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04 novembre 2016

Unep:l’Accordo di Parigi non basta, stiamo andando verso i + 3°C .Il mondo deve urgentemente ridurre le emissioni previste entro il 2030

Tratto da Rinnovabili.it

UNEP: l’Accordo di Parigi non basta, stiamo andando verso i + 3°C

  • L’Agenzia ONU avverte: “Se non cominciamo fin da adesso ad adottare iniziative supplementari, finiremo per dover piangere una tragedia umana evitabile”
UNEP: l’Accordo di Parigi non basta, stiamo andando verso i + 3°C

(Rinnovabili.it) – Nel Pacifico gli orologi hanno già passato la mezzanotte. Questo significa che per molte delle isole che popolano la regione, l’Accordo di Parigi è già entrato in vigore da qualche ora. Quasi in contemporanea, il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ha reso pubblico il suo Emissions Gap Report, il prezioso documento che fa il punto sugli sforzi in tema di tagli alle emissioni. La conclusione? Il tanto sudato Paris Agreement non è sufficiente.

Il rapporto rileva che, con l’attuale livello impegno, entro il 2030 i gas serra raggiungeranno le 54-56 gigatonnellate di biossido di carbonio equivalente. Si tratta di un valore ben al di sopra del tetto individuato dagli scienziati (42 Gt) come il limite emissivo per aver la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 2 C° durante questo secolo.Continua a leggere qui 

Tratto da Greenreport

Unep: il mondo deve urgentemente ridurre del 25% le emissioni previste entro il 2030

Malgrado l’Accordo di Parigi andiamo verso un aumento delle temperature da 2,9 a 3,4°C entro la fine del secolo
[4 novembre 2016]
unep-cambiamento-climatico
«Il mondo deve urgentemente e radicalmente rivedere le sue ambizioni, aumentandole per ridurre di circa un quarto le emissioni mondiali di gas serra previste entro il 2030 e avere una chance di minimizzare il cambiamento climatico pericoloso», a dirlo è l’United Nations environment programme (Unep) sulla base del suo “Emissions Gap Report”, presentato ieri pomeriggio a Londra, che analizza ogni anno lo scarto tra bisogni e prospettive in materia di riduzione delle emissioni climalteranti.
Il rapporto, pubblicato insieme al “1 Gigaton Coalition Report” alla vigilia dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, constata che «Nel 2030, le emissioni dovrebbero raggiungere tra le  54 e le 56 gigatonnellate equivalenti di CO2, cioè largamente al di sopra del livello fissato a 42 Gt per avere una chance di limitare il riscaldamento planetario a 2℃  entro la fine del secolo». Una gigatonnellata (Gt) equivale all’incirca alle emissioni prodotte ogni anno dai trasporti (compresa l’aviazione) nell’Unione europea.
L’Unep ricorda che «Gli scienziati sono d’accordo nel dire che limitare l’aumento della temperatura mondiale al di sotto dei 2℃  (in rapporto ai livelli dell’era preindustriale) permetterà di ridurre i rischi di tempeste violente, di lunghi periodi di siccità, di aumento del livello del maree di altri effetti sul clima. Raggiungere l’obiettivo minimo fissato a 1,5 ℃ permetterebbe di ridurre questi effetti, ma non di eliminarli».
Ma il problema che emerge dai rapporti Unep è che anche nel caso di un’attuazione integrale degli impegni presi a Parigi, «le emissioni previste entro il 2030 provocheranno un aumento delle temperature mondiali da 2,9 a 3,4° C entro la fine del secolo. Se aspettiamo ancora qualche anno prima di aumentare il livello di ambizione, rischiamo di compromettere la possibilità di raggiungere l’obiettivo degli 1,5° C, di accrescere la dipendenza dalle tecnologie a forte intensità di carbonio e di aumentare il costo di una transizione globale verso un’economia a basse emissioni».
Il direttore esecutivo dell’Unep, Erik Solheim, resta fiducioso: «Siamo sulla buona strada. L’Accordo di Parigi permetterà di rallentare il cambiamento climatico, così come il recente emendamento di Kigali che punta a ridurre gli Hfc. Questi due accordi dimostrano un solido impegno, tuttavia, non sono sufficienti se vogliamo darci la possibilità di evitare un grave cambiamento climatico. Se non prendiamo già oggi delle misure supplementari, ad iniziare dalla prossima conferenza sul clima a Marrakech, bisognerà deplorare l’avvento di una tragedia umana evitabile. Il numero crescente dei rifugiati climatici colpiti dalla fame, dalla povertà, dalle malattie e dai conflitti ci ricorderà in modo incessante il nostro fallimento. La scienza indica che dobbiamo agire molto più velocemente»
Il fatto che il 2015 sia stato l’anno più caldo da quando vengono registrati I dati sulle temperature globali, ha fatto capire ai leader mondiali la necessità di agire urgentemente. Una tendenza al riscaldamento globale che è proseguita anche nel 2016 che si appresta a battere il record del 2015. Ma il rapporto dice che le emissioni che provocano il global warming continuano ad aumentare.
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L’unep bacchetta i Paesi del G20  che, pur essendo in grado di mantenere collettivamente i loro impegni presi a Cancún riguardo al clima entro il 2020, non sono sufficientemente ambiziosi per realizzare davvero  gli obiettivi sulle temperature previsti nell’Accordo di Parigi.....
L‘Unep è convinto che «Gli attori non governativi (il settore privato, le città, le regioni e gli altri protagonisti subnazionali, come le mobilitazioni civiche) possono contribuire alla riduzione delle emissioni per diverse gigatonnellate entro il 2030 in settori come l’agricoltura e i trasporti, se le numerose iniziative raggiungessero i loro obiettivi e se non sostituiranno altre iniziative».Continua a leggere qui

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