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Tumori e fattori di rischio, Emiliano affonda il colpo:
"Stop al carbone"
Presentati i dati del Centro Salute Ambiente: preoccupa l'incidenza delle neoplasie ai polmoni e alla vescica. Necessario approfondire le indagini sulla qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo
LECCE – Dalla proposta all’impegno, per segnare un punto di svolta rispetto allo status quo. L'obiettivo è quello di eliminare il carbone dai processi produttivi in Puglia.
Il presidente della Regione, Michele Emiliano, lo ha ribadito davanti ai vertici della Asl di Lecce nel corso di un incontro nel quale sono stati presentati i risultati del report “Ambiente e salute in provincia di Lecce”.
Il governatore ha deciso di inserire il tema della riconversione dei siti industriali più inquinanti – Ilva e Cerano su tutti – nelle priorità della sua agenda, mettendo in conto di portare la questione su un terreno minato, quello dello scontro con i principali centri di potere istituzionale ed economico.
Emiliano ha riferito al pubblico che ha gremito l’auditorium del museo Sigismondo Castromediano il refrain che si sente ripetere da quando ha aperto la discussione su quella che considera una vera e propria vertenza ambientale per la regione: “Decarbonizzare costa molto, mi si dice, ma perché morire inutilmente ha un costo minore”? Il presidente della Regione ha quindi dichiarato che la classe dirigente non si farà dividere da prebende e incarichi, perché “la Puglia si è stancata di produrre energia per il resto del paese e di pagarne tutte le conseguenze”.
All’intervento del governatore hanno fatto seguito le relazioni del direttore sanitario della Asl, Antonio Sanguedolce, di Giorgio Assennato, direttore dell’Agenzia regionale per l’ambiente, e di Giovanni De Filippis, responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria leccese.
Le evidenze statistiche, peraltro non inedite, parlano di circa 4mila nuovi casi all'anno e di un’incidenza oltre la media nazionale e regionale di tumori al polmone e alla vescica, con netta prevalenza nel sesso maschile e con una concentrazione anomala in alcuni distretti sociosanitari a seconda della patologia.....
E’ necessario quindi approfondire alcuni aspetti del rapporto che lega gli agenti inquinanti all’insorgenza di alcune gravi malattie, ma anche rivedere in maniera più stringente la griglia dei controlli, magari adottando i parametri di riferimento dell’Organizzazione mondiale della sanità che, per esempio per quanto riguarda le polveri sottili, sono inferiori a quelli utilizzati dalle normative di settore.
La convinzione è che non basti controllare l’eventuale sforamento dei valori soglia, ma valutare anche i cosiddetti effetti cumulativi dovuti alle eventuali ripercussioni dell’esposizione continuata ad agenti inquinanti, seppur al di sotto dei limiti di legge. La Asl ha quindi elaborato una serie di indicazioni per le istituzioni per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e la presenza di agenti fisici radioattivi come il radon.
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