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27 marzo 2016

Greenpeace: RINNOVABILI NEL MIRINO.Un dossier sugli attacchi del Governo Renzi all'energia pulita

Tratto da qualenergia


Un dossier sugli attacchi del Governo Renzi all'energia pulita

Nel nuovo report “Rinnovabili nel mirino”, Greenpeace denuncia i provvedimenti per affossare le rinnovabili presi da questo governo “fossile”: dai tagli retroattivi dello Spalma-Incentivi per il fotovoltaico, alla riforma della bollette domestiche che penalizza l'autoproduzione, fino alle minacce all'autoconsumo. Dossier, sintesi e commento.
"Il 2015 è stato un anno record a livello globale per gli investimenti in energie rinnovabili, con addirittura metà della nuova potenza elettrica installata proveniente da fotovoltaico ed eolico. In Italia però la situazione è ben diversa. I record che si registrano sulle rinnovabili nel nostro Paese sono tutti negativi, frutto di precise politiche, comuni a tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi anni, che hanno consapevolmente affossato il settore delle energie rinnovabili. E a dare il colpo di grazia alle energie pulite è stato il governo Renzi, che ha deciso di puntare tutto sulle trivellazioni a terra e a mare in cerca di petrolio e gas."
Così Greenpeace Italia introduce il nuovo rapporto “Rinnovabili nel mirino” appena pubblicato, dedicato ai provvedimenti attuati dal governo Renzi “a sfavore” del fotovoltaico e dell’eolico, “che hanno già portato a una fuga di investimenti, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e a nessun beneficio sulle bollette degli italiani”. Questo, denuncia l'associazione è “un governo ostile alle fonti rinnovabili.”
Per dare un’idea dell’attuale situazione il dossier cita il dato GSE relativo ai nuovi impianti fotovoltaici e quelli di Bloomberg sugli investimenti. Nel 2014 gli investimenti in rinnovabili in Italia sono infatti crollati del 60% rispetto all’anno precedente (vedi QualEnergia.it), fermandosi a un ammontare complessivo di appena 2 miliardi di dollari....
leggi 
Amaro il commento di Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace nel presentare il report: "Mentre prometteva un 'green act' di cui non si hanno più notizie, Renzi è riuscito a mettere in ginocchio un settore che nel resto del mondo crea occupazione e benefici sia all’ambiente sia ai cittadini".
E mentre si tagliano gli incentivi alle rinnovabili, denuncia Greenpeace,aumentano quelli alle fonti fossili. Il rapporto cita il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui nel 2014 l’Italia si è piazzata al nono posto in Europa per finanziamenti a combustibili fossili, con 13,2 miliardi di dollari, dato in crescita rispetto ai 12,8 miliardi del 2013.
"Il premier Renzi e i suoi ministri – conclude Iacoboni - hanno fatto tanti bei discorsi al vertice sul clima di Parigi, ma la realtà è che oggi il suo governo ha deciso di mettere il freno a mano sulle rinnovabili. Una posizione di retroguardia che rischia di bloccare il futuro per difendere il passato. 
Per questo il referendum sulle trivellazioni del prossimo 17 aprile assume un significato politico che va ben oltre il quesito referendario e spaventa il governo al punto da cercare in ogni modo di boicottare il quorum.
Se i cittadini si esprimeranno contro le trivellazioni, sarà una sonora bocciatura per tutta la politica energetica del governo Renzi, che come i suoi predecessori di questi ultimi anni, mette gli interessi dell’industria fossile sopra a quelli dei cittadini".
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Rinnovabili, l'Unep boccia l'Italia: 1 miliardo

 di dollari in investimenti, diminuiti di

 30 volte ...

“”Nell’ultimo anno gli investimenti in energie rinnovabili nel mondo hanno tagliato un traguardo mai raggiunto prima, raggiungendo il record di 285,9 miliardi di dollari: finora, la vetta massima era stata raggiunta nel 2011, con 278.5 miliardi di dollari. Nella decima edizione del rapporto Unep (il Programma dell’Onu per l’ambiente) Global trends in renewable energy investment prodotto in collaborazione con la Frankfurt School e Bloomberg new energy finance ci sono molti dati che fanno ben sperare per un presente e futuro rinnovabile, ma si prende atto che il progresso non è stato certo omogeneo. C’è anzi chi ha indietreggiato parecchio, e tra i paesi che secondo l’Unep camminano a passo di gambero spicca l’Italia.

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