Tratto da Osservatoriodiritti.it
Inquinamento ambientale: ecco cosa succede alla nostra salute
Maggiori probabilità di ammalarsi di tumore. Patologie di ogni tipo in aumento. E i più colpiti sono soprattutto i bambini. Ecco che cosa provocano i vari tipi di inquinamento sulla salute in Italia
I bambini e i ragazzi che vivono in un ambiente inquinato, magari vicino a una discarica, a un inceneritore, a un polo industriale o petrolchimico che rilasciano sostanze tossiche, hanno il 9% in più di probabilità di ammalarsi di tumore rispetto ai coetanei. Lo dimostrano i dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità e pubblicati a giugno nell’ultimo aggiornamento dello studio Sentieri. Un documento che monitora gli effetti che l’inquinamento ha avuto sulla popolazione italiana fino al 2013.
In tutto, da quanto emerge dall’indagine, sono circa 6 milioni gli italiani che vivono vicino a zone altamente inquinate, molte delle quali sono Siti di interesse nazionale. Ma gli effetti delle sostanze nocive si fanno sentire su una fascia ben più ampia di popolazione. E a farne le spese sono soprattutto i giovani e i giovanissimi, come dimostra l’aumento dei casi di tumori nella fascia 0-24 anni. E i numeri non lasciano spazio ai dubbi.
Inquinamento: tumori in crescita tra bambini e giovani
Rispetto alle medie regionali, gli under 24 che abitano in zone contaminate contraggono molto più frequentemente leucemie (+66%) e linfomi (50%). Aumentano del 36% anche i tumori al testicolo e del 62% i sarcomi. Questi ultimi sono considerati patologie “sentinella” dell’esposizione alle diossine, rilevate anche tra gli adulti che risiedono nelle stesse aree. Segnale che l’inquinamento ha effetti importanti sulla salute di tutta la popolazione e che diventano devastanti sui giovani e giovanissimi. Ma c’è di più. Le sostanze tossiche iniziano a colpire durante la gravidanza.
L’inquinamento ambientale colpisce i bambini: i casi di Emilia Romagna e Umbria
Una ricerca del 2017 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione effettuata in 62 Paesi, comparsa su Lancet Oncology, dimostra come la media mondiale dei tumori tra pazienti fino a 14 anni, tra gli anni ‘80 e il 2010, sia passata da 124 a 140 casi su un milione.
L’Italia ha partecipato con i dati raccolti da 15 registri dei tumori regionali. Significativa è la situazione in Emilia Romagna: 200 casi sono stati registrati a Modena, Parma, Forlì, dove, come racconta Patrizia Gentilini, medico che per 30 anni ha lavorato nel reparto di oncologia della città e che fa parte del comitato scientifico dell’associazione dei Medici per l’Ambiente e di Medicina Democratica, in 15 anni il registro dei tumori segnala un importante incremento di pazienti giovanissimi. A inizio 2000 i ragazzini in cura erano 18, mentre nel 2016 i nuovi ammalati erano 46. Numeri analoghi sono stati registrati anche in Umbria.
Inquinamento e bambini: aumentano tutte le patologie
I minori che vivono nelle aree più inquinate del Paese finiscono spesso in ospedaleanche per altre patologie. Il primo ricercatore dell’Iss, dottor Ivano Iavarone, sottolinea come ci siano ricoveri «in eccesso del 6-8% di bimbi e ragazzi per qualsiasi tipo di malattia rispetto ai loro coetanei residenti in zone non contaminate».
Situazione che non risparmia nemmeno i piccolissimi. Infatti «per quanto riguarda il primo anno di vita – sottolinea l’esperto – c’è un eccesso di ricoveri del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei e un eccesso compreso tra l’8 e il 16% per le malattie respiratorie acute e asma».
Inquinamento: difficile certificare cause comuni di tumori
Dati allarmanti, certo, ma non sufficienti a certificare l’impatto dell’inquinamento ambientale su bambini e ragazzi. Al momento, infatti, non è possibile certificare una causa comune per tutti i tumori riscontrati, non esistono studi epidemiologici sistematici e spesso non vengono eseguiti monitoraggi puntuali da pare delle Ats regionali e i registri tumori non vengono aggiornati puntualmente.
«Le generazioni a venire non ci perdoneranno i danni che noi stiamo facendo loro».
Era questo il motto dell’oncologo Lorenzo Tomatis, scomparso nel 2017, pioniere della ricerca sugli effetti della diossina sul corpo umano. Proprio a lui si devono i primi studi pubblicati una quarantina di anni fa sui rischi per i bambini di contrarre, durante la gestazione, malattie intrauterine legate a sostanze cancerogene. Responsabili, per Tomatis, sono i metalli pesanti con i quali le mamme entrano in contatto e che durante la gravidanza sono presenti anche all’interno dell’utero e della placenta.
Le conferme arrivano anche da uno studio americano del 2004, pubblicato dal sito PubMed e condotto su 268 donne incinte: nelle loro urine o nel sangue c’erano ben 168 diverse sostanze chimiche, che vanno dal mercurio al cadmio.
Inquinamento: ricerca indaga gli effetti sui neonati
A marzo l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) Burlo Garofolo di Trieste ha iniziato uno studio sui primi 1.000 giorni dei neonato, dal concepimento al compimento del secondo anno di vita, per vedere quanto incida l’esposizione a inquinanti ambientali come pesticidi e metalli pesanti.
«Obiettivo primario dello studio è stilare una mappa, per ora in cinque regioni italiane pilota, del carico di esposizione ambientale delle donne in gravidanza e dei neonatifino a 24 mesi», spiega Luca Ronfani, pediatra epidemiologo del Burlo e responsabile scientifico del progetto.
«I dati che produrremo serviranno ai decisori politico-sanitari per pianificare interventi di prevenzione in sanità pubblica». I prossimi due anni saranno necessari per raccogliere informazioni e dati fondamentali per predisporre un metodo di lavoro sia per i pediatri sia per tutto il personale medico degli ospedali oncologici.
Inquinamento atmosferico, dell’acqua, dell’aria, del suolo: i danni dei metalli pesanti sulla salute
Anche i dati raccolti dalla Federazione internazionale dei ginecologi e ostetrici dimostrano come la presenza di metalli pesanti presenti nella placenta, dovuti all’inquinamento ambientale, porti ad alti tassi di morte fetale, parti prematuri e basso peso dei neonati alla nascita.
«Spesso i bambini presentano anche danni cognitivi, per curare i quali ogni anno in tutta Europa vengono spesi 194 miliardi di euro», sottolinea la dottoressa Gentilini, in base alle stime degli oncologi europei.
Tutti rischi a cui i bambini, da Aosta a Trapani, sono stati esposti per anni e continuano a essere esposti. Magari senza saperlo. Negli ultimi mesi, infatti, ci sono stati diversi incendi in discariche autorizzate e non, da Nord a Sud. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono divampati a Macerata e a Muggiano, in provincia di Milano. In entrambi i casi, i sindaci hanno invitato la popolazione a non aprire per alcune ore le finestre, non spostarsi se non per motivi di emergenza e a non comprare cibo fresco proveniente dalla zona subito dopo i roghi.
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