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10 luglio 2015

1)Quando il mondo passerà alle rinnovabili, finiranno le guerre per l’energia .2) EWEA: “il capacity payment non è la risposta giusta”.

Tratto da  Linkiesta

Quando il mondo passerà alle rinnovabili,

 finiranno le guerre per l’energia

.......Un conflitto di così ampia portata, che riguarda nientemeno che la transizione da un sistema fossile e nucleare, fondato su concentrazione di capitale, finanza e infrastrutture proprietarie, a un sistema di fonti naturali non proprietarie, diffuse e territorialmente governabili, non sfugge certo agli interessi dei Governi e delle Corporation che tengono le redini dell’economia e del commercio nel sistema finanziario globale. Ed è qui che entra in campo l’iniziativa che Stati Uniti ed Europa in particolare, stanno assumendo sul fronte dei trattati commerciali che riguardano anche l’energia.
Nel mondo, nonostante il calo del prezzo del petrolio, è in atto un boom delle energie rinnovabili
Le tecnologie rinnovabili come sole, vento e biomasse, pur limitate da una relativa discontinuità, sono sfruttabili direttamente in pressoché ogni angolo del mondo e stanno raggiungendo la “grid parity” a ritmi fino a un decennio fa impensabili. Nel mondo, nonostante il calo del prezzo del petrolio, è in atto un boom delle energie rinnovabili. Forse spinto dalla produzione di pannelli solari cinesi a buon mercato, il fotovoltaico nel 2014 ha segnato il suo anno record, mentre l’energia eolica ha ormai raggiunto in molte aree la “grid parity” con i combustibili fossili, stracciando il nucleare.
La diversità del modello rinnovabile che potremmo definire in una sola parola “democratico”, pone al centro il rispetto per l’ambiente con ricadute occupazionali sul territorio favorendo e stimolando la crescita di una coscienza diffusa che desidera cooperazione politica, riorganizzazione sociale e convergenza di “stili di vita verdi”. Probabilmente se l’Italia si proponesse come “renewable energy hub” invece di “gas hub” potrebbe recuperare quel ruolo di leadership e di Paese portatore di pace anche in Medio Oriente.
Energie democratiche, strettamente legate al territorio ed in grado sul lungo termine di assicurare una autonomia energetica, mettendo gradualmente fine alla dipendenza dal petrolio....Secondo Klare, la guerra per l’energia continuerà in tutto il mondo, infatti mentre le divisioni etniche e religiose possono fornire il carburante politico e ideologico di queste battaglie, decisivo è il movente economico. In un mondo ancora legato a doppio filo ai combustibili fossili, il controllo delle riserve di petrolio e gas è una componente essenziale del potere. Auspicare concretamente la fine della guerra per l’energia perciò, significa ottenere un contributo concreto verso la pace e la condivisione tra i popoli. Forse si potrà scongiurare questo conflitto solo il giorno in cui, finalmente, il mondo passerà davvero alle energie rinnovabili. Qui l'articolo integrale

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  Tratto dam.qualenergia

EWEA: “il capacity payment non è la risposta giusta”

Giovedì, 9 Luglio 2015
Tenere in vita artificiosamente le centrali termoelettriche convenzionali in perdita non è la risposta giusta alla crisi da overcapacity in atto in tutta Europa. I meccanismi di capacity payment infatti rischiano di avere un effetto distorsivo sui prezzi elettrici. L'avvertimento arriva da un nuovo position paper di EWEA, l'associazione europea dell'eolico (allegato in basso).
In molti Paesi, tra cui il nostro, come sappiamo si stanno predisponendo meccanismi che remunerano gli impianti per la potenza flessibile che mettono a disposizione anziché per la sola produzione, un salvagente a quegli impianti, come i cicli combinati gas, che attualmente sono in crisi per la situazione di sovvracapacità, la domanda bassa e la concorrenza delle rinnovabili elettriche (soprattutto eolico e fotovoltaico) che possono offrire energia in Borsa a prezzo zero.
Tre sono i grandi problemi del mercato elettrico europeo in questo momento, spiega il documento EWEAovercapacity, con circa 100 GW di potenza di troppo a livello europeo, domanda in calo e un sistema ETS inefficace, che non è riuscito a dare i segnali di prezzo adeguati, cioè, spieghiamo noi, ad esempio non è riuscito a rendere i più inquinanti impianti a carbone meno competitivi di quelli a gas.
In questa situazione non solo non ha senso economico investire in nuova generazione, ma anche molti impianti esistenti sono in grossa crisi. Tenerli in vita con il polmone artificiale del capacity payment però, secondo EWEA, sarebbe sbagliato: “la trasformazione del settore elettrico europeo deve essere mossa da investimenti privati e mercati che funzionano bene - spiega Kristian Ruby, Chief Policy Officer dell' EWEA – Non dobbiamo tenere in vita con un salvagente centrali ridondanti, specialmente in questa fase in cui alcuni Paesi stanno facendo i conti con un eccesso di potenza. Finanziare impianti convenzionali affinché restino operativi deve essere l'ultima opzione da considerare e solo nei Paesi che hanno carenze di potenza da colmare.”
E l'overcapacity, secondo Ruby è anche la causa dei prezzi del MWh all'ingrosso attuali, mai così bassi. “C'è un equivoco quando si dice che le rinnovabili sono la causa principale dei prezzi bassi alla Borsa elettrica. Il vero problema è che alcuni Stati membri hanno semplicemente troppa potenza da fonti convenzionali. La crisi e il calo della produzione industriale hanno tagliato la domanda e lasciato l'Europa con asset inutili in carbone. É tempo di liberarci da queste centrali obsolete che appartengono al passato.”
Come risolvere la questione secondo EWEA? Con un sistema ETS che funzioni veramente e che abbia un prezzo della CO2 tale da scoraggiare investimenti in impianti ad alta intensità di CO2. Altra soluzione è facilitare gli scambi transfrontalieri, mentre secondo EWEA il mercato dei servizi per la rete deve essere aperto anche alle rinnovabili.
Spiegano da EWEA: “Dobbiamo creare un sistema che remuneri la flessibilità. L'eolico è in grado di fornire servizi quali controllo della frequenza e del voltaggio, ma questi non sono ancora pagati adeguatamente.L'eolico potrebbe non solo contribuire alla sicurezza energetica ma anche ridurre i costi operativi del sistema.”

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