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10 febbraio 2017

Il Secolo XIX :"Su Tirrreno Power vent'anni senza controlli lo Stato chieda i danni"

Tratto da Il Secolo XIX  on line 

Il giudice: «Su Tirreno Power 20 anni senza controlli, lo Stato chieda i danni»

Savona - «Sotto il profilo penale risulta difficilmente sostenibile che gli indagati abbiano agito con l’intenzione di favorire Tirreno Power» ma il gip di Roma Paola Di Nicola usa parole forti nei confronti degli amministratori regionali e del ministero dell’Ambiente nelle 18 pagine del decreto di archiviazione dei 31 indagati per abuso d’ufficio nella maxi inchiesta sui presunti danni ambientale e alla salute provocati dalle emissioni dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado.
Al punto da decidere di trasmettere il provvedimento al ministro dell’Ambiente e al presidente della Regione Liguria «per quanto di competenza in ordine alle condotte, pur penalmente non rilevanti, ma gravemente lesive dell’onore e della terzietà delle istituzioni pubbliche, dei funzionari pubblici appartenenti alle loro compagini apicali».
Di fatto, nell’esame del fascicolo - intercettazioni comprese e allegate tra il dirigente del ministero Giuseppe Lo Presti, il componente commissione IPPC, Antonio Fardelli e Carmela Bilanzone, ordinaria del ministero - boccia la gestione degli organi regionali «la cui condotta è consistita in una chiave di lettura “nobile”, nella chiara scelta politica a favore dell’occupazione in contrapposizione alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente».
Ma il gip aggiunge: «In una chiave più realistica nell’incuria, nell’incapacità, nell’insolenza, nell’arroganza e nell’assenza di una dimensione istituzionale del ruolo di controllo e vigilanza spettante alle pubbliche istituzioni». Nell’esame dei vari passaggi tecnici dell’inchiesta e delle varie procedure richieste e ottenute da Tirreno Power il giudice romano non manca di ritenere «paradossale che tutte le autorità nazionali e locali sanno bene che già dal 2002 la Tirreno Power non adempie alle prescrizioni imposte a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, ciononostante le rilasciano le autorizzazioni a monte delle quali pongono, solo formalmente, l’ottemperanza di quelle stesse prescrizioni».
E i riferimenti sono alla mancata copertura del carbonile e la realizzazione del nuovo gruppo VL6 autorizzata il 5 marzo 2012 con nuova Via del 4 dicembre 2012. Al proposito scrive che «è stata proprio l’incapacità, la leggerezza, l’inidoneità, la debolezza, la pervasività degli organismi deputati ai controlli a consentire a Tirreno Power di evitare di rispettare le prescrizioni imposte tanto da mettere a repentaglio la salute pubblica, per come comprovato dalle consulenze tecniche del pubblico ministero di Savona».
E se la scelta dei politici liguri di favorire occupazione e lavoro contribuisce a escludere l’elemento soggettivo del reato di abuso, il gip Di Nicola chiarisce che «in sostanza l’interesse privato alla prosecuzione dell’attività della centrale senza regole e senza tutele bene si è sposato, in apparenza, con l’interesse pubblico a preservare i posti di lavoro».
Ma ancora. «A fronte di questa incapacità delle istituzioni locali a partire dalla Regione, oltre che alla permeabilità, arroganza, superficialità di alcuni dirigenti delle strutture tecniche del Ministero - scrive il gip - hanno avuto la meglio gli interessi economici di una classe imprenditoriale che ne ha consapevolmente approfittato, non trovandosi mai di fronte qualcuno che le imponesse la prevalenza dell’interesse collettivo».
Archiviazione per tutti, quindi, ex governatore Burlando in primis, ma il decreto del gip romano rappresenta di certo un passaggio importante nella battagliata era del carbone ligure e della difesa dell’ambiente e della tutela della salute pubblica.
Immagine tratta da Il Secolo XIX oggi in Edicola

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