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12 ottobre 2010

1) OGGI Alla Libreria Ubik incontro sulla "centrale a carbone"2)LETTERA APERTA AL MINISTRO AMBIENTE ON. STEFANIA PRESTIGIACOMO

TRATTO DA SAVONA E PONENTE

"30 TONNELLATE DI VELENO AL GIORNO SULLE NOSTRE VITE"

Alla Ubik incontro sulla "centrale a carbone"....


Giovedì 14, alle ore 18, presso la libreria Ubik
di corso Italia, incontro sulla centrale a carbone Tirreno Power.
Quello che gli occhi non vedono: un video per sapere, una "Serata Centrale" per parlarne...

Visione dell’angosciante e inedito video del giornalista
MARIO MOLINARI sulle immagini delle vere emissioni che escono ogni giorno dalla centrale di Vado Ligure.

GUARDA UNA BREVE ANTEPRIMA DEL VIDEO:

http://www.youtube.com/watch?v=bhi9RAc3PZU&feature=player_embedded


Incontro aperto, in cui ognuno potrà conoscere le verità che ogni giorno vi nascondono, fare domande a esperti e medici indipendenti.

Per scoprire “tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul carbone, ma non avete mai osato chiedere…”
Nell’incontro si parlerà finalmente in modo chiaro (e senza condizionamenti dovuti a interessi particolari, o a propaganda) dell’inquinamento che -ogni giorno e da 40 anni- viene prodotto dalla centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure.

Vedrete un video sensazionale che (grazie all’aiuto di filtri a gradiente) vi farà vedere come realmente sono i fumi che escono dalle ciminiere (senza quindi le tecniche che li rendono non visibili al fine di non allarmare la popolazione…).
Vedrete con i vostri occhi come dalle ciminiere escono OGNI GIORNO decine di tonnellate di ossidi di azoto, di ossidi di zolfo, di metalli pesanti, di polveri sottili.
Immaginate cosa vuol dire polveri di 0,1, 1 o 2,5 micron, invisibili a occhio nudo, e quante ce ne vogliono per arrivare a farne una tonnellata,
100, 1.000, 10.000 tonnellate all’anno, e così per anni e decenni, polveri che da generazioni si riversano nelle nostre terre, nelle nostre coltivazioni, nella nostra pelle e nei nostri polmoni.

Che cadono sulle nostre case, sulle scuole e gli asili dei nostri figli.

E’ ora di prendere in mano il nostro destino, le nostre vite.

La popolazione savonese e vadese, dopo 40 anni di inquinamento devastante che è costato la vita a migliaia di persone in più della media regionale, ha espresso più volte la propria opinione di NON VOLER PIU’ il carbone nella propria città. Eventualmente si può discutere su nuovi gruppi a metano, o sostenere sviluppi produttivi su energie rinnovabili, che in tutta Europa stanno fornendo centinaia di migliaia di posti di lavoro…


Se vuoi sapere di più di quello che un’azienda privata, Tirreno Power, sta decidendo in queste settimane mettendo a rischio la tua salute – ma senza chiederti il tuo parere -

vieni OGGI 14 ottobre alla UBIK…

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Riceviamo da"COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE VALLEBORMIDA"e pubblichiamo

LETTERA APERTA AL MINISTRO AMBIENTE ON. STEFANIA PRESTIGIACOMO
10 ottobre 2010

On. Ministro Stefania Prestigiacomo, dalla lettura delle cronache locali abbiamo avuto notizia che nei prossimi giorni visiterà a Cengio il sito industriale dell’ex Acna. La Sua presenza sarebbe stata richiesta per sancire il completamento delle attività di bonifica.

Abbiamo fondato motivo di ritenere che siano a Lei giunte informazioni non del tutto esatte.Quello che viene presentato come un quadro rassicurante e di felice conclusione di un percorso avviato dal 1999, in realtà è meno esaltante. Ciò del resto, non stupirebbe considerato l’atteggiamento, che l’ufficio commissariale ha assunto a partire dalla seconda metà del 2005.

Le popolazioni della Valle Bormida – ossia i veri danneggiati dall’inquinamento secolare derivante dagli stabilimenti di Cengio – sono state progressivamente escluse da ogni informativa e reale partecipazione ai procedimenti amministrativi.

Ora stanno lentamente emergendo le conseguenze di questa gestione. Sappiamo che la provincia di Savona avrebbe rilasciato una certificazione di conformità dei lavori eseguiti ai progetti di bonifica approvati per un’area della Zona A2, con provvedimento dirigenziale del 15 gennaio 2010. Con questo vorrebbero far credere che tutto oramai è a posto.

E’ opportuno ricordare, invece, che la certificazione di avvenuta bonifica può essere rilasciata solo dopo aver constatato che non esista più un rischio per l’ambiente e le persone. Aver eseguito i lavori in conformità, dunque, non prova null’altro che l’ordinaria conduzione di un cantiere. Rimangono, invece, senza risposta le domande che stanno a monte di un intervento di bonifica.

E’ cessato il pericolo per la valle? La produzione del percolato tossico è stata azzerata? I sistemi di contenimento funzionano? Siamo sicuri che non fuoriesca più contaminazione? Si può riutilizzare con tranquillità l’area? Chi controlla l’andamento delle patologie da inquinamento nella valle? Sono assicurati gli usi agricoli, ricreativi, sociali, economici nella valle? Chi lo ha controllato? Possiamo dire ad un imprenditore di avviare tranquillamente una nuova impresa a valle di Cengio, o dovrà affidarsi alla buona sorte?

