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09 febbraio 2017

Climate Analytics: Ue, stop al carbone entro il 2030 per rispettare l’accordo sul clima

Tratto da rinnovabili.it

Ue, stop al carbone entro il 2030 per rispettare l’accordo sul clima

Un report di Climate Analytics traccia il percorso obbligato per l’UE: per tenere il riscaldamento globale entro i 2°C, tutti gli impianti a carbone devono chiudere entro il prossimo decennio


Tutte le centrali a carbone devono chiudere entro il 2030, se l’Europa vuole rispettare davvero i suoi impegni sul clima sottoscritti con l’Accordo di Parigi. Ma l’Ue sta procedendo – come spesso capita – in ordine sparso, con notevoli differenze da paese a paese. Se alcuni stati membri hanno già annunciato un piano per il phase out con orizzonte i prossimi 10-15 anni, come Francia e Finlandia, altri paesi hanno in programma di aprire nuove centrali, ad esempio Polonia e Grecia.

L’abbandono di questo combustibile fossile deve però avvenire in tempi rapidi, perché il carbon budget disponibile (circa 6,5 Gt di CO2), in uno scenario business as usual in cui le centrali a carbone continuano a restare in attività, sarà esaurito all’85% già nel 2050. E se a queste emissioni si aggiungono quelle provenienti dagli impianti programmati ma non ancora operativi, entro quella data la CO2 prodotta sarà ben il doppio del budget disponibile per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.

A dirlo è l’analisi di Climate Analytics, istituto di ricerca sulle politiche climatiche basato a Berlino, contenuta in un report appena pubblicato. Tenendo fermo il Paris Agreement, il centro ha elaborato due scenari possibili per il phase out del carbone. Il primo considera l’eliminazione prioritaria degli impianti a maggiore intensità di emissioni, il secondo privilegia invece il valore economico delle centrali. In entrambi i casi Climate Analytics giunge alla medesima conclusione: il phase out deve avvenire entro il 2030.

L’attenzione è concentrata soprattutto su due paesi, Germania e Polonia, tra i più riluttanti a decretare uno stop in tempi brevi. Le loro decisioni saranno centrali: insieme sono responsabili per il 54% delle emissioni totali del continente da impianti a carbone, e possiedono il 51% della capacità installata in Ue. Se la Polonia oppone da sempre molte resistenze, anche la Germania non è da meno: di recente ha ribadito l’intenzione di non abbandonare la lignite prima del 2040. Una mossa che depotenzia la promessa di chiudere le 8 centrali a lignite più inquinanti, tra ottobre 2016 e ottobre 2019, peraltro tenendole in stand by con un meccanismo di capacity reserve: soldi alle centrali più inquinanti per la potenza che potrebbero mettere a disposizione qualora la produzione delle rinnovabili fosse troppo irregolare, al fine di dare “sicurezza” al sistema.

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