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09 settembre 2014

Allarme Oms: "Una morte su otto dipende dall'inquinamento":L'organizzazione vuole immediati interventi per arginare i danni


Tratto da TGCom24

Allarme Oms: "Una morte su otto dipende dall'inquinamento"

L'organizzazione vuole immediati interventi per arginare i danni

Una persona su otto muore per cause legate all'inquinamento. L'allarme parte dall'Organizzazione mondiale della sanità nel corso della prima conferenza mondiale sulla salute e il clima di Ginevra. L'Onu gli fa l'eco: le emissioni di gas serra crescono e con esse il rischio di un impatto "severo, pervasivo e irreversibile" nei prossimi decenni.


Servono interventi mirati - Per l'Oms, i cambiamenti climatici influenzano fortemente la salute umana e miglioramenti nelle politiche energetiche e dei trasporti potrebbero salvare milioni di vite ogni anno. Con interventi mirati si potrebbero scongiurare malattie causate da elevati livelli di inquinamento atmosferico, eventi meteorologici estremi, carestie e diffusione di epidemie.

Di inquinamento si muore - Maria Neira, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Oms, sottolinea: "L'inquinamento atmosferico nel 2012 è stato responsabile per sette milioni di morti, uno su otto di tutti i decessi a livello mondiale". Oltre 60mila persone muoiono ogni anno per via dei disastri naturali legati al clima, più che triplicati dal 1960. Parallelamente causa siccità e influisce sulla fornitura di acqua potabile compromettendo l'igiene e aumentando il rischio di malattie diarroiche, che uccide 2,2 milioni di persone ogni anno.

E ancora la variazione di precipitazioni, secondo le stime, diminuiranno la produzione di alimenti del 50% entro il 2020 nelle regioni più povere, aumentando malnutrizione e denutrizione, responsabili di 3,5 milioni di morti ogni anno. Infine, forte l'impatto sulla diffusione di malattie infettive. Il cambiamento climatico potrebbe esporre ulteriori 2 miliardi di persone alla trasmissione dengue entro il 2080.

Onu: "La situazione può peggiorare" - Anche le Nazioni Unite si uniscono all'Sos. 

Secondo l'organizzazione, il peggioramento della situazione complica gli sforzi politici per affrontare il problema. Il rapporto finale verrà presentato alla Conferenza sul clima di Copenaghen di ottobre.

Christiana Figueres, segretaria esecutiva della Convenzione quadro per i cambiamenti climatici delle Nazioni unite (Unfccc), ha avvertito: "Con il mondo che diventa sempre più caldo e densamente popolato e con l'aumentare della domanda di cibo, acqua ed energia, l'impatto di questi fattori sulla salute mondiale crescerà e si diffonderà esponenzialmente, superando la possibilità di risposta delle sanità statali e di organismi ed enti per emergenze e ricostruzioni".

20 luglio 2013

Emergenza ambientale e sanitaria.Inquinamento atmosferico, la Cina chiede aiuto all'Unione Europea.

Tratto da Ecoblog

Inquinamento atmosferico, la Cina chiede aiuto all'Unione Europea

Tajani e Potocnik sull'SOS inquinamento in Cina: firmato un accordo per la collaborazione tra PMI. E a Pechino l'aria è sempre più irrespirabile

Non solo Pechino, ma tutte le grandi città cinesi sono, in particolar modo negli ultimi mesi, letteralmente schiave di una vera e propria emergenza inquinamento: l’aria irrespirabile, la potabilità delle acque che in alcune zone della capitale è stata persino revocata (viene invece concessa a singhiozzo nel resto della megalopoli), si stanno lentamente trasformando in una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria. 



La gravità della situazione, che ha “costretto” le autorità di Pechino ad ammettere, per la prima volta nella storia della Repubblica Popolare, l’esistenza di un problema di inquinamento (contrastato con divieti grotteschi, come per le fritture o i barbecue che affollano le strade), ha spinto il governo di Pechino a rivolgersi all’estero per ottenere aiuto su come fronteggiare l’emergenza.
La Cina, stando e agli ultimi investimenti sulle fonti energetiche non fossili e alle necessità sanitarie in città, ha dunque lanciato un vero e proprio SOS internazionale, cui l’Unione Europea ha immediatamente risposto “presente”.

Una vera e propria “missione per la crescita verde”, il primo evento di matchmaking tra Asia ed Europa (una sorta di speed-date tra imprese) dal valore di 233 miliardi di euro: 355 incontri, 60 aziende europee pronte a lanciarsi nel mercato cinese dell’ecosostenibilità ambientale.
“Il vicepremier Ma Kai è stato chiaro: vogliamo lavorare sull’economia verde. […] La Cina vuole cooperare con noi, lavorare con noi che abbiamo il know how”
ha spiegato Antonio Tajani (che è anche Commissario europeo all’industria) al via di questa due giorni pechinese interamente proiettata ad una “rivoluzione verde” in Cina: l’esperienza europea in tal senso, relativa sopratutto al know how ed alle tecnologie verdi delle PMI del Vecchio Continente, è dunque il trampolino di lancio ufficiale per la creazione di nuove partnership a cavallo tra i due continenti......

La praticità cinese ci ha insegnato a non sottovalutare mai la determinazione di questo popolo, che tuttavia in materia di green technologies parte decisamente arretrata rispetto all’Europa.
“Che si parli di ‘civilizzazione ecologica’, come dicono qui, oppure di ‘crescita verde’, come la chiamiamo nell’Ue, il succo è lo stesso. […] In Cina sta crescendo la preoccupazione per l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e per i rifiuti, ed è chiaro che la nuova leadership cinese sta ponendo questo tema fra le sue priorità. Questa missione prepara la strada per il prossimo summit Ue-Cina di novembre, che avrà come tema portante proprio l’economia verde”
ha detto il Commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik. La concorrenza sul tema è spietata, in particolare da parte di Giappone e Stati Uniti, ma l’Europa può contare su un’industria del riciclo e della gestione di acqua e rifiuti assolutamente avanzata sul piano internazionale.
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2013/07/18/Bruxelles-risponde-Sos-inquinamento-Pechino_9042424.html