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07 aprile 2019

Patrizia Gentilini :Quando la scienza diventa un dogma, la ricerca è schiava del potere.....

Quando la scienza diventa un dogma, la ricerca è schiava del potere. E questo non deve accadere

È stato di recente pubblicato a cura della Rete sostenibilità e salute un appello, con scarsa eco sui media, in risposta al Patto per la Scienza, accolto e diffuso viceversa con grande enfasi e visto come un passo in avanti in difesa della “Scienza”, contrapposta alla “pseudo scienza” e a un presunto oscurantismo dilagante.....
Va innanzitutto chiarito che la Rete Sostenibilità e Salute è costituita da oltre 20 diverse associazioni, fra cui Medici per l’Ambiente e Medicina Democratica, che – pur con diverse caratteristiche e specificità – sono accomunate dalla convinzione che per difendere la salute non sia sufficiente occuparsi di servizi sanitari, ma sia necessario agire sui determinanti ambientali, socio-economici e culturali che la influenzano. È quindi necessario contribuire alla costruzione di un modello culturale, economico e sociale basato su equità sociale, rispetto per l’ambiente prevenzione primaria, alternativo al modello attuale fondato su una crescita economica fine a se stessa.
Anche per quanto riguarda la “Scienza”, la Rete ha una visione piuttosto diversa da quella proposta dal “Patto”, secondo cui, in modo piuttosto ingenuo, la si dipinge come un’entità “superiore”, di fronte alla quale quasi ci di deve inchinare in religioso rispetto: contrapponendo la “Scienza” alla “pseudo scienza”, ma trascurando completamente qualunque considerazione circa il contesto economico, sociale, culturale in cui la scienza stessa si viene a sviluppare.
Eppure gli artefici della scienza sono gli scienziati che operano, vivono, agiscono all’interno di sistemi sociali, culturali ed economici che ne condizionano prioritàorientamenti e risultati. Troppo spesso conflitti di interesse e grossolani intrecci economici hanno segnato il ruolo degli scienziati e offuscato pesantemente l’immagine della scienza: come è possibile dimenticarsi di tutto questo?.....
Specie nel campo della medicina, scienza e potere sono strettamente intrecciati. Questo legame è stato oggetto di profonda riflessione sia da parte di Giulio Maccacaro, fondatore di Medicina Democratica, che di Lorenzo Tomatis, tanto da rappresentarne “il filo rosso” dei libri autobiografici........
Credo poi che mai bisognerebbe dimenticare che ciò che oggi può apparire verità acquisita e assolutamente consolidata rapidamente può essere superato e radicalmente capovolto alla luce di nuove conoscenze. Ad esempio, nel campo della cancerogenesi, la convinzione imperante fino al secolo scorso era che alla base dell’insorgenza dei tumori vi fosse un danno genetico e che da una singola cellula “impazzita” originasse una proliferazione cellulare incontrollata, progressiva, sempre più svincolata dai fisiologici meccanismi regolatori dell’organismo e soprattutto irreversibile. Questo approccio riduttivo e semplicistico, incentrato sul ruolo prioritario del genoma come “direttore d’orchestra” , è stato completamente rivoluzionato. Oggi sappiamo infatti che per l’insorgenza del cancro – e di molte altre malattie – sono molto più importanti le modificazioni epigenetiche, ovvero l’alterata espressione dell’informazione contenuta nel genoma, in assenza di specifiche mutazioni, a seguito di stimoli esogeni (fisici, chimici, biologici). Agenti quali metalli pesanti, pesticidi, diossine, interferenti endocrini, tipo di nutrizione, ma anche stress e campi elettromagnetici inducono modificazioni epigenetiche e possono condizionare la salute, specie se l’esposizione avviene in utero.
La convinzione quindi che ciò che siamo fosse già scritto e completamente racchiuso nel nostro Dna è stata completamente sostituita da una concezione molto più fluida e dinamica, in cui è soprattutto importante l’interazione fra genoma e ambiente; e soprattutto l’ambiente risulta rivestire non il ruolo di comparsa, ma di protagonista. Così il cancro, in una visione molto più articolata e complessa, non originerebbe da una singola cellula, ma da un’alterata organizzazione nella struttura dell’intero tessuto, che può insorgere già nel momento della programmazione fetale. Teorie quindi che potevano sembrare fantasiose hanno poi trovato convalide e aperto scenari assolutamente impensabili proprio sulle interazioni ambiente-salute, e la visione incentrata sul ruolo preponderante del genoma è stata completamente capovolta.
Riteniamo che la scienza mai vada intesa come dogma e vorremmo che la politica garantisse non solo l’indipendenza di ricercatori, medici e degli altri operatori sanitari, ma contribuisse a creare e mantenere un clima scientifico antidogmatico, aperto al libero dibattito, trasparente e soprattutto il più possibile esente da conflitti d’interessi.

