Tratto da onuitalia.com
Silvia Velo a NY, da “green economy” spinta alla crescita
(di Luca Marfé)
NEW YORK – Ruolo della “green economy” nella crescita globale, sviluppo sostenibile interconnesso, ma anche “Terra dei Fuochi” e campagna italiana per un seggio in Consiglio di Sicurezza nel 2017/18. La Sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo ne parla con OnuItalia a margine degli incontri al Palazzo di Vetro in vista degli appuntamenti dei prossimi mesi: il vertice sui nuovi obiettivi post 2015 a settembre ed il summit di Parigi sulla lotta al cambiamento climatico a dicembre.
Inizierei dal suo dicastero ed in generale dai dossier che vi ruotano attorno: lei come spiega che un Ministero importante come quello dell’Ambiente, posto puntualmente al centro delle attenzioni in quasi tutti i Paesi occidentali, soffra da noi in Italia di una considerazione, mediatica e non, non sempre piena? È possibile che un dossier tanto cruciale per il futuro del nostro pianeta sia in qualche modo sottovalutato?
– In effetti, questa sensazione c’è, è diffusa ed è legata ad un’idea un po’ tradizionale dello sviluppo, come se la crescita economica e le politiche industriali fossero in antinomia con la tutela dell’ambiente. In realtà, ogni contesto internazionale, ma anche le evidenze scientifiche ci dicono che uno sviluppo duraturo e equo si basa innanzitutto sulla tutela ambientale, sulla salvaguardia delle risorse e della materia prima che è poi il territorio in cui viviamo.
Ed anzi la green economy è una grande potenzialità di crescita e di creazione di posti di lavoro oltreché di tutela dell’ambiente.
Che in realtà è già un dato di fatto; forse è la politica che considera l’ambiente un fastidio o un elemento di interdizione verso alcune decisioni. Credo che un Paese moderno debba invece mettere al centro delle proprie politiche la sostenibilità dello sviluppo, le politiche di sostegno alla green economy, le politiche di lotta ai cambiamenti climatici che poi in realtà sono, e qui in una sede come questa è evidentissimo, anche un’importante base per le politiche di cooperazione. Quindi il peso del nostro Paese nel contesto internazionale dipende anche da quanto investiamo in cooperazione allo sviluppo, in cooperazione ai progetti di lotta ai cambiamenti climatici.
Nel corso del suo intervento presso l’High Level Political Forum on Sustainable Development, la principale piattaforma di discussione delle Nazioni Unite sul tema dello sviluppo sostenibile, ha sostenuto a più riprese il crescente grado di connessione tra Paesi, regioni e persone. Ci spiega meglio quali rischi e quali opportunità si celano in questi intrecci?
– Perché il pianeta nel suo complesso adotti modelli di sviluppo sostenibile, ed è bene ricordare le tre accezioni economico, sociale e ambientale, quindi riduzione della povertà, tutela delle parti più deboli della popolazione del pianeta e tutela dell’ambiente, ci vogliono contemporaneamente grandi strategie internazionali.......
Per concludere: Italia candidata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il 2017/18. L’Ambiente può essere una delle carte da giocare per vincere questa importante partita?
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