Tratto da Ecoblog
Inquinamento atmosferico, la Cina chiede aiuto all'Unione Europea
Tajani e Potocnik sull'SOS inquinamento in Cina: firmato un accordo per la collaborazione tra PMI. E a Pechino l'aria è sempre più irrespirabile
Non solo Pechino, ma tutte le grandi città cinesi sono, in particolar
modo negli ultimi mesi, letteralmente schiave di una vera e propria
emergenza inquinamento: l’aria irrespirabile, la potabilità delle acque
che in alcune zone della capitale è stata persino revocata (viene invece
concessa a singhiozzo nel resto della megalopoli), si stanno lentamente
trasformando in una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria.
La gravità della situazione, che ha “costretto” le
autorità di Pechino ad ammettere, per la prima volta nella storia della
Repubblica Popolare, l’esistenza di un problema di inquinamento
(contrastato con divieti grotteschi, come per le fritture o i barbecue
che affollano le strade), ha spinto il governo di Pechino a rivolgersi
all’estero per ottenere aiuto su come fronteggiare l’emergenza.
La Cina, stando e agli ultimi investimenti sulle
fonti energetiche non fossili e alle necessità sanitarie in città, ha
dunque lanciato un vero e proprio SOS internazionale, cui l’Unione
Europea ha immediatamente risposto “presente”.
Una vera e propria “missione per la crescita verde”, il primo evento di matchmaking tra Asia ed Europa (una sorta di speed-date tra imprese) dal valore di 233 miliardi di euro: 355 incontri, 60 aziende europee pronte a lanciarsi nel mercato cinese dell’ecosostenibilità ambientale.
“Il vicepremier Ma Kai è stato chiaro: vogliamo lavorare sull’economia verde. […] La Cina vuole cooperare con noi, lavorare con noi che abbiamo il know how”ha spiegato Antonio Tajani (che è anche Commissario europeo all’industria) al via di questa due giorni pechinese interamente proiettata ad una “rivoluzione verde” in Cina: l’esperienza europea in tal senso, relativa sopratutto al know how ed alle tecnologie verdi delle PMI del Vecchio Continente, è dunque il trampolino di lancio ufficiale per la creazione di nuove partnership a cavallo tra i due continenti......
La praticità cinese ci ha insegnato a non sottovalutare mai la determinazione di questo popolo, che tuttavia in materia di green technologies parte decisamente arretrata rispetto all’Europa.
“Che si parli di ‘civilizzazione ecologica’, come dicono qui, oppure di ‘crescita verde’, come la chiamiamo nell’Ue, il succo è lo stesso. […] In Cina sta crescendo la preoccupazione per l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e per i rifiuti, ed è chiaro che la nuova leadership cinese sta ponendo questo tema fra le sue priorità. Questa missione prepara la strada per il prossimo summit Ue-Cina di novembre, che avrà come tema portante proprio l’economia verde”ha detto il Commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik. La concorrenza sul tema è spietata, in particolare da parte di Giappone e Stati Uniti, ma l’Europa può contare su un’industria del riciclo e della gestione di acqua e rifiuti assolutamente avanzata sul piano internazionale.
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2013/07/18/Bruxelles-risponde-Sos-inquinamento-Pechino_9042424.html
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