09 agosto 2016

Rai, segata anche l'unica trasmissione che si occupava di cambiamenti climatici. Ambientalisti in rivolta


Rai, dopo la Fornaro via anche Luca Mercalli: “Trattavamo argomenti scomodi per il governo Renzi”

"Io ho fatto solo le mie scelte, prendendomi le mie responsabilità - continua - È chiaro che sarei stato un ingenuo a pensare che non avrei sollevato un polverone con la puntata sui No Tav", dice il conduttore dell'ultima trasmissione cancellata dalla terza rete. Leggi tutto qui

Tratto da Controlacrisi


Bufera sulla RAI dopo la decisione di cancellare dal palinsesto il programma scientifico Scala Mercalli, l’unica trasmissione del servizio pubblico a occuparsi a 360° di cambiamenti climatici e di tematiche ecologiche. Il programma condotto dal climatologo Luca Mercalli è stato eliminato a dispetto dell’importante ruolo di educazione ambientale svolto e nonostante le accese proteste degli spettatori.
Il pubblico della trasmissione ha lanciato una petizione per chiedere alla RAI di tornare sui suoi passi, permettendo a Scala Mercalli di andare ancora in onda nelle prossime stagioni. I promotori dell’iniziativa chiedono ai dirigenti RAI di garantire agli spettatori un’adeguata informazione sui temi della sostenibilità:
Nei due anni in cui è andata in onda, Scala Mercalli non si è limitata a elencare i problemi ambientali che stiamo affrontando e la loro più probabile evoluzione futura, ma ha anche proposto alternative e soluzioni già ora percorribili per evitare il peggio.
Un commento indignato è arrivato anche dalla Federazione Italiana Media Ambientali. In una nota la FIMA ha criticato aspramente la mossa della RAI, arrivata in un momento delicato per il clima globale in cui è fondamentale tenere vivo l’interesse della popolazione sulle tematiche ecologiche.
La FIMA ha scritto una lettera aperta alla presidente della RAI Monica Maggioni, all’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto e al Direttore di RAI 3 Daria Bignardi. La richiesta inoltrata dagli ambientalisti ai vertici della RAI è di confermare la terza edizione di Scala Mercalli:

Serve un forte ampliamento dell’informazione ambientale in tutte le reti RAI, non certo una riduzione. Esprimiamo la nostra ferma protesta per la decisione di non dare spazio all’unico programma che sulla tv generalista ha trattato in maniera divulgativa, ma approfondita un tema importante come quello dei cambiamenti climatici.
Secondo la FIMA la cancellazione del programma lascerebbe un grave vuoto nel palinsesto del servizio pubblico, togliendo voce a un climatologo che si è distinto per la sua efficacia comunicativa e per il suo rigore scientifico, facendosi apprezzare dagli spettatori della RAI sensibili ai cambiamenti climatici.
Secondo il presidente della FIMA Mario Salomone in questo momento storico le emergenze ambientali sono troppo evidenti per essere ignorate. L’opinione pubblica spera che l’umanità imbocchi la strada della sostenibilità, una speranza che va alimentata con una maggiore maggiore consapevolezza ambientale.
Amareggiato per la chiusura del programma è anche Ferdinando Boero, zoologo autore di “Economia senza natura: la grande truffa”:
Come può essere compiuta una democrazia se viene meno l’informazione? Se i problemi più urgenti (la distruzione delle premesse che permettono la nostra sopravvivenza) non vengono spiegati, se le conseguenze delle nostre scelte economiche restano oscure, come può la popolazione scegliere in modo consapevole?
Luca Mercalli in un messaggio pubblicato su Facebook ha ringraziato tutti i suoi sostenitori:
Da ricercatore e comunicatore mi sento perfettamente consapevole del dramma in corso, ma pure completamente impotente come afferma Monbiot nella chiusura del suo pezzo:
“Se l’umanità fallisce nel prevenire il tracollo climatico, l’industria che ne sostiene la maggior responsabilità non è quella dei trasporti, dell’agroalimentare, del gas, del petrolio o perfino quella del carbone. Tutte queste possono fare quello che fanno, spingendoci verso il collasso globale, semplicemente con una licenza sociale a operare. Il problema ha origine con l’industria che, deliberatamente o meno, garantisce loro questa licenza: quella per la quale lavoro io.

Facciamo girare la voce!

17 maggio 2016

Gran Bretagna : ELETTRICITÀ DA CARBONE RAGGIUNGE LO ZERO PER LA PRIMA VOLTA IN 100 ANNI

Tratto da Canalenergia

GB, ELETTRICITÀ DA CARBONE RAGGIUNGE LO ZERO PER LA PRIMA VOLTA IN 100 ANNI


La produzione di energia elettrica da carbone nel Regno Unito ha registrato durante l’ultima settimana un valore pari allo zero per un periodo di tempo rilevante. Un dato che, come riporta il Guardian, che dà la notizia, è un “punto di svolta storico” secondo i sostenitori dell’energia green. In particolare il valore zero è stato registrato la prima volta durante la notte di lunedì e nelle prime ore del mattino di martedì. 
Lo scorso giovedì, come sottolinea il Guardian, si è riusciti a non utilizzare elettricità proveniente da centrali di carbone per più di 12 ore e mezza. Il dato è rilevante, sottolinea il Guardian, perchè è laprima volta  che il Regno Unito non ha utilizzato elettricità proveniente da carbone per un periodo di tempo così lungo da quando il primo generatore a carbone è stato aperto a Holborn Viaduct a London, nel 1882. 
Un dato positivo che si inserisce in un quadro più ampio caratterizzato dalla volontà del governo inglese di eliminare gradualmente il carbone come fonte di energia entro il 2025 a favore di forme di energia più pulite. Trend confermato anche da un aumento della quantità di energie rinnovabili nel Regno Unito con un record del 27% nell’ultimo trimestre  2015, legato all' eolico. 
Numeri positivi anche per quanto riguarda il solare che, sia nel residenziale sia nel settore industriale, ha superato la produzione da carbone raggiungendo un picco di 6,8 gigawatt (GW)   questa settimana rispetto ad un massimo di 3 GW da carbone.