tirreno Power (Tp è controllata pariteticamente da Gdf-Gaz de France e da Energia Italiana, il cui azionista di riferimento è Sorgenia, società da cui, a marzo, è uscita la Cir della famiglia De Benedetti) viene messa in rilievo dalla procura di Savona.
Ad esempio quando riferisce delle azioni di due degli indagati, Massimiliano Salvi ex direttore generale Tp e Mariano Grillo direttore generale del settore Via al ministero dell'Ambiente. I due, secondo i pm avrebbero concordato una serie di attività ed esercitato pressioni su alcuni membri delle commissioni incaricate per ottenere rinnovi anticipati dell'Aia, di omettere alcune fasi al vaglio della Via (Valutazione impatto ambientale) o ancora di procrastinare uno dei nodi della vicenda, la costruzione di un carbonile, in sostanza una copertura per i depositi di carbone per evitare la dispersione di polveri.
Proprio per raggiungere questo obiettivo avrebbero architettato una serie di manovre «come risulta dalle intercettazioni, anche con interventi diretti dell'azionista di riferimento per la parte italiana (Sorgenia, ndr), del direttore Mariano Grillo nei confronti di dirigenti del ministero dello Sviluppo economico e dello stesso vice ministro Claudio De Vincenti».Continua a leggere su La Repubblica
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