Qualche mese fa, quando dopo 11 anni, è finalmente cessata la gestione commissariale emergenziale, abbiamo provato per l'ennesima volta ad ottenere delle risposte chiedendo alla Provincia di Savona di poter prendere visione di tutta la documentazione inerente alle attività di bonifica, ma anche questa richiesta è stata rigettata!

Sono mille le domande a cui non potrà rispondere onorevole Ministro. E non per Sua colpa, ma di chi negli ultimi 5 anni ha seguito le operazioni di bonifica e che ha disseminato la sua gestione con iniziative alquanto discutibili, come ad esempio:

l’accordo con la Syndial, secondo il quale dopo 4 anni dalla conclusione dei cantieri la stessa non risponderebbe più per le eventuali fuoriuscite dal sito di Cengio;
le spese assunte per la realizzazione di opere secondarie e di non provata utilità rispetto alle attività di bonifica delle aree pubbliche;
la “dimenticanza” della Valutazione di impatto ambientale riguardo al progetto definitivo di bonifica, che ha portato all’apertura di un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia;
la continua dilazione dei tempi per la conclusione delle attività di bonifica, annunciata in modo altisonante più volte negli scorsi anni, ma che, dopo quasi 12 anni, sarebbe in verità ancora lontana, come riportato dal quotidiano “Sole 24 Ore” in un accurato dossier pubblicato lo scorso mese di settembre;
i ritardi nell’azione risarcitoria del danno ambientale, con modalità di determinazione dello stesso alquanto oscure, visto che non si è mai proceduto alla nomina dei tre esperti che avrebbero dovuto occuparsene;

Come per le domande di prima, anche in questo caso i rilievi potrebbero essere 1.000. Tutti riferibili agli ultimi anni di gestione commissariale. E tanti sono i quesiti che sorgono al riguardo.Come mai, nonostante il 16 marzo 2005, ad Acqui Terme, il Dr. Bertolaso avesse assicurato pubblicamente che le ordinanze sui poteri del commissario sarebbero state preventivamente concordate con gli enti locali della Valle Bormida piemontese, questa promessa non è stata mantenuta? Ma giungiamo all’ultimo aspetto: il risarcimento del danno ambientale.

Come detto in precedenza, i danni nei quasi 120 anni di attività industriale sono stati patiti dalla valle piemontese, che ha pagato con morti e abbandono delle terre per l’inquinamento. Troviamo perlomeno curioso che nessuno abbia operato una ricognizione dei danni da noi sofferti. Non sarebbe stato onesto coinvolgere la popolazione piemontese, anche solo come risarcimento morale? Perché ci hanno voluto per forza escludere, tanto che alcune amministrazioni della Valle avrebbero deciso di rivolgersi ad uno studio legale?

Come vede si aggiungono altri interrogativi, ma vogliamo fermarci concludendo con due sole richieste.

La prima riguarda la certezza di un futuro per la valle. Vogliamo vivere in un ambiente sano, capace di assicurare un futuro per noi e per i nostri figli. Questo significa che prima di operare qualsiasi svincolo dell’area si debba innanzitutto attendere l’esito della VIA. E che questa venga condotta in sede nazionale, in piena trasparenza e con il coinvolgimento delle parti interessate.

La seconda è una domanda di giustizia. Chiediamo un riconoscimento per le sofferenze patite, vogliamo essere ascoltati. Ci faccia sentire che lo Stato non è supponenza e arroganza. Ci dimostri che le Istituzioni sono capaci di ammettere i propri errori e di non trincerarsi dietro pavidi silenzi o risposte incomprensibili.

Un segno tangibile sarebbe quello di consentire una consultazione trasparente degli archivi dell’ufficio commissariale, sopratutto per quanto riguarda la gestione degli ultimi anni. Le ARPA piemontesi inoltre devono essere nuovamente coinvolte nelle attività di monitoraggio e controllo del sito ex ACNA, dalle quali sono state progressivamente escluse e tutti i dati rilevati devono essere resi facilmente accessibili per la cittadinanza.

E’ infine necessario un monitoraggio sanitario della popolazione e un coinvolgimento effettivo della Valle Bormida piemontese nella procedura per la determinazione del danno ambientale.

La salutiamo rispettosamente fiduciosi che Lei voglia darci ascolto in occasione della sua visita a Cengio.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE VALLEBORMIDA
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Tratto da Savona News


ALLUVIONI TOSSICO NOCIVE: LE PROVE

Foto e filmati dimostrano un disastro del quale nessuno parla (o quasi) ma non vi lascerà delusi

Ha ragione. Solo che nessuno lo ha portato a vedere la zona dove il fiume Lerone in piena ha dilavato fanghi al cromo esavalente ed altre amenità. Qualcuno che si sta occupando della "bonifica" ha pensato bene di abbattere il muro di contenimento della discarica Stoppani di Pian Masino, a monte della fabbrica. Incredibile ma vero, nonostante non sia certo la prima volta che le piene del torrente Lerone mettono a dura prova la struttura ed il buon senso, che vorrebbe che una bomba chimica come quella non fosse alla mercè delle alluvioni e delle piogge

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